Raccontando Indian Wells: tutti pazzi per Coco Vandeweghe. Azarenka-Sharapova, la sfida è già iniziata

TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani

Il tennis è bello perché vario. No? Forse. Forse a parlare è la consapevolezza che durante la sfida tra Eugenie Bouchard e Lucie Hradecka si è preferito andare a vedere Coco Vandeweghe e Sesil Karatantcheva. Così, dentro di noi siamo tutti piuttosto bastian contrari, rozzi, coatti… Bon, forse è meglio fermarsi.

Per continuare la teoria del paradossale ecco che Vandeweghe-Karatantcheva diventa il match del giorno. Un 6-2 6-3 per la statunitense liscio dal primo all’ultimo quindici. Però è il match del giorno. Tutto il pubblico rintanato nel primo anello. “Open seats!” urlavano gli steward. Il campo 2 si è trasformato in un catino pieno di tifosi… bulgari. Almeno una decina di bandiere tricolore sventolavano, ad ogni punto di Karatantcheva, nella tribuna di fronte al giudice di sedia, altre tre o quattro dietro di lui. Poi, con un po’ di fantasia, forse, l’istinto all’italianizzazione poteva anche tramutare un “C’mon Coco!” in un “daje Coco!” e farci credere che in fondo Indian Wells non fosse troppo diverso da, ad esempio, Fregene. Anzi, Fregene ha il mare.

Lasciando perdere inutili questioni geografiche, la partita era così gradevole che qualche ragazzo su di giri, ancora appollaiato al secondo anello, urlava ad ogni cambio campo cercando (e qualche volta trovando) l’approvazione del pubblico. Al termine, poi, decine di bambini e bambine assiepati ai bordi delle tribune ad urlare a tutto fiato “Coco!”. Una di loro, lasciando perdere la (poca) compostezza rimasta, urlava in maniera secca e decisa per richiamare l’attenzione. Nel frattempo Coco era impegnata nell’intervista a bordo campo a tenere a bada l’intervistatore che le aveva appena ricordato di come il suo esordio sia avvenuto a 15 anni. «Ehi! Non farmi sentire vecchia! Ho solo 23 anni!».

Passato tutto quanto, finalmente la dolce Coco è andata ad abbracciare (idealmente) quel gruppo di bambini, fermandosi uno ad uno a firmare autografi, fare foto e regalare qualcosa. Alcune ragazzine erano in lacrime dalla gioia. Scene avvenute su un campo dove, qualche ora prima, Roger Federer assieme al fido Michael Lammer veniva sconfitto da Marcin Matkovski e Nenad Zimonjic. Erano sotto 6-3 3-2 e servizio quando ripresero il primo break e poi, sul 4-3, Lammer si è inventato due rovesci (uno in controbalzo ed uno in avanzamento) che hanno portato al nuovo break ed alla conquista del set. Anche lo stadio n.2 di Indian Wells è stato redento.

Il prossimo dovrà essere il n.9, dove in occasione della partita tra Roberta Vinci e Sabine Lisicki, con 32 gradi all’ombra un signore, bello tranquillo e rilassato, sedeva su una sedia di plastica indossando papalina nera e felpa nera. Essere alternativi oggi, lo stai facendo alla grande.

Grazie alle vittorie piuttosto agevoli di Victoria Azarenka, soprattutto, e Maria Sharapova, lunedì Indian Wells ritroverà una delle sfide più ad alta tensione degli ultimi anni. Le stesse protagoniste sono già pronte a scendere in campo ed a dare il massimo per superare l’altra. E’ agonismo, competizione, ma anche odio. Non c’è mai stato buon sangue tra le due ed uno degli episodi più celebri è la spallata di Stoccarda e le frecciate malcelate (ma secondo voi, lo avrebbero fatto?) durante la cerimonia di premiazione.

In conferenza stampa hanno provato entrambe a mostrare un po’ di considerazioni banali, frasi fatte (“She is a great player, it’s amazing to play matches like this” bla bla bla…) ma Victoria si è fatta sfuggire un particolare, o meglio due, non da poco. Alla domanda “Cosa trovi di speciale in Maria (Sharapova, ndr)?” ha risposto: “Non lo so, lo devi chiedere ai suoi genitori”, con in faccia un sorriso mezzo imbarazzato. “Perché devo essere io a rispondere ad una domanda simile?” sembrava chiedersi. Più avanti, poi, parlando sempre della sfida che catalizzerà tutta l’attenzione, parlava di Sharapova con un luccichio negli occhi, come se senta l’opportunità di fare il colpo grosso e di sentirsi di nuovo una tennista da piani altissimi della classifica. La stessa cosa ha fatto la russa, anche se per natura molto meno incline a lasciar intravedere possibili segni, intenzioni, ma facendo capire che questa sfida non vorrà mollare una palla, caratteristica che ha da sempre, ma questa volta sarà ancora più accentuata.

Infine, non poteva mancare l’eroe di giornata. Dopo due mesi e mezzo passate a prendere bastonate nei denti da tutti, Ernests Gulbis ce l’ha fatta, ha vinto la sua prima partita. Dopo l’ultimo punto, uno sguardo al suo angolo, un sorrisino beffardo. “Era così facile?” sembrava chiedersi. Beh, sì Ernests, soprattutto se sei baciato dalla fortuna di avere un tennis d’oro. #MasterAndCommander

 

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