Djokovic batte Ruud, soffrendo solo nel primo parziale e vince il suo 23esimo slam, allungando su Nadal fermo a quota 22. Terzo Roland Garros vinto per lui, 94esimo titolo Atp e sogno Grande Slam ancora vivo.
Grande partenza del numero 4 del mondo che non sembra sentire la pressione, tiene a 0 il primo turno di servizio e ottiene il break nel primo game in risposta, alla terza palla break, sfruttando un clamoroso smash sbagliato, di metri, da parte di Djokovic. Non sembra avere timori reverenziali il norvegese, nonostante abbia perso 8 set su 8 contro il serbo: spinge appena ne ha l’opportunità, sia col dritto come ci si aspettava, ma anche con rovescio e smorzate, verticalizzando spesso e proponendosi, anche con successo, a rete. Djokovic commette tanti errori, non riesce a leggere bene il gioco di Ruud che alterna botte da fondo e lob profondi che mandano fuori giri il gioco del serbo: inoltre sembra non sentire benissimo gli appoggi, perdendo l’equilibrio più volte sia nelle rincorse laterali che in quelle avanti. Naturalmente il serbo non molla, cerca di stare attaccato più possibile al punteggio e riesce ad ottenere, alla prima chance, il contro break nel settimo gioco al termine di un game di risposta davvero ben giocato e chiuso però, come nel suo caso, con uno smash sbagliato da parte del norvegese. Annulla una chance del 5-3 con un dritto vincente e impatta per la prima volta nel punteggio sul 4-4: entrambi provano la zampata vincente, Ruud annulla una palla break nel nono gioco e issa sullo 0-30 nel decimo. Djokovic risponde presente, non dà chance al norvegese piazzando la prima e prendendo subito le redini dello scambio con il dritto.
Si va al tie break, aperto dal punto più bello del primo set con Djokovic che tira un dritto lungo linea in corsa pazzesco ottenendo il primo mini break: altro scambio duro chiuso dal serbo a rete, con Ruud che sbaglia la scelta sulla direzione del passante. Il serbo non si guarda più indietro, ottiene un altro mini break nel quinto punto e chiude per 7-1 con un dritto vincente dopo 1 ora e 21 minuti: Ruud è stato praticamente impeccabile in questo primo parziale, ma nonostante tutto non è bastato.
Djokovic, da cannibale quale è, ha innalzato i giri del motore nel momento decisivo e ha portato a casa il primo parziale. Addentata la preda, non la molla più e ottiene subito il break nel secondo set grazie ad un ottimo game in risposta, condito da un paio di saette di dritto sulle prime, nemmeno tanto tenere, del norvegese. Il serbo mette il pilota automatico, il norvegese ha smarrito la fiducia del primo set e anche il secondo parziale se lo aggiudica senza troppi patemi Djokovic: Ruud annulla due set point al servizio sul 2-5 grazie a due dritti vincenti ma nulla può in risposta con il serbo che chiude senza problemi a 0 il nono game.
C’è più partita nel terzo set, con Ruud che cerca di sciogliersi, come nel primo parziale: difende con le unghie e i conti i propri turni di battuta (annullando una palla break nel terzo gioco) e fa gara di testa.
Conquista una chance nell’ottavo gioco, andando sullo 0-30: un nastro fortunatissimo aiuta il serbo a ridurre lo svantaggio e poi il servizio lo tira fuori dai guai. Nell’undicesimo game Djokovic fa lo scatto decisivo, tira 4 vincenti, due per fondamentale e ottiene il break decisivo, a 0, che lo manda a servire per il set (0 palle break concesse dall’ottavo game del primo set).
Zero esitazione, va avanti per 40-0 e chiude al secondo match point dopo 3 ore e 14 minuti.
23esimo slam, allungo (forse definitivo) su Nadal e primo giocatore a vincere per tre volte tutti e 4 i tornei dello slam: torna numero 1 del mondo e a Wimbledon cercherà di agganciare Federer ad 8 titoli sui prati, ma soprattutto cercherà di continuare a cullare il sogno del Grande Slam, sfumato all’ultima curva nel 2021 contro Medvedev in finale allo Us Open.
Buona prestazione di Ruud che ha raggiunto la finale per il secondo anno consecutivo e ha giocato un primo set oltre i suoi limiti. E’ rimasto in partita, nonostante l’amaro epilogo del primo parziale, per tutti e tre set, cosa che non gli riuscì un anno fa con Nadal: c’era poco altro da fare per lui quest’oggi, la differenza tra i due contendenti è troppo ampia.
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