WTA San Pietroburgo: Sakkari super, semifinale spareggio contro Rybakina per la top-20

Maria Sakkari, Elena Rybkina ed Ekaterina Alexandrova in semifinale a San Pietroburgo. Almeno una di loro sarà in top-20 da lunedì. La kazaka salva due match point a Oceane Dodin, la greca rimonta Belinda Bencic. La russa approfitta del forfait di Petra Kvitova. Avanti Kiki Bertens.

Siamo alla vigilia di un incrocio a sua volta storico. Nella semifinale della parte alta di San Pietroburgo, infatti, si affronteranno Maria Sakkari ed Elena Rybakina.

La greca, classe 1995, vincendo ha la possibilità di diventare la terza greca nella storia a entrare in top-20, la prima a livello WTA da quando Eleni Daniilidou non arrivò fino al numero 14 del mondo a metà giugno del 2003. La kazaka, classe 1999, era numero 196 del ranking 12 mesi fa e ora ha la chance di balzare al numero 19 con una vittoria diventando la prima kazaka a infrangere quel muro.

Entrambe sono arrivate alle fasi finali del torneo russo grazie a due battaglie vinte in rimonta. Molto altalenante il match di Rybakina, che ha battuto Oceane Dodin soltanto 6-7(5) 7-5 6-2 in quasi due ore e mezza di gioco, e salvando due match point col servizio sul 4-5 del secondo parziale. Una sfida che la ragazza kazaka di origine russa avrebbe potuto chiudere più serenamente ma una brutta fase finale di primo set l’ha costretta agli straordinari.

Quando Stefano Vukov, il coach, è sceso in campo al termine della prima frazione era molto seccato da come la sua allieva aveva buttato alle ortiche il lavoro fatto. Era riuscita a prendere il break sul 3-2 dopo aver messo sotto pressione la francese e neutralizzando, a tratti, la sua grande aggressività, mettendola spalle al muro sul 5-2 15-40. Da lì, però, il ritmo si è bloccato, il braccio si muoveva meno fluidamente e Rybakina ha cominciato a giocare un po’ di fretta, un po’ senza pensare. Non ha chiuso col servizio sul 5-3, ha mancato un altro 15-40 sul 6-5 e nel tie-break da 4-1 ha subito un parziale di 6-1 per Dodin.

Vukov al cambio campo non è andato giù per il sottile: “Sì certo, adesso fai quella faccia… hai avuto talmente tante chance che non so come tu abbia fatto a perdere questo set. È impossibile, anche se fossi senza gambe, non vincere questo set. Hai avuto 7 palle break sul suo servizio, eri avanti 4-1 nel tie-break, lo sai questo? E quando è stato il momento di mettere la palla in campo… mostra un po’ di carattere! c’è bisogno di lottare qui, non puoi mollare così. Non sto dicendo che non ci stai provando, lo so che può capitare, quello che vuoi, ma è sempre la stessa storia. Sempre la stessa storia”. Rybakina qui è sembrata dire al coach che non sentiva il proprio servizio funzionare al meglio, la risposta di Vukov: “Non senti il servizio? Davvero? Hai un’idea di quanti ace hai fatto fin qui? Ascoltami, ascoltami… certo, nei momenti importanti ti sei bloccata, ma mettici più attenzione. Ma secondo te è qualcosa che non va in te o nel servizio?”. Rybakina ha risposto: “Al servizio”. Vukov, guardandola poco convinto: “Elena… Usa di più il cervello, forza, cancella tutto e riparti”.

Per quanto il momento sia stato tutto fuorché tenero, mano a mano che si andava verso le fasi delicate della seconda frazione Rybakina ha effettivamente ribaltato l’inerzia. Era quasi incredibile stesse perdendo, scivolata addirittura indietro 1-3, con tutti i dati al servizio migliori della francese, con molti più ace e punti ottenuti. Rybakina ha giocato un gran game per ritornare immediatamente sotto nel punteggio e da lì, con altri vincenti e un po’ più di sicurezza nei momenti decisivi, ha cominciato a lavorare nella testa dell’avversaria che fino al 3-1 aveva vinto quasi tutti i game ai vantaggi e da lì in avanti non è più stata in grado di imporsi se non al servizio sul 3-3. La kazaka ha vinto un duro game per il 2-3, un altro ai vantaggi per il 3-3, ma soprattutto è riuscita a resistere sul 4-5 quando da 40-0 si è trovata a dover fronteggiare due match point. Agganciata la parità si è presa il secondo break del parziale e col servizio arrivava al faticosissimo 7-5 che però le dava grandissimo vantaggio per il set decisivo dove, capitalizzando al meglio la grande differenza che c’era a quel punto in campo, saliva subito 4-0 e gestiva fino al 6-2. È la terza semifinale per lei in stagione su quattro tornei e domani andrà a caccia della terza finale dopo Shenzhen e Hobart.

