WTA Miami, Osaka contro Swiatek: dalla profezia di Naomi alla finale tra il pre e post Barty

A Miami l’ultimo atto del Sunshine Double vedrà Naomi Osaka contro Iga Swiatek. E fatecelo dire: finalmente.

Una sfida attesa da quasi tre anni, carica di valori e significati, enfatizzata da due ragazze che sanno giocare a tennis come poche altre al momento e con diversi bei momenti condivisi alle spalle, allontanatesi un po’ nell’ultimo anno a causa di tanti momenti complicati ma che tornano ad affrontarsi e, come speravano, sarà per un grande trofeo.

Non poteva forse esserci epilogo migliore nel WTA 1000 dell’Hard Rock Stadium, casa dei Miami Dolphins nell’NFL e tra un mese teatro della prima edizione del Gran Premio di Formula 1 della Contea di Miami. Un incrocio, tra Osaka e Swiatek, che segna anche un congiungimento a livello femminile tra il passato, nemmeno così “passato”, e il futuro: la giapponese ultima numero 1 del mondo prima di Ashleigh Barty, la polacca ormai a meno di 48 ore di distanza dal diventare la prima numero 1 del mondo proprio dopo Barty.

Nella testa di chi vi scrive, uscendo dalla narrazione, il pensiero più frequente dall’inizio del 2020 era che il futuro della WTA vedesse ai vertici proprio Barty, Osaka e Swiatek: Ash era perfetta per ogni superficie, Iga “nasce” terraiola e si stava evolvendo sul cemento, Osaka in condizioni normali può dominare sul cemento. Non c’è controprova, ma non si vuole nemmeno dimostrare qualcosa. Solo raccontare il rimpianto generale di come tutto sia evoluto, tra i problemi di Naomi e il ritiro improvviso di Ash.

Osaka contro Swiatek, storia di due gocce d’acqua

Nell’estate del 2019, a inizio agosto, Naomi n.2 al mondo affrontava agli ottavi del WTA 1000 di Toronto una ragazzina polacca di appena 18 anni, n.65 del ranking, passata dalle qualificazioni. Non si conoscevano: una era già una star a livello globale, l’altra la novellina del gruppo dalla provincia di Varsavia, zona quasi dimenticata nella geografia tennistica. Il match è tirato, divertente, con ottimi colpi e con una Osaka costretta a rientrare da un break di ritardo nel primo set salvandosi al tie-break e chiudendo 7-6 6-3. Quella che però era una sensazione, abbastanza forte, apparsa dall’atteggiamento di Osaka mano a mano che il match andava avanti si è poi avuta a rete per la stretta di mano. “Congratulazioni, sei fantastica” disse Iga, “no, tu sei fantastica” replicò Naomi. La giapponese ne rimase talmente colpita che a fine partita twittò “punto del match” a un gran passante di Swiatek.

Naomi non è tipa che parla espressamente di tennis sui suoi profili social, non menziona quasi mai le sue avversarie. È riservata, tanto. Lo stesso però è Iga. E come nella più banale delle combinazioni, le due hanno visto qualcosa di speciale nell’altra. Succede quando si vedono tantissime similarità, soprattutto quella speciale alchimia di chi, molto timido, riconosce le stesse reazioni nell’altro e sa cosa sta vivendo e come lo sta facendo.

La profezia di Osaka e la loro live

Lo scambio di complimenti via Twitter divenne poi un accordo per allenarsi insieme a New York. Seguirono momenti in cui Osaka andò a vedere le partite di Swiatek e viceversa. A fine anno, entrambe votarono per l’altra nella classifica della WTA Fan Favourite. A inizio 2020, nella conferenza stampa pre-Australian Open fu chiesto alla giapponese di dare un nome su chi avrebbe voluto come vera rivale negli anni a venire.

Aveva passato un 2019 alternandosi al numero 1 del mondo con Barty, aveva visto nel torneo di Pechino confrontarsi sì con l’australiana ma anche e soprattutto con Bianca Andreescu nel match dell’anno, allo US Open aveva affrontato e battuto per la prima volta Cori Gauff… Eppure: “Non so se è perché ho appena avuto una cena con lei ed è molto tenera, ma mi piace tanto Iga”.

Non sono quelle persone che pubblicherebbero tutto della loro vita sui social. Nessuno avrebbe saputo che c’era stata una cena tra loro se Osaka non ne avesse volutamente parlato. Sempre a dimostrazione di come caratterialmente si siano trovate alla perfezione. Tanto che nel primo lockdown le due fecero una live su Instagram che rappresenta il loro essere un po’ impacciate, delicate, simpatiche, con pensieri che variano tra il più banale al più profondo.

