Nadal sorprende Djokovic, è tornato the king of clay

[5] R. Nadal b. [1] N. Djokovic 6-2 4-6 6-2 7-6(4)

Che poi vederli e pensare “ma davvero non trovano di meglio da fare?” è una cosa sola con l’altra domanda: davvero non troviamo di meglio da fare? Uno con la papalina, che ha l’aria triste di chi pensa che prima si soffriva per l’ansia ora per la nostalgia, perché magari è l’ultima o comunque ci sarà presto l’ultima e allora sono tutte le ultime, tutte le partite che ci sono ancora e forse anche quelle che ci sono state. L’altro con gli occhi dal taglio serbo, tipici della sua terra, mio dio il giornalismo sportivo, che arriva da discussioni in tribunale, forse avrà imparato che avere ragione non serve se sei più debole, ma più probabilmente lo sapeva da prima, è serbo, non perdiamoci un luogo comune. Djokovic vince il sorteggio, forse è un segno forse no, lo sapremo presto, intanto comincia a servire, non ha ancora perso un set, lo perderà presto ma intanto il primo game dura dieci minuti. La gente ha i brividi, ne parlano da dieci giorni chissà cosa dovrebbe succedere secondo loro, forse fare mattina, come quella volta a Melbourne, ma sarebbero anche passati più di dieci anni, cosa si crede. Sembra che vadano piano, forse perché prima abbiamo visto altri due che andavano fortissimo, sembra che tirino piano, sarà per lo stesso motivo, Nadal ha la palla break, Djokovic gioca la smorzata e poi il lob, ecco adesso comincia, macché altra palla break, Nadal è avanti, sono passati dieci minuti, faremo l’alba se continuano così.
Nadal serve, niente di che, ma Djokovic risponde come se non fosse Djokovic, ci si guarda perplessi, Nadal lancia occhiate al suo angolo, come sempre, ma pare non comprendere, fa il suo gioco, varia, ma si capisce che si aspettava un avversario diverso, gliene avevano parlato come uno forte, che non perde un set, al povero Schwartzman l’ha proprio trattato male, Ivanisevic ha detto che può giocare dieci set se serve, ma aveva l’aria di dire figuriamoci se serve. Intanto sono 2-0, il gioco si è fatto più rapido, Djokovic chiude a zero il proprio turno di servizio, poi ha due palle break, ecco la partita è cambiata, guarda com’è preoccupato Nadal, il pubblico è impaurito, si capisce per chi tifa, per chi teme. Nadal però tiene il servizio, va sul 5-1, ancora niente Vamos, Djokovic ha la faccia scavata, ci teneva ma perché? cosa cerca ancora? Magari sono le sue domande, nel frattempo ogni tanto fa un bel lungolinea di rovescio, ogni tanto manovra col dritto, spesso non fa niente, fino a sorprendersi del colpo che non entra, com’è possibile? Nadal chiude 6-2, adesso pre più convinto, o meglio più disinteressato a Djokovic, se proprio devo magari glielo chiedo dopo cosa sta facendo, intanto andiamo avanti, sei palle break, ma da sinistra Djokovic fa sempre il punto, a volte pare quello che ci aspettavamo, ma a destra il punto lo fa ancora Nadal, prima o poi qualcosa succede, lo smash ad andare avanti anche nel secondo set, poi il game a zero, di nuovo il break, ora c’è qualche avambraccio verso l’alto, non ancora il vamos. Il dritto lungolinea adesso funziona, almeno contro questo Djokovic, però i ritmi restano bassi, così bassi che Djokovic tira tre colpi decenti, bastano per l 2-3 e per la risata amara del numero 1 del mondo, cosa mi stava succedendo, forse tutto diventa normale.
Ora c’è la partita, i pensieri sono svaniti, rimangono due di 35 e 36 anni che giocano come possono, sbagliando e sbiffando, ogni tanto facendo qualche bel punto, il rovescio lungolinea di qua, il dropshot di là, il dritto anomalo, queste cose che in 16 anni abbiamo visto tante di quelle volte che anche basta in fondo. Un game dura sedici minuti, c’è sempre quello che dice “Federer ci finiva un set”, Djokovic pare riprendere la partita, 3 pari poi il doppio fallo per una palla break, giocano da sei minuti il settimo game, c’è tempo. Quando arrivano al 5-4 hanno giocato un set di un’ora e un quarto, ma solo perché il nono game fila via liscio, Nadal se allunga la palla va fuori, se accorcia arriva il rovescio, uno sulla rete, due buoni, così si perde il set. Almeno lo perdo come voglio avrà pensato Rafa, al secondo set point tira un dritto violento che esce di un metro, ora sono un set pari, chissà la voglia di andare a casa che hanno.

Già li senti, più scaramantici che tecnici, non fidarti di Nadal, quante volte è sembrato morto e ti sei ricreduto, Melbourne è lontana poco più di 4 mesi; ma questo è Djokovic, tecnico per tecnico, scaramantico per scaramantico, com’è che sono 2-0? nemmeno il tempo di andare in bagno, e nemmeno siamo tennisti che fanno le pipì lunghissime, soprattutto quando perdono un set. Djokovic si stufa presto, comincia a tirare fortissimo qualsiasi cosa, nemmeno fosse in tutti i game sotto 40-15 e 8-7, e poi non c’+ proprio un filo d’erba al Roland Garros, Nadal ringrazia, sbaglia persino qualche volée ma non gli serve tanto l’altro si è rimesso a pensare alle cose sue. Adesso vanno veloce, si fa per dire, almeno i game non durano più di cinque minuti, forse andremo a letto prima o poi, davvero vogliono trascinarla al quinto?
Djokovic vince il primo game, nonostante sia letteralmente finito dentro la rete per recuperare una controsmorzata di Nadal aiutata dal nastro, sembra di nuovo con la testa alla partita, Nadal prova a difendersi con un miracolo ma il giudice di sedia dice che è fuori, l’avrebbe detto anche occhio di falco, lo dice anche Nadal, è break. Le distrazioni finiscono, sono due giocatori che cercano di vincere la partita, battono come devono, rispondono come possono, così arrivano al set point, senza palle break salvate o trasfformate. Djokovic è stanco, preferisce lasciar perdere una palla corta che rimbalza nella linea di servizio, si affida alla battuta, arriva il set point ma non è cosa, Nadal trova un passante, sente l’incertezza che c’è dall’altra parte, corre come se non avesse mai smesso, Djokovic prima fa una meravigliosa palla corta poi perde il servizio. Troppo facile intuire il crollo. Djokovic arriva 6-5 ma allo scoccare della quarta ora Nadal con una seconda centrale si prepara a cominciare un tiebreak segnato. Djokovic non cè più, una smorzata sbagliata, simbolo e capriccio, consegna 5 match point a Nadal, Djokovic ne recupera tre, ma dall’altra parte nessuno ha fretta, Nadal si prende il suo tempo, fa pensare il serbo, la chiude con un rovescio costruito da uno scambio asfissiante. Finisce una brutta partita, il pubblico forse lo sa ma all’una di notte figuriamoci che voglia ha di critica, Nadal si mette pure a parlare francese, cosa chieere di più? Certo, Alcaraz e Zverev sembravano fare un altro sport nel pomeriggio, ma a che serve se poi finiscono col perdere quando è il momento? Nadal ha penato di più con Auger Aliassime che con Djokovic, penerà anche con Zverev. Può bastare.

Quarti di finale

[3] A. Zverev b. [6] C. Alcaraz 6-4 6-4 4-6 7-6(6)

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