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Wta Parigi Open Gdf Suez – 2012 Day 6.
Due vincitrici, una testa di serie attesa Marion Bartoli, l’altra invece, regina Sharpova, ha incimpato in Angelique Kerber. La tedesca è la terza mancina nelle ultime tre edizioni a giocare la finale (lo scorso hanno vince la Kvitova, due anni fa Safarova giocò la finale).
Per entrare in campo, le giocatrici percorrono un corridoi dove ci sono tutte le foto delle 19 precedenti vincitrici. Facile immaginare che Marion Bartoli vorrebbe aggiungere la sua foto accanto a quello della Mauresmo e angelique Kerber accanto a quello della legenda tedesca Steffi Graf.
Ma la finale si gioca domenica, prima c’è stato il sabato. Un sabato di sole, un sabato qualunque, un sabato parigino, un sabato di semifinali.
Bartoli-Zakopaova 76 60
Per Klara Zakopalova essere in semifinale del torneo parigino è un gran risultato. Ma se potesse evitare di dover fare le interviste TV, secondo me sarebbe più contenta. La vedi arrivare davanti al microfono del tizio di Eurosport Francia con due occhi sgranati grandi così. Sembra un agnello sacrificale costretta anche a sorridere. Lei ci prova un paio di volte. Mentre la ceca sta già sudando sotto i riflettori. Marion Bartoli, sta facendo stretching, appoggiata ad una colonna sembra volerla spostare. Lo stadio rimane per fortuna in piedi.
Quando però cominciano a giocare, Zakopalova fa vedere del grande tennis e si ritrova 5-2 e servizio. Come dire, la situazione di punteggio riporta alla memoria della Bartoli la partita di ieri. E come ieri prima fa il break sul servizio, poi mette in cascina un altro game e poi un altro e un altro ancora. Pochi minuti dopo è tie-break. E poco dopo primo set per la francese “Zakopalova può giocare così bene, quasi ingiocabile” dirà Bartoli “Ma non può giocare così bene per tutto il match. Per 20, 25 minuti le riesce di tutto. Ma se sbaglia tre, quattro colpi di seguito, allora esce dal match. Vinto il primo set, sentivo che potevo controllare l’incontro”. Lo ha fatto talmente bene da chiudere il secondo set 6-0, con una Mauresmo in tribuna, oggi molto più rilassata di ieri. Una francese in finale ci sta sempre bene qui a Parigi.
Ma chi viene qui allo stadio de Coubertin non se ne va dopo il primo match solo perché la giocatrice di casa a vinto. No, loro restano, anche perché i biglietti li hanno pagati 70 euro per i posti di ‘Categoria Premier’ e 45 euro quelli di ‘Categoria 1’.
Kerber-Wickmayer 76(2) 63 64
Quindi giusto il tempo di andare a prendersi un caffè e poi tornano per la seconda semifinale.
Per loro fortuna non è un match breve. Altre due ore e venti, altri tre set, altro combattimento. Un tennis fisico anche quando urlano “Com’on”. Le ascolti e senti già la stanca addosso. Wickmayer alla fine era in riserva, poche energie. Anche per la lunga partita finita tardissimo del giorno prima. Kerber era stanca mentalmente per la vittoria su la Sharapova “Negli spogliatoi ho pianto. No, non è stato facile calmarsi e riuscire a concentrarsi nuovamente sulla semifinale”. La differenza, secondo Angelique, alla fine sono statre due o tre palle che avrebbero potuto far girare il match in un verso o nell’altro. “Mi è andata bene”. Già anche perchè ha messo in tasca la finale al quinto match point. Ha ragione la tedesca le è andata bene. Ed anche agli spettatori, almeno a quelli che si siedono e guardano il tennis senza guardare solo al nome o alla classifica.
Sono convinta, straconvinta che molti vedendo i nomi di Wickmayer e Kerber avranno storto la bocca. E chi sono queste due? E avranno anche pensato che Maria con la Kerbe perde solo perché non ha interesse a giocare. Sai quanto le importa di un torneucolo come questo. Chi ha pensato così, spiace dirlo, non ci azzecca molto. Maria Sharapova non mollerebbe nemmeno un quindici al nipote di un anno e mezzo (se l’avesse), figurarsi alla Kerber. E la tedesca, dopo aver battuto Flavia Pennetta ha dimostrato da settembre scorso di non essere quella scarsa che non sa nemmeno tenere una racchetta in mano. Angelique ha lavorato molto sulla parte atletica. Questa è la sua terza semifinale dell’anno. E siamo a febbraio. I risultati li ottiene a suon di fucilate di dritto, ed essendo mancina, riesce a far male a molte che si trovano in difficoltà a giocarle contro (sempre chi criticò Flavia Pennetta, prenda nota: l’italiana soffre giocare contro le mancine, citofonare Safarova)
Marion Bartoli contro Angelique Kerber (mi piace ‘sto nome…chissà mai perché…) è la migliore finale del torneo semplicemente perché ci sono arrivare le due migliori di questa settimana.
Nota a margine
C’è anche un finale di doppio domani. Le americane Huber-Raymond contro
Ana-Lena Groenefeld Petra Martic. Il tennis è uno sport ‘democratico’ non importa come fisicamente tu sia, se hai una buona mano a tennis puoi giocare. E sia Gronefeld che Martic da questo punto di vista sono ben dotate.
La coppia ha un suo certo equilibrio e ottimo intesa. Mi ricordano qualcuno, ci metto un po’ a focalizzare chi. Poi mi torna in mente. Sì i due personaggi di Fantasia. Non importa il fisico quando c’è una agilità, tecnica, coordinamento e affiatamento.
Parigi città alla moda…anche qui…più o meno.
Gli organizzatori hanno chiesto agli arbitri una certa presenza sulla sedia. E i tre arbitri, si adeguano, Tutti e tre eleganti in giacca scura. Ma la palma dell’eleganza va all’arbitro del match doppio in un completo giacca e cravatta dal taglio di gran classe, viene il dubbio che sia pronto per andare ad un matrimonio.
Anche ai giudici di linea hanno cercato di dare un tono. Ieri erano con una maglietta grigio topo molto poco suggestiva. La tenuta è stata sfoggiata solo ieri. Oggi hanno provato qualcosa di diverso, gli uomini in polo nera con bordino fucsia, mentre le giudici di linea donne con maglietta fucsia. Sul campo a star fermi forse fa un po’ freddo perché quasi ad ogni rotazione in campo indossavano la felpa scura.