Wta Parigi Indoor Day 3. B-Factor, Parigi riscopre la Bartoli

Briciole di baquette quotidiane: Mauresmo riporta Bartoli in Fed Cup, Vinci non ripeterà la semifinale dell’anno scorso,  Kvitova gioca a sprazzi, Errani-Vinci ci fanno soffrire. 

Caro diario…

Per certi versi è stata una giornata lungo un sogno per Marion Bartoli.  E se invece io la dovessi descrivere con altri versi uscirebbe un: Kvitova, Barthel e Bartoli quarti in vista e la gatta Mauresmo svela la lista. Adesso è chiaro a tutti  perchè non vincerò mai nè il Nobel per la Letteratura e  neanche la coppa del nonno per i dilettanti allo sbaraglio.

Il giorno di Amelié Mauresmo. Ieri era stata la serata, oggi si è presa anche il giorno. Alle 12 l’annuncio ufficiale della squadra di Fed Cup che giocherà contro la Germania. La stanza è gremita. E si che non è proprio piccola. Giornalisti, fotografi, radio e tv quasi accatastati uno sull’ altro. Mauresmo entra, si siede sorride e in meno di 10 secondi fa l’annuncio “Le giocatrici dell’ equipe convocate sono” piccola pausa ad effetto ”…Marion Bartoli…” Che poi era quello che tutti i presenti volevano sapere. Delle altre 4 giocatrici, quasi non interessa a nessuno. Mauresmo prosegue “Cornet, Parmentier, Razzano, Mladenovic”. Dei 40 minuti di domande e risposte si parla, ovviamente solo del ritorno in  squadra della Bartoli.

“Come capitano è una soddisfazione poter scegliere la giocatrice più forte. Ed è anche una vittoria personale”.
Mauresmo, sorride sorniona come un gatto che non solo si è pappato il topo, ma ha fatto fuori tutta la razione di latte che c’è in casa.
“Non è stata fatta nessuna concessione e lei ha accettato tutte le mie condizioni” E per sfregio si è mangiata anche la pappa del cane.

Quando le chiedono se avesse parlato con il dottor Bartoli ci fa giù un po’ dura “Dall’Australian Open ho parlato solo con Marion”. Altro sorriso e capisci che gatto Mauresmo sì è mangiata anche Titti. Gatto Silvestro schiatterà di invidia.

Mentre tutta l’attenzione è rivolta alle parole in sala stampa, in campo si mazzolano Wickmayer e Pavlyuchenkova.
In un match con inizio alle 11 di mercoledì il numero di spettatori è decisamente inferiore ai giornalisti che dopo aver ascoltato Mauresmo, si affollano attorno al tavolo del buffet. Il team stampa italiano, che ci crediate o no, invece si serve solo di un bicchiere di champagne (oh siam mica a Parigi a scartavetrare la Tour Eiffel e basta…va be’ un’ ora di vergogna per aver provato ad imitare Crozza-Bersani…a discolpa, forse, sono ancora sotto l’effetto dell’alcol). Il brindisi era necessario per festeggiare il compleanno di Monique Filippella.

Due ore dopo, il numero di spettatori è aumentato, anche perché oggi è il “Kids Day” e questo significa non solo un incremento di presenze, ma un incremento di decibel, dato l’entusiasmo che ci mettono. La belga e la russa sono ancora lì a colpire più forte che si può la palla.
Arrivate la terzo set, Pavlyucenkova decide di recitare in un film dell’orrore ed è bravissima, in 13 minuti gioca 5 game terrificanti e un drop shot per cui meriterebbe l’oscar per la scena più agghiacciante vista su un campo da tennis.
Poi, quando tutto è perso, si rilassa e riprende a giocare come sa, o meglio, saprebbe fare se evitasse di complicarsi sempre la vita. Come una che per entrare in una stanza preferisce buttare giù i muri invece di passare per la porta.
La russa recupera fino al 3 a 5, annulla 3 match point e capitola al quarto. E Wickmayer sollevata arriva al secondo turno. Giocherà contro la giovane speranza francese Mladenovic.

L’allegro gruppo della stampa italiana presente a Parigi, si sposta compatto sul campo uno. Quello che dovrebbe essere sponsorizzato dalla Findus. Roberta Vinci gioca contro Mona Barthel, la quale, a parte il completo brutto brutto ma brutto dell’altro ieri, è anche la giocatrice tedesca con più talento. Non una partita facile per l’Italiana. Ma chi rischia di più al momento del sorteggio è il campo: l’arbitro ha una moneta grande quanto una piadina, quando la lascia rimbalzare si sente un vero tonfo. Meno male non è caduta sul piede di una delle due giocatrici altrimenti era medical time out prima ancora dell’inizio del match. I primi game sono di studio: in Matematica è più brava la tedesca, in Storia e Geografia la Vinci, quindi primo set per l’italiana 6 giochi a 4.
Coach Errani viene chiamata in campo dalla Vinci. E Barthel fa altrettanto. Il momento più difficili per entrambi i coach è quando devono uscire. La porticina non si apre. Ci prova il coach tedesco con le buone e con le cattive. Niente, ancora una volta la Francia resiste agli attacchi tedeschi. Rinuncia e con un balzo la salta. Errani, più tranquillamente, scavalca.

Da quel momento, verso Sara inizia un via vai di bambini che le chiedono l’autografo e lei gentile non sa dire di no. Così per qualche minuto, smette i panni da coach per mettere quelli da top 10 e dare qualche secondo di felicità ai piccoli fan, poi però si sposta due file più sotto, altrimenti Vinci la licenzia.

