ATP Miami: Sinner inciampa sul più bello, ma il tempo è dalla sua parte

H. Hurkacz b. J. Sinner 7-6(4) 6-4

Termina sul più bello la cavalcata di Jannik Sinner nel Master 1000 di Miami. L’altoatesino si arrende ad Hubert Hurkacz con il punteggio di 7-6(4) 6-4 al termine di un match intenso, seppur non tecnicamente entusiasmante: ad avere la meglio è stata la maggiore solidità del polacco, bravo ad interpretare nel migliore dei modi i diversi momenti della partita. Con questa finale, Hurkacz sarà – a partire da lunedì – numero 16 del mondo: 22, invece, la nuova posizione nel ranking di Sinner.

L’inizio dell’incontro sorride ad Hurkacz, che approfitta di un Sinner piuttosto falloso e si porta sul 3-0. Il polacco, che ben conosce il proprio avversario, rinuncia ad un gioco eccessivamente offensivo e prova, soprattutto in risposta, a contenere l’esplosività dell’altoatesino: se da un lato questo modus operandi raccoglie le ceneri degli errori altrui, dall’altro permette al nostro di poter rientrare non appena messi a punto gli aggiustamenti del caso. È quello che accade nel quinto gioco, quando Sinner fa un passo dentro al campo e si riprende il break. Dal 3-3 in poi è comunque Sinner a soffrire maggiormente durante i turni di battuta: la percentuale di prime non supera mai il 60% e gli errori gratuiti restano superiori alla media cui l’azzurro è abituato; nonostante ciò, Hurkacz non riesce a convertire le tre palle break raccolte nei giochi successivi e si accontenta del 5-5.

Lì, l’altoatesino piazza la zampata e strappa il servizio con una serie di accelerazioni che lasciano immobili i 196 centimetri del tennista di Breslavia: sembra essere il preludio di un preziosissimo primo set a tinte azzurre, tuttavia Sinner ci ricorda che a 19 anni esistono anche dei passaggi a vuoto e – probabilmente condizionato dalla delicatezza del momento – torna a commettere qualche gratuito di troppo. Il controbreak arriva a zero e lancia Hurkacz verso un tiebreak in cui fa sempre corsa di testa: sette punti a quattro e primo parziale per il classe ’97.

Forte del vantaggio, il polacco cambia registro e ad inizio secondo prova ad aggredire sistematicamente l’avversario: la strategia paga, perché la potenza dei colpi mina le certezze azzurre e gli permette di prendere il largo. La sensazione è che la mente di Sinner sia ancora fortemente condizionata da quel dodicesimo game, e a prescindere da ciò a brillare è certamente la lucidità con cui Hurkacz capitalizza il momento favorevole: dopo pochi minuti è 4-0 ed un parziale, da 6-5 del primo set, di 27 punti a 9 per il polacco.

Non senza fatica, Sinner riesce a muovere il punteggio e sul 4-1 approfitta di un inaspettato black out avversario: la partita, così, riprende un po’ di colore quando l’altoatesino recupera uno dei due break e riduce il passivo fino al 4-3. L’ottavo gioco sorride ad Hurkacz, vittorioso a 30 dopo un nastro che, sul 30-30, ferma un passante di Sinner che avrebbe mandato a palla break, mentre quello successivo si rivela un gioco interlocutorio.
Chiamato a rispondere per tenere in vita la partita, Sinner si porta fino al 30-30: lo sforzo è lodevole ma la resistenza di Hurkacz invidiabile. Il polacco vince con merito e conquista il terzo titolo in carriera dopo aver battuto in serie Shapovalov, Raonic, Tsitsipas, Rublev e Sinner: non male, Hubi.

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