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[21] C. Norrie b. [25] N. Basilashvili 3-6 6-4 6-1
Alla fine questo strano Indian Wells ha rispettato un pronostico, anche se di nuovo l’andamento del match è stato a dir poco sconcertante. Cameron Norrie conquista il titolo più prestigioso della sua carriera, sul quale sostanzialmente nessuno avrebbe scommetto troppo, dopo essere stato in svantaggio di un set e un break, alla fine di una serie di 7 game a 1 per Basilashvili, anche lui nel momento più alto della sua carriera. Difficile comprendere cosa sia successo perché da lì in poi il georgiano ha cominciato a perdere profondità e potenza, si è trascinato in qualche modo fino al 4 pari, tenendo a stento un paio di servizi, per poi crollare di schianto lasciando via libera al britannico. Norrie ha naturalmente preso fiducia, non ha sbagliato più nulla, anche perché Basilashvili non era in grado di offrirgli palle complicate, e ha veleggiato verso questo sorprendente successo.
Nel post match Basilashvili, che sull’1-4 del terzo si è preso una pausa abbastanza lunga, ha lamentato un qualche malessere fisico di cui non ha voluto dire di più, ma dall’esterno la cosa che si può dire è che è solo sembrato svuotarsi improvvisamente, come se le energie fossero improvvisamente venute a mancare. Non ci è parso di notare particolari problemi nella corsa o nelle modalità di eseguire i colpi, ma appunto un calo fisico improvviso, chissà se ne sapremo mai di più.
Cameron Norrie, che non ha fatto chissà quale miracolo per vincere il suo Masters 1000, considerato che ha giocato una sola partita con un giocatore più avanti di lui in classifica, Bautista Agut, è adesso addirittura decimo nella race, con più di qualche speranza di andare a Torino. Ha superato proprio Jannik Sinner che a questo punto dovrebbe fare dei miracoli per arrivare almeno al nono posto, sperando che Djokovic si faccia da parte. Ma adesso che il tennis è piena fase di transizione fare pronostici è persino più inutile del solito.
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