La parola che in diversi potrebbero pensare è “cringe”, imbarazzante. C’è una discreta punta di imbarazzo, è vero, ma è in maniera benevola: la pura espressione del loro carattere. Per raccontare della prima volta in cui si conobbero dissero di come a Birmingham videro l’un l’altra fissarsi a vicenda ma nessuna delle due aveva coraggio di fare il primo passo verso l’altra. “Quando abbiamo cominciato a parlarci?” chiede Osaka, “A Toronto”. Proprio dopo quel match, e le prime parole l’una verso l’altra furono “sei fantastica”.

“Qual’è la tua partita più memorabile?” chiese Osaka, “Quella contro di te” rispose Swiatek. Pochi mesi dopo diventeranno le due campionesse Slam del tennis post sospensione causata dal covid. “Anche una volta perso è stata la prima volta in cui mi son detta ‘ho perso, ma non sono nemmeno arrabbiata. È stato bellissimo”.

La crisi di Osaka, l’esplosione di Swiatek

Per tanti versi è stato beffardo avere le due carriere che hanno preso due strade completamente diverse più o meno nello stesso momento. Loro furono insieme fino a Roma. Il giorno prima che Osaka perdesse contro Jessica Pegula era sulla terrazza sopra il campo 5 degli Internazionali con Swiatek a guardare l’allenamento di Rafael Nadal. Naomi perse, cominciò la sua crisi poi esplosa a Parigi; Iga arrivò fino in fondo e vinse il primo ‘1000’ della sua carriera ed entrò in top-10.

Da allora le due si sono inevitabilmente un po’ allontanate, anche perché nei mesi successivi la giapponese ebbe problemi importanti e si isolò tantissimo mentre la polacca a sua volta stava cercando di arrivare a fine stagione dopo che lo sforzo profuso tra Roland Garros e Olimpiadi l’aveva segnata profondamente e portò anche a decisioni drastiche, come l’abbandono a coach Piotr Sierzputowski che la seguiva da almeno sei anni. E rispetto a Toronto ora la situazione sembra capovolta: è Swiatek la numero 2 al mondo e, come accaduto a Osaka quella volta, diventerà numero 1 al termine del torneo; ora Osaka è numero 77 ma già certa di rientrare in top-40.

La partita di Miami

Osaka contro Swiatek, dunque. La miglior chiusura, probabilmente, di questo Sunshine Double. A Indian Wells, ma soprattutto a Miami, i disastri delle teste di serie sono stati tanti, abbastanza in controtendenza con questo inizio di stagione. Ci sono bocciate (Aryna Sabalenka su tutte), assenze che hanno inciso, condizioni molto diverse sia tra il deserto secco della California e l’umida Florida, sia tra queste località e il resto del circuito. Per questo, oltre alla difficoltà di due 1000 attaccati in questo momento della stagione, storicamente fare bene qui è sempre difficile. Per questo, già raggiungere due finali è un avvenimento raro e importantissimo.

Iga è appena la nona nella storia WTA a riuscirci dopo: Monica Seles, Steffi Graf, Serena Williams, Martina Hingis, Lindsay Davenport, Kim Clijsters, Maria Sharapova e Victoria Azarenka. Soltanto la quinta a riuscirci prima di compiere 21 anni. Chi ha completato il Sunshine Double? Graf (1994, 1996), Clijsters (2005), Azarenka (2016). Nessuna prima del ventunesimo compleanno.

Swiatek ha raccolto con la vittoria contro Pegula in semifinale la sedicesima vittoria consecutiva: è la sua miglior striscia positiva in carriera, e con tutte le vittorie ottenute nei tornei ‘1000’ è la prima da Serena nel 2013 a ottenere questo traguardo. La sua serie si colloca al quarto posto: Caroline Wozniacki con 28 vittorie è al primo posto, poi Serena a 26 e Azarenka a 17.

Swiatek, ora, ha la possibilità di eguagliare sempre Serena Williams come numero di tornei ‘1000’ vinti consecutivamente: 3. Per la leggenda statunitense furono Madrid, Roma e Toronto nel 2013, qui (in caso) saranno Doha, Indian Wells e Miami. Iga è anche la prima tennista da Sharapova sempre nel 2013 a ottenere almeno la semifinale nei primi quattro grandi eventi della stagione, diventando appena la quinta tennista negli ultimi 30 anni a riuscirci dopo la russa nel 2005, 2006 e 2013; Seles nel 2002; Hingis nel 1998, 2000 e 2001; Graf nel 1993.

Swiatek non perde un set dal quarto turno di Indian Wells contro Angelique Kerber, da allora ha messo insieme 18 set vinti consecutivamente e a Miami ha lasciato le briciole alle avversarie con appena 22 game lasciati per strada e mai perdendone più di 3 per set fino al secondo set della semifinale contro Pegula dove ha rimontato dal 2-4 per chiudere 7-5. L’ultima giocatrice a raccogliere meno fu la connazionale Agnieszka Radwanska (21) nel 2011.

