WTA San Pietroburgo: Kontaveit, quarto titolo consecutivo indoor. Sakkari cede dopo 3 ore

[2] A. Kontaveit b. [1] M. Sakkari 5-7 7-6(4) 7-5

Finale incredibile a San Pietroburgo, con Anett Kontaveit che è riuscita con un colpo di coda nelle fasi decisive del terzo set a prendersi il quarto titolo consecutivo indoor e portare così la trionfale serie di vittorie a 20: è la sesta più lunga a livello WTA dal 1989. Per Maria Sakkari, avanti un set e 3-1 nel secondo e poi 5-2 al terzo è un’ulteriore delusione importante per quello che è la sua nuova dimensione. Pur ammettendo gli enormi e rilevanti progressi generali che l’hanno spinta ormai a ridosso della top-5, la greca continua a faticare tantissimo quando deve prendersi la partita. È il ragionamento che spunta fuori da tempo quando si deve raccontare una sua sconfitta, ma rivedendo gli ultimi tornei il filo comune è presente ed è forse l’ultimo step che davvero le manca per diventare giocatrice temibile anche per i tornei di medio-alto livello.

Kontaveit aveva paradossalmente una situazione simile, almeno a livello di finali. Ne aveva vinta soltanto una delle prime otto giocate, fino all’estate scorsa, fino a quel successo a Cleveland a fine agosto che a oggi sembra davvero averle svoltato la carriera. Da allora sono arrivati cinque successi, quattro “al chiuso”, e come a Ostrava nel primo tassello della serie aveva superato Sorana Cirstea, poi Belinda Bencic ai quarti e in finale aveva avuto la meglio contro Sakkari. Allora fu molto più agevole, ma era anche una estone veramente in palla, quasi ingiocabile. Stavolta Maria resisteva meglio dal lato del dritto, in particolare modo, non perdendo campo quando l’avversaria cercava di spingere. L’equilibrio è stato totale dal primo all’ultimo punto, un allungo di una delle due veniva sempre seguito da un riaggancio, ma chi ha avuto più rimpianti, alla fine, è stata (ancora) la numero 1 del seeding, che come in Messico durante le WTA Finals è sembrata aver la partita sotto controllo.

Il primo set e l’inizio del secondo sembravano delineare una chiara via: la numero 2 del seeding non ha capitalizzato l’importante vantaggio di 5-2, non ha chiuso col servizio a disposizione sul 5-3 e da lì vincerà solo tre dei successivi 15 punti giocati, con una pessima partenza all’inizio del secondo parziale e addirittura tre palle da salvare per evitare un doppio break, sullo 0-2. Quel game se non altro l’ha riportata in partita, con la testa, perché dopo il cambio campo ha cominciato a essere più efficace in risposta e Sakkari, pur tenendo il servizio, aveva a sua volta dovuto faticare parecchio. Sul 3-2, il controbreak che apriva una nuova partita. Fondamentale, nella rimonta dell’estone, il salvataggio da 15-40 sul 5-5 e, malgrado un set point mancato in risposta, si è poi presa un tie-break dove dal 3-3 ha vinto quattro dei successivi cinque punti giocati.

Sakkari, come a Guadalajara, sembrava però in controllo del set decisivo. Quella volta in Messico era avanti “soltanto” 3-2 e servizio, con un’avversaria però stanchissima, mentre oggi il 3-0 immediato era stato conservato molto bene con anche un 15-40 salvato sul 3-1. E sul 5-2 era a un solo game da una piccola impresa. Non era favorita, e quando Kontaveit si è portata 3-5 è crollata. Brutto il turno di battuta che doveva darle il titolo e invece l’ha vista bloccarsi. Ha avuto una mezza chance in risposta subito dopo, quando è stata 15-30, ma l’estone ne è uscita benissimo con tre punti consecutivi e, sul 5-5, si è presa il break decisivo. Anett, col servizio a disposizione, non ha fallito e al primo match point l’ultimo rovescio dell’avversaria si è spento in corridoio lasciandola incredula, con le mani nei capelli, e colma di gioia. La fine del 2021 si sta trascinando nel suo inizio di 2022, ed è il segnale più importante visto che da metà agosto sarà chiamata a una grande difesa per non dissipare malamente quanto di importante sta facendo. Avrà bisogno di un cuscinetto importante di punti in questi sette mesi, circa 2000, e già ha superato i 700.

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