Pagellone Wta 2014: tante big in affanno, la migliore è sempre Serena Williams. Exploit Halep e Bouchard

TENNIS – Di Elisa Piva

Le giocatrici ai vertici non hanno vissuto una stagione particolarmente brillante. Poco costante, sarebbe più corretto dire. Ognuna infatti ha giocato a sprazzi, alternando mesi grigi ad altri più vivaci.

Alla fine però i quattro slam se li sono aggiudicate loro – Li, Sharapova, Kvitova e Serena Williams – anche se abbiamo visto qualche volto nuovo in fondo ai tornei che contano come Bouchard e Halep. 

Piccola ma doverosa premessa. Qui non siamo a scuola, quindi il voto non è il frutto di un mero calcolo oggettivo (risposta giusta +1, risposta giusta -1). Le valutazioni sono fatte giocatrice per giocatrice, perché ognuna ha la sua storia, e si rapportano alle loro possibilità.

Serena Williams: 8/9

Decretata miglior giocatrice dell’anno dopo aver chiuso l’anno al numero 1 e con le Wta Finals in tasca per la terza volta di fila (sei in totale). Serena è stata sicuramente la migliore per la seconda parte di stagione, in cui ha agguantato lo slam numero 18 a New York. C’è però da dire che la sua leadership è stata in discussione nella prima parte del 2014 ed in bilico fino all’ultimo. Nei primi tre slam ha subìto cocenti delusioni ed uscite premature: agli Australian Open battuta da Ana Ivanovic ai quarti, al Roland Garros fermata al secondo turno da Garbine Muguruza e a Wimbledon eliminata al terzo turno da Alizé Cornet, insomma, un ruolino di marcia non esattamente da numero 1. Poi però è arrivato il cemento, e la Williams ha messo a tacere le voci di crisi inanellando 26 match vinti su 29, le vittorie di Cincinnati, Us Open e Wta Finals.

Insomma, nonostante un altro major in cascina, ed il numero 1 ancora nelle sue mani, questa per l’americana non è stata una stagione dominata come le due precedenti. Ma nonostante tutto, dopo mesi difficili (e quell’inspiegabile malore a Wimbledon) ha dimostrato ancora una volta di sapersi rialzare nonostante la condizione non perfetta. Recentemente ha dichiarato che vuole lasciare all’apice della forma, con l’obiettivo non dichiarato di agguantare Steffi Graf, ce la farà già nel 2015? Difficile, perché vorrebbe dire Grande Slam. Allora forse, se la voglia e il fisico reggono, la vedremo per altri 2 anni nel circuito…

Maria Sharapova: 7,5

Una versione più “sofferta” e di sacrificio (quanti match le abbiamo visto quest’anno rimontare e vincere la terzo set!) hanno permesso alla tigre siberiana di dominare, se non nel gioco almeno nei risultati, la stagione sulla terra, che l’ha vista culminare con il secondo Roland Garros. Fino ad aprile era però stato buio, con la sola finale di Miami degna di nota in mezzo a tante delusioni. Non che poi, da dopo la parentesi terraiola, ci siano stati molti altri hurrà (un solo titolo a Pechino); piuttosto qualche buon piazzamento come la rocambolesca semifinale persa a Cincinnati contro la Ivanovic, o gli ottavi a Wimbledon e Us Open. Troppo poco per una che parte per vincerli, i major, ed è abituata ad arrivare quasi sempre in fondo. Nonostante tutto è riuscita a chiudere l’anno al numero 2 ed ha rischiato di effettuare il sorpasso alla Williams sul finale di stagione. Ma ripetiamo, se togliamo la parentesi rossa, avrebbe rasentato la sufficienza. Insomma, Maria con il tempo è diventata sempre più terraiola. Chi l’avrebbe mai detto qualche anno fa che a salvarle la stagione sarebbe stata la terra rossa!

Simona Halep: 8,5

La stagione della consacrazione tra le top player dopo l’exploit di fine 2013. Nei tornei che contavano Simona ha quasi sempre fatto bene, piazzando la zampata al Roland Garros, dove ha conquistato la prima finale in uno slam della carriera. Prima c’erano stati i quarti in Australia, la vittoria a Doha, semi ad Indian Wells e la finale a Madrid. Dopo il Roland Garros sono arrivate anche le semi a Wimbledon e la vittoria a Bucarest. A questo punto della stagione, comprensibilmente, la Halep ha tirato un po’ il fiato, arrivando un po’ appannata alla stagione sul cemento americano e agli Us Open, salvo poi riprendersi per le Wta Finals, dove ha fatto finale e si è presa il lusso di infliggere una delle peggiori sconfitte di sempre a Serena Williams (che poi si è vendicata in finale). Nel 2015 ci si aspetta un’ulteriore conferma ed una tenuta costante per tutta la stagione, anche in estate.