Tra l’altro, confrontando le ultime serie positive a livello WTA si nota l’enorme contrasto tra la classifica media delle avversarie battute.
Swiatek: 16 vittorie (striscia aperta), ranking medio avversarie battute = 26
Andreescu: 17 (2019), ranking medio avversarie battute = 69
Azarenka: 17 (2016), ranking medio avversarie battute = 68
Osaka: 23 (2020-2021), ranking medio avversarie battute = 61
Halep: 17 (2020), ranking medio avversarie battute = 54
Serena Williams: 27 (2014-2015), ranking medio avversarie battute = 48

Per Osaka il discorso sui numeri è ben diverso. Viene da un anno terribile, ma dopo il momento terribile vissuto a Indian Wells è riuscita a farsi avanti e a incontrare una terapeuta. Per tutta una serie di possibilità, a Miami sta giocando alla grande pur non essendo nella miglior condizione possibile. Contro Belinda Bencic in semifinale ha superato quota 40 vincenti raggiungendo il suo personal best di 18 ace nella stessa partita. In semifinale contro Danielle Collins riuscì addirittura a fare 25 vincenti e appena tre gratuiti (contro un’avversaria che però da inizio secondo set ha mollato per un problema al collo). In generale sembra molto rilassata tanto da essere riuscita a riemergere in semifinale nell’unico vero test che ha avuto.

Bencic era per lei un avversario terribile, la stessa giapponese ha detto che non sa tanto bene come ne sia uscita vincente visto come spesso Belinda giocava. In questo confronto la svizzera sembra avere nelle mani quelle due/tre chiavi che portano la bilancia quasi completamente a suo favore. Naomi non soffre nessuna come la svizzera che è capace di neutralizzare il suo servizio con risposte fulminee e spiazzanti. Per farcela ha dovuto giocare un terzo set da campionessa qual è.

I possibili momenti della finale

Swiatek aveva dichiarato alla tv polacca Canal+ dopo la semifinale di essersi sentita per la prima volta stanca a livello mentale. Era quella per lei la quarta partita in cinque giorni: contro Brengle giocò domenica sera, contro Gauff meno di 24 ore dopo, poi pausa fino al match serale di mercoledì contro Kvitova e nel giro di 24 ore di nuovo in campo contro Pegula.

Si vedeva che il livello era abbastanza diverso rispetto ai turni precedenti, soprattutto nel secondo quando ha perso la battuta due volte di fila e sul 5-4 non ha chiuso malgrado avesse il servizio dalla sua. Si è spinta avanti però con grande tenacia e resistenza, esaltandosi in diversi tratti in fase difensiva. Se avrà recuperato buona brillantezza, sarà verosimilmente lei la favorita. Altrimenti Osaka potrebbe essere un po’ più avanti: il suo servizio, soprattutto la prima, ha fatto spesso la differenza e la qualità nei colpi è molto elevata. Vero però che Naomi non ha affrontato fin qui qualcuna che imprimesse uno spin estremo al dritto e quel colpo sta fruttando tantissimo alla polacca.

Ultimi dettagli

Osaka e Swiatek non hanno mai perso una finale di un grande torneo nella loro carriera. Naomi è 6-0, con quattro Slam su altrettante finali e i titoli di Indian Wells 2018 e Pechino 2019. Ci sarebbe eventualmente il forfait dato pochi minuti prima della finale nel ‘1000’ di Cincinnati del 2020, ma statisticamente non viene considerata come sconfitta perché di fatto il match contro Azarenka non si svolse. Swiatek invece è 4-0: oltre al Roland Garros del 2020 e Roma 2021 si sono aggiunti quest anno Doha e Indian Wells.

Più in generale, la polacca ha perso appena una volta su 13 finali giocate in carriera a tutti i livelli del circuito professionistico: era il torneo di Lugano del 2019, la prima volta per lei in una finale del circuito maggiore, quando Polona Hercog si impose 6-3 3-6 6-3 in un match funestato dalla pioggia, giocato sulla terra rossa outdoor a inizio aprile in Svizzera e con una temperatura che non ha mai raggiunto i 10 gradi.

Comunque vada stasera, è già bello vedere come le due si ritroveranno a due anni e mezzo da quella sera di agosto e lo faranno per un titolo di questa portata. Dopo aver scherzato in conferenza stampa all’Australian Open 2021.

Osaka: “Ma ciao, come stai? Stavo per interrompere la tua intervista ma ho pensato non fosse il caso”
Swiatek: “ok… non esitare la prossima volta”
Osaka: “Ho sentito che hai avuto un dilemma con le infradito”
Swiatek, ridendo imbarazzata: “…sì”
Osaka, ridendo: “Sei veramente ridicola…”
Swiatek, imbarazzata: “… lo so”

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