Sabalenka torna in finale a Stoccarda, Paolini si arrende

Jasmine Paolini è costretta alla resa dopo una lotta di un’ora e mezza contro un’Aryna Sabalenka tra alti e bassi continui e spesso senza troppe sfumature: o dirompente, o troppo negativa. L’azzurra è rimasta in campo con ottimo piglio fino alla fine, cercando soluzioni per continuare a complicare le cose alla numero 1 del mondo che però ha sempre portato dalla sua i game più importanti in un 7-5 6-4 che la riporta in finale a Stoccarda: sarà la quarta volta in cinque anni.

Dopo un inizio devastante per Sabalenka, la partita si è fatta piuttosto equilibrata. La resa di Aryna con la seconda di servizio era terribile, il primo set è finito in crescendo e si è fermata comunque al 21% di punti ottenuti, rischiando fin troppo quando sul 5-5 30-0 ha vinto un punto rocambolesco sul servizio della rivale per rientrare mentalmente, soprattutto, nell’incontro. I suoi 20 minuti precedenti erano stati molto negativi con due turni di battuta persi, errori e frustrazione che emergevano mentre Jasmine faceva bene il lavoro da fondo campo ma si faceva anche notare a livello caratteriale, sospingendosi a ogni punto vinto pur dopo un inizio in cui qualsiasi cosa facesse sembrava Sabalenka poter mostrarsi semplicemente più forte.

Dal 5-2, Aryna ha perso il secondo turno di battuta a zero e sul 5-3 ha buttato il rovescio in palleggio sul 30-30, sul 5-4 ormai in preda al nervosismo ha buttato un dritto sul 15-15 e sul 15-40 ha tirato il doppio fallo. Paolini, pur sommersa nelle prime fasi, aveva trovato la maniera di entrare nel match: palleggi carichi, attacchi alle prime occasioni, rischi sì ma abbastanza calcolati. Aveva portato Sabalenka a sbagliare, ed era già un piccolo traguardo, poi sul 5-5 il primo momento negativo: pur con due gratuiti della rivale nei primi due punti, sul 30-0 ha subito un gran lob della rivale e non ha saputo giocare una voleè successiva migliore di quella che è riuscita come un appoggio sul rovescio di Sabalenka che ha chiuso il punto e riaperto il game in cui, tirando con forza e precisione sulle righe, ha portato a casa rigirando nuovamente la situazione.

Pur con qualche patema, è arrivata la chiusura del set che comunque non le ha dato tranquillità. Jasmine riusciva a partire avanti, mostrandosi sempre la più energica in campo e sull’1-0 trovava il break in maniera anche fortuita, ma meritata. L’allungo stavolta c’era ma sul 3-0 ha subito un altro rientro della numero 1 del mondo e sul 4-4 il crollo definitivo, di nuovo da una posizione di vantaggio. Sul 30-40 è andata a rete cercando una voleè definitiva, ma la palla era troppo bassa e il colpo uscitole dalle corde ha dato modo a Sabalenka di arrivarci, seppur in spaccata, ma con lo spazio per il passante incrociato di dritto che Jasmine non ha potuto rigiocare. Sul 5-4, così, è arrivata anche la fine della partita: servizio vincente di Aryna sul 30-30 e dritto conclusivo in lungolinea. Braccia al cielo per lei, con un discreto sospiro di sollievo, e ora c’è solo Aljona Ostapenko tra lei e quella Porsche che ha dichiarato fosse un chiodo fisso già tre anni fa.

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