Petra Kvitova: 7,5

Chi la capisce è bravo. Il 2014 stava per essere un’altra annata incolore, perché la sola una semifinale a Madrid non può certo considerarsi all’altezza. Poi all’improvviso si accende e rivince Wimbledon, il torneo più prestigioso al mondo, quello che più di tutti sognano di vincere. Il voto è tutto e solo qui, perché dopo i Championships conquista sì il torneo di Wuhan e fa finale a Pechino, dimostrandosi tra le più in forma sul finale di stagione, ma a Singapore è rimpiombata nell’oblio. Chi la capisce è bravo.

Ana Ivanovic: 8

La stagione della rinascita. Le è mancato solo l’acuto nei tornei dello Slam per tornare ai livelli del 2008, e forse sul piano del gioco è anche meglio di sei anni fa. E’ la giocatrice ad aver vinto il maggior numero di partite (58, più di Serena!), ha portato a casa 4 tornei più tanti piazzamenti anche in tornei importanti come Cincinnati, Roma e Stoccarda. Si è persino concessa il lusso di battere due volte Maria Sharapova e per la prima volta in carriera Serena Williams. C’è però un neo in questo 2014 di ritorno a grandissimi livelli: i tornei del Grande Slam. Se togliamo i quarti a Melbourne, dove non è comunque riuscita a superare la prova del 9 (battuta dalla più acerba Bouchard in un match in cui ha sofferto un problema alla gamba), gli altri tre major sono stati un disastro. Troppo carica di aspettative, e quelle lacune mentali che, nei tornei più importanti dell’anno, le giocano il solito scherzo. Forse in una semifinale slam, quella partita con la Sharapova a Cincinnati, non l’avrebbe portata a casa. Il voto alto è per la tenacia dimostrata, l’aver continuato a credere – dopo anni di baratro dopo numero 1 e slam – di poter tornare nella top ten a competere con le migliori.

Agnieszka Radwanska: 6,5

Come non vinca mai nulla di grosso e riesca sempre a galleggiare nella top ten resta un mistero. Eppure ha chiuso per la sesta stagione tra le prime dieci. Merito forse di quel titolo a Montreal, dove in finale ha superato quel che restava di una spolpata Venus Williams, e la semifinale agli Australian Open, che si conferma sempre di più il major più aperto, dove tante outsider possono “infilarsi”. Di riffa o di raffa è riuscita anche a raggiungere le semifinali alle Wta Finals. Tra Roland Garros, Wimbledon e Us Open ha collezionato un quarto turno e due terzi turni. Stagione senza infamia e senza lode.

Eugenie Bouchard: 7,5

Assieme alla Halep è stata la novità ai vertici del 2014. La canadese ha mostrato una forza mentale ed un rendimento al top proprio nei tornei migliori, facendo semifinale sia agli Australian Open sia al Roland Garros, e finale a Wimbledon. Dopo il sonoro ko contro la Kvitova a Londra, le sue certezze hanno cominciato un po’ a vacillare. Non ha poi retto alla grande pressione del torneo di casa, a Montreal, e da qui la sua stagione è andata sempre più in calando. C’è da dire che è ancora molto giovane e questa era la prima annata vera e propria tra le grandi. Ha certamente mancato di esperienza, anche sul piano dell’amministrazione delle energie: a fine 2014 andava avanti per forza d’inerzia, ed a Singapore sembrava davvero la copia sbiadita della giocatrice tignosa, intelligente e fredda che abbiamo ammirato nei primi mesi dell’anno. Vediamo se dal prossimo anno avrà imparato la lezione, e se saprà essere più “duratura” sul piano fisico…

Caroline Wozniacki: 8

Vale un po’ il discorso della Ivanovic. Nella pr
ima parte dell’anno era la solita mediocre Caroline post fidanzamento con McIlroy. Ma superato lo shock iniziale dell’addio dal fidanzato, arrivato proprio alla vigilia del Roland Garros, la danese ha saputo reagire alla grande. Raccogliendo i cocci, riconcentrarsi sul tennis e ripartendo da dove aveva lasciato quando era al numero 1 del mondo, al massimo della forma. Nessuno pensava che sarebbe potuta tornare tanto in alto, e invece la Wozniacki ha smentito tutti, tornando a vincere un torneo (Istanbul), in finale in uno slam (Us Open) e rischiando di battere l’amica del cuore Serena Williams in due occasioni (semi a Cincinnati e finale alle Wta Finals). Il tutto chiudendo l’anno al numero 8.

Dominika Cibulkova: 6,5

E’ vero, ha raggiunto la sua prima finale slam in carriera in Australia. Ma dodici sconfitte al primo turno non possono passare sotto traccia. Una poi, agli Us Open, contro la wild card CiCi Bellis: promettente finché volete, ma pur sempre 15enne e numero 1.208 del mondo! Insomma, il voto è una media tra gli ottimi primi 4 mesi (uno splendido Australian Open, vittoria ad Acapulco, finale a Kuala Lumpur, semifinale a Miami e quarti ad Indian Wells) ed un resto della stagione inqualificabile.