Contro di lei una tenace Sakkari, anche lei protagonista di una grande rimonta dopo il netto 2-6 incassato contro Belinda Bencic. La numero 1 del seeding, che celebrerà lunedì il nuovo best ranking al numero 4 del mondo “grazie” alla sconfitta di Elina Svitolina nei quarti di finale a Hua Hin, stava controllando il gioco ma non è riuscita a trovare le contromisure quando nella seconda metà del terzo set la greca ha cominciato non solo a lavorare meglio lo scambio ma a mettere anche più concentrazione e “cattiveria” agonistica. Fin lì Maria era molto nervosa, anche a causa di non avere alcuna via per ottenere i punti. Tom Hill, coach, a un certo punto le ha detto “basta, andare avanti così è inutile. Devi giocare male, devi metterla nelle condizioni di non fare più quello che vuole”. Un suggerimento che ricordava molto quello che le aveva dato a Brisbane a inizio anno, contro Naomi Osaka, quando sul 4-3 per la giapponese nel secondo le disse “tu per vincere questo set devi essere incredibilmente noiosa e paziente”. E ci riuscì, così pure oggi. Sakkari ha messo da parte i tanti pensieri negativi e ha alzato il livello, tenuto vivo molti più scambi, alzato il livello di attenzione su ogni punto arrivando al break decisivo proprio quando Bencic serviva per rimanere nel set. Nel terzo, infine, dopo tanto equilibrio il momento chiave è arrivato sul 4-3 per la numero 6 del seeding, che ha preso la battuta facendo vincenti importanti nel game e riuscendo poi a chiudere col servizio anche dopo qualche bel numero dell’avversaria che ha provato a rimanere in partita fino alla fine, annullando i primi due match point. Nulla ha potuto però sul terzo e ora Sakkari sogna la top-20.

La terza invitata alla gara è Ekaterina Alexandrova, che ha beneficiato del ritiro di Petra Kvitova per un malessere della ceca che ieri aveva giocato stranamente molto male (in indoor, suo terreno preferito) contro Alison Van Uytvanck e nel comunicato ammetteva le non felici condizioni di salute già in corso. La russa, che è un treno in indoor da Linz 2018 (33 vittorie su 38 partite, non contando oggi) avrà in semifinale Kiki Bertens, campionessa in carica e vincitrice ai danni di Anastasia Potapova 6-4 7-6(3). Gran peccato per la ragazzina del 2001, che ha giocato una gran partita dando valore al suo cammino, partita dalle qualificazioni e che ha tenuto sempre sulla corda la numero 2 del seeding, che nel secondo set ha approfittato di un calo fisico dell’olandese per salire avanti 4-1 e avere tante occasioni per prendersi il parziale rimandando tutto al terzo. Spalle al muro, però Bertens ha saputo reagire. Malgrado un 18% di punti vinti con la seconda, dal 2-5 ha trovato la spinta per rimettere i piedi dentro al campo e fare (molto) meglio il suo gioco: difesa, contenimento, ma anche abilità di contrattacco soprattutto col rovescio e una prima di servizio centrale e più incisiva. Potapova ha i rimpianti maggiore forse solo sul primo set point, quando aveva una palla sul “suo” dritto lungolinea ma è arrivata con troppa foga, mandando lungo il colpo.

Bertens è riuscita a risalire anche grazie ai primi due punti vinti in risposta sul 3-5, nella prima occasione in cui riusciva a girare la situazione dalla sua parte. Grande dritto lungolinea a girare lo scambio sul primo punto, subito pronta in risposta sul secondo, e la russa è andata in affanno, cedendo poi la battuta e rimettendo tutto in bilico. Una chance avuta anche sul 5-4, ma Potapova stava perdendo i fili del suo gioco anche per una ritrovata solidità della sua avversaria: per vincere un punto, alla fine, doveva superarsi perché Bertens copriva il campo sempre meglio. È riuscita ad arrivare al tie-break, ma l’olandese è salita in cattedra prendendo margine sul 3-2 e concretizzando poi al secondo match point. Passato il primo esame di russo, domani avrà il secondo contro l’ultima superstite della folta pattuglia di casa, ha come obiettivo il titolo: dovesse imporsi, entrerebbe anche lei in top-20 indifferentemente da che risultato verrà fuori tra Sakkari e Ryakina. Per tutte loro, infine, sarà una prima volta assoluta.

Risultati

[6] M. Sakkari b. [1] B. Bencic 2-6 6-4 6-3
[8] E. Rybakina b. [Q] O. Dodin 6-7(5) 7-5 6-2
E. Alexandrova b. [3] P. Kvitova w/o
[2] K. Bertens b. [Q] A. Potapova 6-4 7-6(3)

Dalla stessa categoria