Non si sa cosa abbia detto il coach a Mona, forse l’avrà minacciata di fargli ripetere il suo nome e cognome, Jaceh Szygowsk, 100 volte di seguito (qualcosa al limite della tortura fisica). La tedesca allora mette il mirino sulla racchetta ed inizia una fila di vincenti sia di dritto che di rovescio. E non si gioca più. In meno di tredici minuti Roberta Vinci è sotto cinque a zero.
Qualche minuto dopo inizia il terzo set. Vinci lotta, ci mette l’orgoglio, il rovescio in back, qualche attacco a rete. Ma non c’è molto da fare. Forse sarebbe stato più efficace tirare la racchetta in fronte alla tedesca che invece è la prima a qualificarsi per i quarti e conferma il risultato dello scorso anno.

Questo stadio è piccolo, ci sono solo due campi. E per allenarsi hai due possibilità, o vai in un club qui vicino oppure usi il primo set del tuo match come fa Lucie Safarova con La Dominguez Lino. La ceca si riscalda per una mezz’oretta perdendo il primo set e poi su dodici game ne lascia due di mancia alla spagnola.

La mattina è stata la giornata di Ameliè Mauresmo, il tardo pomeriggio l’attenzione dei francesi è tutta perMarion Bartoli. Figliola prodiga di Fed Cup. Marion forse si ricorda delle emozioni date agli spettatori lo scorso anno e si ricorda meno i dei patemi d’animo sofferti dal direttore del torneo. Così, quest’ anno ci riprova. McHale serve per il set, Bartoli lotta sui tre set point come se la sua vita dipendesse da questo game. Fa a il break, fa il pugno, fa un ruggito e praticamente il match finisce qui. Il risultato del tabellone dirà poi 75 61.

In contemporanea o quasi, scendono in campo sul centrale Kvitova e Voegele e sul campo Findus il doppio Errani-Vinci contro Parmentier-Coin. A questo punto tiro la monetina per decidere quale match seguire. Esce testa, si segue il doppio (la moneta lanciata aveva testa su entrambi i lati, ovviamente).
Errani e Vinci perdono il primo set perchè le francesi giocano meglio. Tradotto loro sbagliano di meno le italiane sbagliano di più. Nel secondo set Errani sbaglia di meno. Molto di meno. Vinci gioca meglio. Molto meglio, perciò finisce 6-2. Quindi si arriva al match tie-break, una sorta di calci di rigori in versione tennistica. E quando la questione si mette su un calcistico Francia-Italia, le transalpine hanno la peggio. Italia 11 Francia 9. Alè.

Tra il pubblico, abbastanza numeroso di francesi che incitano il doppio di casa, si notano dei pinguini con sciarpa e cappello e tre fan italiani di cui una con maglietta a manica corta. I pinguini la guardano e rabbrividiscono. Sarà f
orse per riscaldarsi, il mini-team di supporter italiani incitano a gran voce e fanno anche la Ola, costringendo anche una franco-tedesca, inopinatamente seduta accanto a loro, a partecipare. Piccolo gruppo ma gran rumore.

Kvitova in teoria ha un match facile contro la qualificata svizzera Voegele. Ma in campo ci sono due Kvitova: Petra la campionessa di Wimbledon che va subito 3 a 0, poi entra la sorella gemella ma adottata: Pietra. E li sono dolori per i teloni di fondo campo. La Voegele recupera, la ceca che sa giocare a tennis rientra in campo, poi va di nuovo a farsi un riposino. E la svizzera sarà poco fantasiosa ma metodica sì, fa il suo gioco e approfitta di ogni singola occasione fino ad arrivare al tie-break. Un pizzico di fortuna, una manciata di convinzione in più per la svizzera con una sosta prolungata ai box per la Kvitova e per la ceca le cose si sarebbero potute mettere molto male. Invece il tie-break è vinto. Successivamente alcuni sproloqui di troppo in lingua ceca aiutano la testa di serie numero due, con  un servizio vincete porta a casa l’incontro. Petra saluta gli spettatori rimasti fino alle 22.15 e visto che è l’ultima ad uscire, come dice il saggio, chiude anche la porta.

Menzione d’onore al ‘designer di interni’ del torneo.
Le pareti della sala stampa sono tutte rosa, più che un torneo di tennis sembra di stare al Giro d’Italia, tanto da domandarmi se la vincitrice del torneo percorrerà il corridoio verso la sala per le conferenze stampa a braccia alzate.

 

Capitoli precedenti del diario parigino

Wta Parigi Indoor – Day 2

Wta Parigi Indoor – Day 1

Wta Parigi Indoor – Day 0 

 

 

Risultati della giornata

 

Singolare – Secondo turno 

 

Mona Barthel (GER) d [5] Roberta Vinci (ITA)        4-6 6-1 6-3

 

[3] Marion Bartoli (FRA) d Christina McHale (USA)  7-5 6-1

 

[2/W] Petra Kvitova (CZE) d Stefanie Voegele (SUI) 7-6(5) 6-3

 

 

 

Singolare – Primo turno

 

Magdalena Rybarikova (SVK) d Virginie Razzano (FRA) 6-4 3-6 6-3

 

[6/W] Lucie Safarova (CZE) d Lourdes Dominguez Lino (ESP) 2-6 6-1 6-1

 

Kiki Bertens (NED) d Tamira Paszek (AUT)       6-4 7-5

 

Yanina Wickmayer (BEL) d Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 7-6(7) 4-6 6-3

 

 

 

doppio  – Primo turno

 

V Dolonc / J Husarova (SRB/SVK) d [3] J Goerges / M Niculescu (GER/ROU) 6-2 2-6 11-9

 

 

Doppio – Quarti di finale

 

[1] S Errani / R Vinci (ITA/ITA) d J Coin / P Parmentier (FRA/FRA) 4-6 6-2 11-9

 

 

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