Si fa presto a dire “parlate di tennis” quando il mondo fuori preme con la sua violenza e non risparmia certo un campo da tennis, sia pure prestigioso come il Roland Garros. Anche a noi piacerebbe occuparsi solo delle prestazioni dei nostri, oggi capaci addirittura di un en plein, cinque vittorie su cinque, ma sarebbe reticente non ammettere che la prima giornata del Roland Garros è stata dominata dalla bruttisima fine del match tra Aryna Sabalenka, in corsa per diventare la nuova numero 1 del tennis mondiale, e Marta Kostyuk. Come saprete tutti si tratta di una bielorussa e di una ucraina, cosa che a Kostyuk deve sembrare sufficiente per aver messo in atto un sorta di faida, per fortuna non certo cruenta, contro di lei e contro tutte le russe. Kostyuk oggi non si è limitata a non stringere la mano all’avversaria, ma in conferenza stampa si è lasciata andare a dichiarazioni che forse nemmeno contro i tedeschi al tempo di Hitler si erano mai sentite. Sabalenka, secondo questa visione allucinata, sarebbe responsabile di non dire che si augura il successo militare dell’Ucraina (I don’t know how it will be over, but I want Ukraine to win at the end. But about them, I’m not sure.”); i russi di voler distruggere gli Stati Uniti ma solo perché non la conoscono (“there are people who never left Russia, and they say, Oh, Russia should destroy U.S.; you know, they’re the biggest enemies of ours, but they’ve never even been there); che non capisce quali siano le difficoltà di Sabalenka; che i francesi si pentiranno di averla fischiata alla fine del match ed altre illuminazioni simili. Fatto salvo il dovuto rispetto di una ragazza evidentemente sotto stress c’è il dovere di dover prendere le distanze da queste dichiarazioni e – anche se non succederà di certo – pure le associazioni dei giocatori, dovrebbero intervenire. La tragedia che si sta consumando a poche centinaia di chilometri da noi merita meno di certo meno superficialità, anche se purtroppo l’infantile mantra di “aggressore/aggredto” – come se non ci fosse né prima né dopo, come se l differenza di orribili posizioni tra i governi dei due contendenti (due o quelli che sono) sia poi così ampia.
Con tutto questo sotto gli occhi ci scuserete se per una volta anche noi lasciamo il tennis in secondo piano, ma ci è sembrato importate prendere una qualche posizione, che naturalmente non impegna tutta la redazione, nella quale coesistono sensibilità diverse, come potete rendervi conto leggendoci. Speriamo domani di poter prlare di Alcaraz, Djokovic e Sinner.
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