ATP 500 Halle: un redivivo Medvedev supera Zverev in tre set. Finale con Bublik

[3] D. Medvedev b. [2] A. Zverev           7-6 (3) 6-7 (1) 6-4

A. Bublik b. [8] K. Khachanov                 4-6 7-6 (5) 6-4

Sarà una sfida tra Daniil Medvedev (finalista nel 2022) ed Alexander Bublik (vincitore nel 2023) a decidere l’edizione numero 32 dell’ATP 500 di Halle. Il vincitore degli US Open 2021 ha raggiunto l’ultimo atto del torneo grazie al tredicesimo successo in venti confronti diretti maturato ai danni dell’eterno rivale Sascha Zverev dopo tre ore di battaglia: 7-6 (3) 6-7 (1) 6-4. Di tre set (e 121 minuti di partita) ha avuto bisogno anche il kazako, vittorioso in rimonta su Karen Khachanov per 4-6 7-6 (5) 6-4. Nei sei precedenti (nessuno dei quali su erba), ha sempre prevalso l’ex numero uno del mondo. Ma la sensazione è che stavolta il pronostico possa aperto come mai prima d’ora. Nella settimana che (lo scorso 17 giugno) lo ha visto festeggiare il ventottesimo compleanno, dopo aver estromesso dal torneo il detentore nonché leader della classifica ATP, Alex si è regalato l’ottava finale della carriera, la prima stagionale, la seconda nel luogo in cui due anni fa aveva conquistato il trionfo più importante. E con una maturità (forse) finalmente raggiunta, andrà domani alla ricerca del quinto titolo da mettere in bacheca (l’ultimo risale alla passata stagione, quando si impose rimontando Coric sul veloce indoor di Montpellier).

Per Daniil si tratta della finale numero trentanove nel circuito maggiore, raggiunta ad oltre un anno di distanza dall’ultima disputata (sconfitta ad Indian Wells per mano di Alcaraz) per cercare di riconquistare un titolo (sarebbe il ventunesimo) che manca ormai da oltre due anni (quando, sulla tanto odiata terra rossa, s’impose a Roma su Holger Rune). E perché no cancellare il ricordo della finale del Terra Wortmann Open malamente persa tre anni fa contro Hurkacz, rimasta celebre per la reazione dello storico coach Cervara che, stanco dei ripetuti insulti oltre misura, abbandonò il suo angolo nel corso del match. Un successo che darebbe fiducia al russo in vista dei Championships (di cui è stato semifinalista nelle ultime due edizioni) e che gli permetterebbe di tornare a vincere un torneo su erba quattro anni dopo l’unica affermazione fin qui ottenuta in carriera (a Mallorca nel 2021).

PRIMA SEMIFINALE: MEDVEDEV – ZVEREV       

In un primo set dominato dai turni di servizio, l’unica chance in risposta se l’era conquistata l’ex numero uno del mondo, quando sul quaranta pari del terzo game aveva approfittato di una seconda del tedesco per costruirsi un’opportunità ben annullata però da Sascha con una spettacolare esecuzione di rovescio scagliata in lungolinea. Sul quattro pari (come già avvenuto ieri contro Michelsen) Daniil ha dovuto affrontare il riaffiorarsi dell’emorragia nasale (non una novità per lui che ha dichiarato di soffrirne negli ambienti dove l’aria è più secca). Al tie-break, arrivato dopo 34 punti vinti a testa ed una percentuale di prime intorno all’ottanta, Medvedev è scappato subito avanti (5 a 0). A rete si si è andato a prendere il set point (6-1), chiudendo la prima partita allo scoccare dell’ora di gioco: 7-6 (3).

Più irregolare l’andamento del secondo set. Quando nel secondo game Zverev ha ceduto la battuta con due gratuiti consecutivi (uno smash che clamorosamente non ha trovato il campo ed un dritto affossato in rete in uscita dal servizio dopo una risposta tutt’altro che irresistibile del russo), avanti di un set e di un break Daniil sembrava avere il match in pugno. Spalle al muro il ventottenne di Amburgo ha rallentato il gioco allungando gli scambi e, primo giocatore nel torneo a riuscirci, è stato capace di strappare il servizio a Medvedev rientrando in partita. Il tedesco si è caricato chiamando a sé il pubblico e, dopo l’aggancio (2-2), nel quinto game ha avuto anche la chance del sorpasso (30-40), costringendo Daniil a sventare la minaccia con una volée di dritto a chiusura di un punto ben indirizzato dal precedente attacco di rovescio giocato in avanzamento. Nel dodicesimo gioco, però, è stato Sascha a dover annullare tre match point (concessi con due discese a rete tutt’altro che irreprensibili ed un dritto steccato forse per colpa di un urlo venuto dagli spalti). Opportunità mancate, anche per mancanza di coraggio, che sono rimaste nella testa del russo per l’intero tie-break, dominato dal numero tre del mondo: 7-6 (1).