Belinda Bencic: 7,5

Stagione della rivelazione nel panorama internazionale per la “newcomer of the year”. Belinda, da quando le hanno affibbiato addosso l’etichetta di nuova Hingis, deve reggere sulle spalle tutto il peso della predestinata. La prima a rendersi conto delle sue potenzialità e ad esternarlo è stata Na Li, che al secondo turno degli Australian Open, dopo averle rifilato un 6-0, è stata costretta a sudarsi il secondo parziale al tie-break. Non male per una giovane promessa che di li a poco (torneo Premier di Charleston) avrebbe fatto da qualificata numero 140 del mondo. E che dire di un terzo turno a Wimbledon e i quarti agli Us Open, dove ha superato Kerber e Jankovic. Il tutto a 17 anni. Nel 2014 ha fatto un balzo di 179 posizioni, e nella prossima stagione è destinata ad andare ancora più avanti.

Ekaterina Makarova: 7,5

E’ la giocatrice che nei piani alti ha fatto il salto maggiore in classifica, arrivando alla soglia della top ten. Dopo i quarti a Wimbledon, che confermano la sua ottima attitudine sull’erba (il titolo di Eastbourne nel 2010 era il suo unico torneo vinto prima di Pattaya City di quest’anno), è arrivato il vero e proprio exploit con la semifinale agli Us Open. Non gode di grande visibilità mediatica ed è la prima a non voler restare sotto i riflettori, le piace più giocare e vivere nell’ombra. Ma altrettanto silenziosamente, con quei suoi insidiosi tiri mancini, spesso si concede il lusso di sgambettare le top 15: cinque quelle battute solo nel 2014, tra cui Serena Williams a Doha. Segno che se è in giornata può battere davvero chiunque.

Mirijana Lucic-Baroni: 8

Un riconoscimento al “ritorno dell’anno” (“Comeback of the year” per i premi Wta), quello della 32enne croata, una che nella vita ha dovuto superare ben più difficoltà di un ko sul campo da tennis. Da grande promessa della racchetta a fine anni ’90, è divenuta quasi una ex giocatrice nei primi anni 2000 a causa di tanti problemi extratennistici (il rapporto tormentato con il padre, in primis) e qualche infortunio (nel 2007 era scivolata oltre la 400esima posizione).

Qualche anno fa però Mirjana, che nel 2011 ha sposato l’imprenditore italo-americano Daniele Baroni, ha ritrovato la serenità giusta per risalire la china e mostrare nuovamente quel tennis che l’aveva portata a 17 anni in semifinale a Wimbledon. Quest’anno la croata, grazie ad una grande estate culminata con gli ottavi agli Us Open (battuta da Sara Errani dopo aver superato le qualificazioni ed eliminato l’allora numero 2 del mondo Simona Halep). Inoltre è tornata a vincere un torneo nel circuito maggiore dopo oltre sedici anni (a Quebec City). Ha chiuso l’anno al numero 60, la più alta posizione dal 1999. Non è mai troppo tardi.

Victoria Azarenka: 5

Per metà stagione ha l’alibi dell’infortunio al piede. Dall’estate sul cemento americano però ha giocato e ripetuto – anche piuttosto seccata – che fisicamente aveva recuperato dai problemi fisici, e i quarti raggiunti anche con sofferte maratone agli Us Open lo testimoniano. C’era bisogno di riprendere il ritmo partita e per far questo avrebbe dovuto giocare tornei, perché allora chiudere la stagione a Tokyo e rimandare tutto al prossimo anno? Qualcuno potrà dire che non valeva la pena stancarsi inutilmente, altri invece (come gli ammiratori di Ferrer) la potrebbero tacciare di pigrizia, perché all’accumulare partite ha preferito più mesi di vacanza e divertimento (tutto documentato copiosamente su Instagram…).

Na Li: 10

Un premio alla carriera. Per essere diventata un’icona nel suo paese, prima donna asiatica di sempre a conquistare uno slam nel 2011 al Roland Garros. Best ranking di numero 2 del mondo. Quest’anno era partito nel migliore dei modi con la conquista del secondo major agli Australian Open, poi l’infortunio al ginocchio ed una prospettiva di recupero troppo lunga e difficile a 32 anni l’hanno spinta ad appendere la racchetta al chiodo. Unico rammarico, forse, il non aver conquistato una medaglia per la Cina alle Olimpiadi soprattutto in casa a Pechino, anche se nel 2008 non era ancora esplosa ai massimi livelli (diciamo tali da vincere uno slam).
Un personaggio positivo ed una giocatrice dal tennis esplosivo e dal rovescio potente e preciso. Simpatica e spontanea, se solo avesse avuto più ancor più dimestichezza con l’inglese avremmo riso ancor di più ascoltando i suoi discorsi di premiazione, in cui spesso prendeva bonariamente in giro il marito. Mancherà al circuito e, a giudicare dalla commozione durante la cerimonia di saluto, anche alle colleghe.

 

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