WTA Madrid: Barty, vittoria da numero 1. Si ferma la striscia vincente di Swiatek. Ai quarti anche Badosa

[1] A. Barty b. [14] I. Swiatek 7-5 6-4

Il primo confronto in carriera tra Ashleigh Barty e Iga Swiatek è stato appassionante e ha concesso tanti spunti, primo tra tutti una numero 1 del mondo che ha fatto la numero 1 del mondo in campo, rispedendo al mittente il primo tentativo di lasciare il segno. Una partita che prometteva tanto ed è stata all’altezza delle aspettative per quasi due set, tra scambi molto articolati e qualità generale di due ragazze che a tennis sanno giocare davvero bene.

Alla fine l’australiana si è imposta 7-5 6-4 e la differenza più importante l’ha fatta la testa, sua, e la disabitudine della polacca a trovarsi così vicina e così sotto pressione contro una big. Esattamente lo step su cui sta lavorando, e lo si era notato già in altre occasioni quest anno tra il quarto turno dell’Australian Open contro Simona Halep e il terzo turno di Dubai contro Garbine Muguruza. Di nuovo: parliamo di livelli veramente alti. E la precisazione è doverosa, perché dopo l’impatto estremamente brillante avuto sul match ha poi cominciato a faticare col ritmo al servizio cedendo male sul 5-5 e dando un vantaggio importante all’avversaria.

Barty lo sa, lo percepisce. Nel 2017 a Wuhan perse la prima finale importante della sua carriera contro Caroline Garcia dopo aver servito più volte per il match nel secondo set ed essere crollata poi nel terzo. Sa cosa vuol dire sentire il braccio un po’ più teso, cosa vuol dire perdere ritmo al servizio. Swiatek ha uno Slam, lo stesso che ha vinto lei, realizzato in due settimane con picchi di tennis incredibili, ma adesso arriva per lei il momento di stabilizzarsi come cliente fisso di quella top-20 che occupa con molta bontà da diversi mesi.

Il suo inizio era stato perfetto: ace a chiudere il primo game, subito break e vantaggio consolidato sul 3-0. Aveva approfittato di un inizio stentato da parte di Ash per dominare il campo alla ricerca del rovescio avversario e aprirsi gli angoli. Era in comando e poteva mettere i piedi dentro al campo, e aveva già cominciato a caricare i propri servizi per cercare una chiusura relativamente comoda nei primi colpi successivi. Poi è stata la volta di Barty a crescere, per lei l’idea principale era di forzare il dritto sull’incrociato per spezzare questo vantaggio che la numero 14 del seeding si era creata e ricacciarla dietro la linea di fondo. Sul 3-1, Swiatek si è anche complicata la vita con due doppi falli in un solo game e purtroppo lei non sarà il dato peggiore.

C’era enorme varietà negli scambi, con due ottime interpreti di un tennis a tutto campo che rifiutavano la traiettoria centrale, senza dei braccio di ferro all’insegna della potenza. Swiatek probabilmente spiccava di più per l’atletismo e la spettacolarità di alcune soluzioni, ma Barty stava crescendo tanto nella solidità. Aveva commesso tre doppi falli nel game di apertura e da lì in avanti ne arriveranno solo altri due. Sul 3-4 e sul 4-5 ha perso solo due punti, entrambi con due risposte vincenti e sempre sul 40-0. Swiatek però reagiva al primo calo e sul 3-3 rientrava da 15-30 con due ottimi servizi e un punto delicatissimo sul 30-30 vinto tirando su uno slice per nulla banale. Sul 4-4 la polacca faceva un nuovo doppio fallo sul 15-15 ma reagiva molto bene aiutata dal servizio in kick e da due ottimi rovesci.

L’idea di caricare la palla con tanto effetto era spesso efficace. Fino al 5-5 aveva vinto ogni punto cominciato con il kick al servizio, più in generale quando per difendersi e girare lo scambio sceglieva un dritto molto carico di spin Barty era sempre in difficoltà, costretta a rincorrere e a perdere il punto entro due colpi. La sua bravura è stata a livello mentale, e in questo sport probabilmente è un fattore che vale anche più del gioco espresso. Swiatek ha pagato questo quando sul 5-5 ha cominciato con un doppio fallo, e lì il braccio si è irrigidito tantissimo, sbagliando spesso i lanci successivi. È andata fuori tempo, commettendo un secondo doppio fallo per lo 0-30. Qui ne è venuta fuori molto bene, mettendo la prima per il 15-30 e spingendo di dritto per il 30-30. I problemi però son tornati alla nuova prima mancata, che ha portato al terzo doppio fallo del game.

I nervi avevano avuto la meglio, ha provato a ripartire fin dal game successivo dove Barty ha cominciato con uno dei rari non forzati del suo match ma dal 15-30 è stata glaciale: servizio e dritto vincente. I piedi giravano che era uno spettacolo, tatticamente era quasi perfetta e il dritto era telecomandato. Swiatek non poteva batterla di testa, e proprio in quell’aspetto aveva purtroppo ceduto nel momento di maggiore tensione. Quello che però sembrava profilarsi come un secondo set molto più agevole, sospetto aumentato dall’immediato break della numero 1 del mondo, è stato invece tutto il contrario. La polacca è rimasta dentro alla partita e pur indietro 1-3 ha dato la sensazione di ritrovare calma quando lo scambio si allungava, leggendo meglio alcune traiettorie e trovando con più costanza la palla sul dritto anomalo. Purtroppo però ha avuto un ultimo momento negativo quando sul 2-3 è andata 0-40 e di nuovo la tensione ha preso il sopravvento: un rovescio lungolinea un po’ teso e scomposto seguito da un ottimo servizio dell’avversaria e da una gran difesa di Barty in allungo col dritto su cui Swiatek ha cercato di rispondere con un rovescio un po’ improvvisato e divenuto con una traiettoria esageratamente alta su cui già aveva perso le speranze prima che arrivasse al picco di quota, urlando la propria disapprovazione e fermandosi quando ha visto che forse sarebbe ricaduto in campo.

Sono sensazioni che può capire come gestire, e già due game dopo era di nuovo all’attacco in risposta, ma Barty dal 15-30 è stata ingiocabile: ace al centro, ace al centro, chiusura per il 5-3. Iga ha provato a costringerla a servire per il match, ma non c’era nulla da fare. Ashleigh avrà adesso un’altra avversaria molto tosta come Petra Kvitova che a Madrid sa come esaltarsi, ma dal punto di vista è l’ennesimo tassello che sembra indicare quanto stia bene di testa e quanto stia crescendo nella costanza ad alti livelli.

Nell’altra partita Paula Badosa ha vinto una vera battaglia contro Anastasija Sevastova: 6-7(0) 7-6(3) 6-0 in due ore e trentasei, distruggendo la grande fase difensiva della lettone che per un set e mezzo era stata dominante nel contesto di una partita dove la tennista classe 1997 mostrava di poter bilanciare la grande potenza a una maggiore accortezza ma spesso faceva fatica a gestire le tante volte in cui la pallina tornava dalla sua parte. Mancata la chiusura del secondo set sul 5-4, Badosa non si è disunita e preso il tie-break si è poi involata verso un gran traguardo, avvicinando sempre di più la top-50. Per lei, adesso, ci sarà Belinda Bencic.

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