WTA Roma: Barty si scuote in tempo, Osaka si spegne. Pegula firma un nuovo exploit nel suo 2021

[1] A. Barty b. [PR] Y. Shvedova 6-4 6-1

Inizio tra qualche ombra per Ashleigh Barty nel WTA 1000 di Roma. Come sembrava dalle parole in conferenza stampa lunedì, l’australiana non è al livello di Stoccarda e neppure a quello di Madrid. Dopo le fatiche delle ultime settimane l’atteggiamento in questo match d’esordio sarebbe stato molto contratto e complicato.

Pochissimo tempo per ambientarsi ai campi e alla terra di Roma, diversa dalla capitale spagnola e dalla città tedesca, e dopo aver già ottenuto risultati e vittorie importanti, e soprattutto con Parigi sempre più vicino, ormai vero focus nella sua programmazione. Per questo la sua avventura al Foro Italico non avrà probabilmente le ambizioni più alte, se non magari fare più partite possibili su una terra battuta che è abbastanza simile a quella del Bois de Boulogne.

Per questo, anche, la sua partita d’esordio sarebbe stata complicata qualunque avversaria avrebbe trovato dall’altra parte della rete. Ed è stato così anche contro la Yaroslava Shvedova attuale, giocatrice con una condizione ancora da costruire ma abbastanza caparbia ed efficace se fatta giocare da ferma. Se poi Barty stessa comincia la partita molto bloccata e con diversi problemi nel timing sui colpi ecco che lo scenario di un match molto facile come i ranking delle due suggeriva viene completamente cancellato.

Shvedova ha preso un break immediato, ha confermato il vantaggio ed è stata avanti con buona tranquillità fino al 4-2, mentre Barty non era ancora centrata e stava sbagliando tanto, soprattutto senza tempo dalla parte del rovescio per mettere in campo i suoi slice e spezzare il ritmo rapidissimo con cui scorrevano i punti e i game. Quando finalmente è riuscita a giocare il primo lungolinea, Shvedova ha perso tempo e posizione trovandosi per la prima volta 0-30. Sul 15-30 la kazaka ha commesso doppio fallo e con una risposta angolata dell’australiana che sul 4-4 ha comunque faticato, a causa di poche prima di servizio, si è fatta riprendere da 30-0 e comunque nei momenti più delicati ha trovato tre ace fondamentali per passare per la prima volta avanti.

Il decimo game era fondamentale, e Barty è stata capace di andare 15-30 e trovare due set point con un buon dritto, chiudendo poi il parziale e dominando il secondo malgrado un game al servizio perso sul 2-0. Passata la fatica, ci sarà da valutare il recupero soprattutto per una fasciatura alla coscia sinistra e per la difficoltà della prossima avversaria: Veronika Kudermetova, che continua l’ottimo periodo con un bel 6-4 6-4 ai danni di Caroline Garcia.

J. Pegula b. [2] N. Osaka 7-6(2) 6-2

Altro passo falso per Naomi Osaka, che è stata eliminata all’esordio nel WTA 1000 di Roma dopo una brutta partita persa contro Jessica Pegula. Soprattutto, se a Madrid la battuta d’arresto contro Karolina Muchova poteva essere prevedibile per la differenza enorme di fiducia e certezze tra le due sul rosso, oggi la sfida contro l’americana si presentava abbastanza equilibrata. La tennista di Buffalo invece, che è nel miglior periodo della carriera, ha colto la quinta vittoria su 9 partite giocate contro top-10 nel 2021, e (non solo per il ranking) questa è nettamente la più pesante.

7-6(6) 6-2 il punteggio di una partita che si era aperta invece perfettamente per la giapponese, con un 3-0 di vantaggio e buona concentrazione al servizio. I problemi sono nati quando Pegula è stata capace di rientrare quasi immediatamente, trovando i primi angoli e impattando sul 3-3.

Non era una partita “da rosso”. Osaka si teneva avanti soprattutto grazie ai servizi, mentre negli scambi le fatiche aumentavano tanto anche per lo scarso feeling mai nascosto con la superficie. Al di là della scivolata, ancora molto rudimentale, c’era la sensazione che le traiettorie con cui costruisce spesso la sua fortuna sul cemento qui non hanno mai la stessa efficacia. L’esempio forse principale è come lei cerchi quando ha la palla sul rovescio di ruotare il busto per dare ancor più angolo alla palla: sul cemento quel colpo manda l’avversaria a colpire, se riesce, tre metri lontana dal campo; sulla terra battuta invece sembra non avere spinta.

Ha avuto un primo set point sul 5-4, ma ha esagerato col dritto. Altri due sul 6-5, consecutivi, e comunque Pegula sembrava sempre mostrarsi come la migliore giocatrice per atteggiamento che per movimenti. Ha difeso bene, ha preso l’iniziativa e ha portato il set al tie-break, dove Osaka è partita male con anche la sfortuna del nastro che ha trascinato fuori il rovescio, altro colpo che è andato via via perdendosi.

Ceduto il tie-break, nel secondo set si è rivista la Osaka che mollava la presa sulla partita quando tutto non gira a suo favore. Calata in concentrazione, in fiducia, in intensità, cercava per lo più di fare accelerazioni estemporanee. Perdeva un game al servizio sull’1-2, riusciva a non far scappare l’avversaria ma non ce la faceva a trovar la parità. Pegula, sul 4-2, confermava il break e nell’ultimo game raccoglieva gli errori conclusivi di una Osaka ormai con la testa nello spogliatoio.

Non aveva mai giocato a Roma e di colpo si ritrova negli ottavi di finale avendo battuto una ottima giocatrice sulla terra battuta come Daria Kasatkina e oggi ha fatto fuori la numero 2 del mondo. Non sarà grande esperta della superficie, ma sta giocando molto bene le proprie armi e in un ottavo contro Ekaterina Alexandrova (che ha approfittato del ritiro di Jennifer Brady) tutto è ancora possibile.

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