Djokovic, il nuovo coach è Vemic: “Posso ancora vincere uno Slam”

Il serbo esordirà domani a Ginevra

Novak Djokovic non sta vivendo il suo momento migliore e i risultati sulla terra battuta in questa stagione lo dimostrano, con sconfitte all’esordio sia a Monte-Carlo che a Madrid. Il serbo ha disputato un ottimo torneo a Miami, ma il cambio di superficie non lo ha aiutato a trovare la costanza che sta faticando a raggiungere nel circuito in questo 2025. Per avvicinarsi meglio al Roland Garros 2025, il serbo parteciperà all’ATP di Ginevra subito prima dello Slam parigino, cosa non molto comune per un top player ma necessaria data la sua situazione attuale del 24 volte vincitore Slam.

“Al momento non sto cercando un allenatore – ha detto Djokovic al Media day del torneo svizzero -. Non credo ci sia bisogno di affrettarsi; mi sento a mio agio con le persone che mi circondano. Qui con me ci sono Dušan Vemić, che mi accompagnerà anche al Roland Garros e Boris Bošnjaković, che fa da analista e assistente allenatore. In futuro, vedremo”, ha chiarito Nole dopo la separazione da Andy Murray. “È bello essere di nuovo a Ginevra – ha aggiunto -, ho giocato qui per la prima volta l’anno scorso. Volevo giocare ancora qualche partita prima del Roland Garros, considerando che ho perso nei primi turni sia a Monte-Carlo che a Madrid. Con il mio team abbiamo deciso che è meglio provare a giocare almeno un’altra partita per prepararci al meglio per Parigi”.

“Questo è un capitolo diverso della mia vita – ha detto Nole – sto cercando di abituarmici. Non sono abituato a perdere ai primi turni consecutivamente. Non credo mi sia successo negli ultimi 20 anni, ma sapevo che momenti come questo sarebbero arrivati. Ho ancora il desiderio di vincere i tornei del Grande Slam ed essere tra i migliori al mondo. È per questo che gioco, per puntare ai trofei, per arrivare al top della forma prima del Roland Garros, per sfidare i migliori al mondo. La motivazione c’è ancora, ma in questo periodo di transizione devo capire il mio corpo e le mie circostanze. So quanta dedizione ci vuole per essere un campione del Grande Slam, ma non è così facile per me come lo era dieci anni fa perché la mia vita è cambiata. Sento di poter ancora competere per vincere uno Slam. È chiaro che, in termini di risultati, ho più alti e bassi di prima, ma devo accettare che il mio livello di gioco non è più costante come prima”, ha concluso il serbo.

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