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09 Giu 2025 11:43 - Roland Garros
Le pagelle del Roland Garros: Alcaraz 10 e lode, Sinner pure ma senza bacio in fronte
di Evaristo Desio
Carlos Alcaraz 10, lode e bacio in fronte. Tra anni ci renderemo conto dell’incredibile quantità di talento di questo alieno arrivato a rovinare i piani dell’Italtennis. Il suo manifesto non sono tanto i match point annullati, il recupero da due set sotto e break nel terzo, il break quando Jannik serviva per il match, quanto l’incredibile 12-2 degli ultimi 10 minuti. Improvvisamente è andato in quel luogo dove solo Federer poteva arrivare e quando è lì nessun altro può infastidirlo.
Jannik Sinner 10 e lode. Si moltiplicano i rimpianti per quei tre match point che non dimenticherà facilmente, ma meglio di così il miglior giocatore italiano di sempre non può giocare. Ha resistito all’inizio devastante di Alcaraz, lo ha sopraffatto per tre ore e poi non si è arreso nemmeno quando tutto sembrava finito, nel decimo game del quinto set. Come tutti noi ha solo potuto guardare da lontano gli ultimi 14 punti del match, chissà che ha pensato. Ma una partita non racconta un torneo giocato con una superiorità quasi imbarazzante, qualsiasi tipo di avversario si trovasse di fronte. Il numero 1 non è usurpato, i conti si faranno a New York, più che a Wimbledon.
Lorenzo Musetti 10. Ognuno di noi ha la propria idea di tennis e il proprio giocatore preferito ma nessuno potrà negare che vedere Lorenzo scalda il cuore. Unico top10 col rovescio ad una mano, Musetti è riuscito a migliorare il dritto, diventato sicuro e spesso definitivo; il servizio, incisivo ed in ogni caso fondamentale per iniziare lo scambio in modo aggressivo; e, forse soprattutto, la condizione atletica. Persino Alcaraz si è spazientito per la varietà del gioco di Musetti. Ora serve completare l’opera, la top5 è ad un passo e l’erba non è certo nemica.
Novak Djokovic 10 meno. Se si pensa all’incredibile carriera, all’età, alla facilità con cui è arrivato in semi, naturalmente il voto dovrebbe essere diversa. Ma la verità è che Novak Djokovic non è più competitivo non solo con Alcaraz e Sinner ma con troppi altri giocatori. La semifinale con Sinner ci rimarrà impressa ma di fatto non è mai stata in discussione e il tabellone gli ha dato una mano enorme per arrivare fin lì. Il 10 rimane perché più di questo non è umanamente possibile chiedergli, ma già a Wimbledon sarebbe sorprendete se arrivasse molto lontano, tabellone o non tabellone.
Jack Draper 7. Voto perché è diventato il numero 4 e perché la terra rossa non è certo la sua superficie preferita. Draper ha sostanzialmente fatto quello che doveva e ai quarti ha trovato un Bublik che si era alzato dalla parte giusta del letto. Però, terra o non terra, avanti di un set avrebbe dovuto trovare un modo per arrivare almeno a Sinner. Sull’erba andrà diversamente, vedremo da quale parte del tabellone finirà, ma l’idea è che possa fare meglio. Molto meglio.
Alexander Zverev 4. Perdere con questo Djokovic, dieci anni più vecchio, è solo la certificazione, chissà se definitiva, di un giocatore ormai sfiduciato e in piena crisi motivazionale e tecnica. Zverev in sostanza non ha migliorato niente nel corso degli anni e si è trovato del tutto impreparato a reggere l’urto dell’arrivo di due fenomeni. In campo sembra sempre non capire come fare a gestire il match, cosa che può andare bene quando il divario è molto alto. Ma se basta un Djokovic a renderti del tutto impossibile portare a casa una partita significa che il numero 3 è sin troppo generoso.
Alexander Bublik 8. A proposito di preferenze, noi prenderemo sempre Bublik. Giocatore sempre bello da vedere e soprattutto uno che a tennis gioca. Ci pensino altri a collezionare vittorie e record, lui il giorno del quarto di finale con Sinner aveva un aereo la sera che l’avrebbe portato finalmente a vedere il Grand Canyon. Altro che il grande Slam.
Joao Fonseca 5. Bisogna aspettare e quindi aspettiamo, ma Fonseca potrebbe e dover fare meglio di così. Con Draper, ma su una superficie per lui più congeniale, ha replicato la stesa di Indian Wells, come se i due mesi non fossero passati. Ha battuto Hurkacz e Herbert ma ci aspettavamo di più. Ci aspettiamo di più.
Holger Rune 5. Si è imbattuto in Musetti e pare che abbia sempre qualche noia fisica. Il fatto è che ogni tanto pare emergere dall’oblio e batte Alcaraz e poi sembra tornare rassegnato ad una certa mediocrità. Anche lui è molto giovane e quindi il tempo c’è, e il talento pure. Nell’attesa non possiamo che dirci delusi.
Brian Shelton 6. A noi sembra che Ben stia facendo per bene il suo percorso. Sulla terra non poteva fare granché eppure ha superato tre turni ed ha strappato un set ad Alcaraz in una partita non banale. Anche per lui l’erba dovrebbe modificare le cose, e forse sarà il caso di non trovarselo dalla propria parte di tabellone a Wimbledon.