ATP Doha: un po’ di ruggine non guasta il ritorno di Federer, battuto Evans

Alla fine il re ha messo il borsone sulle spalle, ha percorso i metri nel sottopassaggio e si è mostrato, con la mascherina, ai fedeli che non hanno esagerato pieni com’erano dei brividi d’eccitazione: Roger Federer è tornato. Il tempo di ascoltare Lahyani, forse quello con maggior presenza scenica, rassicurarsi sui 25 secondi, vincere il sorteggio – se siete alla ricerca di presagi – e dopo pochi minuti “Federer to serve”: slice esterno, dritto dall’altra parte, Evans in ritardo: 15-0, ora è solo una partita di tennis. Federer l’affronta con il giusto timore, attento al servizio con qualche puntata a saggiare l’attenzione dell’inglese in risposta. Evans sembra un po’ troppo coinvolto, gioca con ritmi bassi, sembra voler rispettare l’evento. La partita ha una prima fiamma sul 4 pari, servizio Federer. Lo svizzero va avanti 30-0 poi perde la prima. Evans ne approfitta per piazzare sul 30 pari un gran rovescio liungolinea che muore lontano da Federer e sulla palla break, ancora sulla seconda, Federer trova l’aggressività per pressare l’inglese e salvarsi con un dritto a uscire. Scampato il pericolo Federer non riesce a rendersi pericoloso in risposta e rinvia tutto quanto al tiebreak. Avanti di un minibreak Federer incappa in due turni di servizio poco attenti permettendo ad Evans di girare sul 4-2. Ma Evans continua a sembrare poco convinto, concede il minibreak anche se poi è lui ad avere il primo set point, annullato con grande attenzione dal servizio di Roger. Sul 7 pari Federer riesce a sorprendere Evans con un recupero di dritto ma quando va a servire per chiudere il set lo svizzero riesce a giocare un terribile dritto al volo, anzi a non giocarlo, perché la palla gli rimane sulla racchetta. Federer si procura un altro set point rigiocando lo stesso punto – stavolta meglio – e sul 9-8 riesce finalmente a rispondere al servizio dell’inglese, cosa sufficiente per portare a casa il set.
In altri tempi sarebbe bastato, anche perché Federer riparte arrivando finalmente a giocarsi la sua prima palla break grazie ad un rovescio solido, e molto anticipato, e ad un altro giocato con grandissima coordinazione che Evans non riesce a rimandare dall’altra parte. L’inglese è bravo a salvare la palla break giocando con una certa aggressività e chiudendo a rete una facile volée e dopo un altro turno di servizio complicato approfitta di un vero e proprio omaggio di Federer, che perde ancora la prima e poi viene tradito dal rovescio sulla palla break, con una “stecca” degna dei bei tempi. Evans approfitta dell’improvviso omaggio e si aggrappa al servizio, con Federer che solo una volta riesce un po’ amettere in difficoltà l’avversario, ma senza mai arrivare a palla break. 6-3 e set decisivo.
Set che è filato via abbastanza liscio fino al 3-2, quando Federer ha rotto gli indugi e ha provato ad aggredire con maggior convinzione. Bravo Evans, sin troppo contratto, a giocare “facile”, senza prendere troppi rischi, cosa che prima gli ha permesso di salvarsi e poi lo ha portato addirittura a giocare due palle break sul servizio dello svizzero. Federer lì ha fatto Federer e la partita si è prolungata. Sul 5-4 Federer lo svizzero è andato a gicoarsi il match point grazie ad una magia di rovescio e ad un regalo di Evans, che poi è stato bravo ad annullare la palla del match addirittura con un serve and volley. Nei due scambi successivi la ruggine di Federer si è mostrata più visibile, con un paio di incertezze sotto rete che avrebbero potuto chiudere il match. Poco male, perché dopo pochi minuti Federer trovava un po’ casualmente altri due match point, e stavolta bastava il primo per strappare il primo servizio a Evans e chiudere il match con uno splendido passante lungolinea.

Più del risultato contava naturalmente capire in che condizioni fosse Federer e tutto sommato la risposta del campo non è stata negativa. Non era verosimile che tutto funzionasse immediatamente e qualche incertezza era nel conto, anche se alcune titubanze sul seguire avanti o meno un colpo profondo producevano un certo effetto di straniamento. In teoria sono i problemi più risolvibili, perché con il susseguirsi dei match aumenterà senz’altro la fiducia. Dal punto di vista fisico è sembrato tutto a posto, qualche macchinosità è difficile da capire se sia dovuta all’età che avanza o se è anch’essa frutto di scorie passeggere, questo solo il tempo potrà dircelo. Rimane la soddisfazione per aver ritrovato un genio dei campi e di essere ritornati a sospirare dopo aver visto come Federer ha annullato la due palle break del settimo game: un ace e una palla corta perfetta. Dite che è poco?

Prima del piatto forte era sceso in campo la testa di serie numero 1, Dominic Thiem, al rientro dopo l’Australian Open, contro Karatsev, che fu la vera sorpresa di Melbourne. Thiem ha perso il primo set, cedendo cinque punti di fila dal 5-2 a suo favore nel tiebreak, ma poi ha giocato con grande attenzione e raggiunto un livello fuori dalla portata del buon Karatsev. Buona vittoria anche di Shapovalov, che nel derby canadese ha superato di misura Pospisil.
Bella vittoria di Taylor Fritz, che avanti di un set e di un break ha rischiato di perdere contro David Goffin, che nel tiebreak del terzo ha avuto un minibreak di vantaggio e due match point. Bravo il giovane statunitense a cavarsi fuori dalla buca, adesso lo aspetta Shapovalov.

Secondo turno

[1] D. Thiem b. A. Karatsev 6-7(5) 6-3 6-2
[5] R. Bautista Agut b. A. Bublik 6-4 6-3
[3] A. Rublev b. R. Gasquet W/O
M. Fucsovics vs [Q] G. Harris
T. Fritz b. [6] D. Goffin 6-1 5-7 7-6(9)
[4] D. Shapovalov b. V Pospisil 7-5 6-4
N. Basilashvili b. [WC] M. Jaziri 6-2 6-2
[2] R. Federer b. D. Evans 7-6(8) 3-6 7-5

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