Dopo il toilet break Medvedev si è ritrovato e, nel terzo gioco del set decisivo, è tornato a comandare lo scambio anche dalla risposta: trovando gli angoli ha mosso Zverev più di quanto il tedesco non avrebbe voluto e vincendo dal trenta pari due estenuanti punti consecutivi ha ottenuto il break che ha spezzato l’equilibrio, spostando l’inerzia del match nuovamente dalla sua parte. Un vantaggio che il solito Daniil (capace di creare e disfare a piacimento) ha rischiato di vanificare nel game successivo, costringendosi a salvare quattro palle del contro break (di cui due consecutive dopo il doppio fallo del 15-40). Sfumate le chance, Sascha non è però più stato in grado di reggere fisicamente il ritmo della partita, lasciando via libera all’ex numero uno del mondo. Daniil è andato in scioltezza a match point con un vincente di rovescio lungolinea (40-0), prima di far calare il sipario sul match al quinto tentativo, con un altro vincente (il trentanovesimo della sua partita) lungolinea, stavolta di dritto: 6-4.

SECONDA SEMIFINALE: BUBLIK –  KHACHANOV

In difficoltà con la prima di servizio, un Bublik ad inizio match non all’altezza dei turni precedenti, nel terzo game ha subito concesso tre chance di break a Karen con un doppio fallo (0-40) e, dopo aver salvato le prime due, è stato costretto ad arrendersi alla profondità di una risposta del russo che, indirizzata alle stringhe del kazako, gli è costata il servizio. Scartato il regalo, il vincitore dell’edizione 2018 del Master 1000 di Parigi-Bercy è andato avanti per la sua strada, fatta di solidità al servizio e potenza dei colpi da fondo. Così, senza concedere nulla in risposta ad Alex, un determinato e concentrato Khachanov ha archiviato il primo set in mezz’ora con un’ottima prima esterna da destra: 6-4.

Con fatica, dopo quasi un’ora partita, nel sesto gioco del secondo set Bublik è riuscito a costruirsi la prima palla break grazie ad un’ottima accelerazione di dritto (30-40), sventata però da un gran diagonale di rovescio del ventinovenne moscovita atterrato all’incrocio delle righe. Comunque un segnale di risveglio, per il vincitore dell’edizione 2023, acceso da un paio di palle corte ben eseguite e da qualche tocco a rete che ha deliziato il pubblico sugli spalti. In un tie-break di altissima qualità, dopo dieci punti consecutivi che hanno rispettato i turni di servizio, Alex ha mischiato le carte chiamando a rete Khachanov (6-5), prima di pareggiare il conto dei set con il serve and volley ed un leggero aiuto da parte del nastro: 7-6 (5).

In apertura del parziale decisivo Bublik ha rischiato di rimettersi in difficoltà con le proprie mani, quando nel secondo game è tornato con un doppio fallo a concedere palla break al russo, colpevole però di non aver tenuto in campo il rovescio nel punto successivo e consentendo così al kazako di non pagare dazio. Scampato il pericolo e ritrovata solidità al servizio è stato Alex a spezzare l’equilibrio. Nel fatidico settimo game (sul 40-40) un Khachanov meno reattivo dei primi due set è arrivato in ritardo sulla palla corta del kazako non riuscendo a tenere in campo la contro smorzata (40-A). Quindi non ha messo in campo la prima, subendo la gran risposta vincente di rovescio che, scagliata da Bublik in lungolinea, è valsa il break che ha deciso la semifinale. Perché alla fine, nonostante la palla break del contro break concessa sul 5-4 nel decimo game (da 40 a 0), Alex ha completato l’opera trovando il quarto match point con un ace esterno da destra e facendo calare il sipario sulle semifinali con una gran seconda al centro: 4-6 7-6 (5) 6-4.

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