WTA Brisbane: Pliskova si aggiudica un thriller. Salva match point e batte Osaka

A un passo dal baratro Karolina Pliskova riprende la partita contro Naomi Osaka e vince dopo quasi 3 ore segnate da 105 vincenti complessivi. Sarà lei ad affrontare Madison Keys in finale.

[2] Ka. Pliskova b. [3] N. Osaka 6-7(10) 7-6(4) 6-2

Peccato solo per la pioggia, che a inizio del terzo set ha cominciato a cadere copiosa sul tetto della Pat Rafter Arena e ha rovinato la prima metà del parziale decisivo impedendo di sentire come Naomi Osaka e Karolina Pliskova stessero colpendo la palla, ma soprattutto perché ha costretto gli spettatori delle file più in alto a uscire la dove non c’era sufficiente copertura. È venuto giù un vero nubifragio, una tempesta che in qualche modo ha accompagnato Osaka a una delle sconfitte più dure dell’ultimo periodo, perché per vedere arrestatasi la propria serie di 14 vittorie consecutive si è trovata a non capitalizzare un match point col servizio a disposizione sul finire della seconda frazione quando l’avversaria le aveva fatto un regalo enorme concedendo il primo break della partita con un doppio fallo.

Per il resto, nel complesso, oggi a Brisbane ci sono state due semifinali clamorose sotto tanti aspetti. La WTA ha completato, probabilmente, la sua voglia di rivalsa dopo il grande esilio dei primi giorni del torneo e dopo un’avvincente e molto appassionante sfida tra Petra Kvitova e Madison Keys, Osaka e Pliskova hanno fatto probabilmente ancora meglio. Se la prima partita è stata da 8,5, questa si prende un punto in più. E già solo il primo set ha messo in mostra un grande spettacolo, con grandi soluzioni nei rispettivi turni di battuta e poi le vere emozioni concentrate in un tie-break che non voleva avere una vera padrona. L’ha spuntata Osaka al quarto set point (12-10) cancellando 2 chance all’avversaria in entrambi i casi col servizio, colpo che anche oggi è andato ben oltre i suoi standard del 2019.

Pliskova reggeva piuttosto bene da fondo campo, il livello delle due era veramente vicino, e Osaka per prendersi i punti alle volte doveva superarsi nel stringere l’angolo sulla diagonale destra e poi essere pronta a essere lei a passare a sua volta alla fase difensiva. C’era power tennis, ma c’erano anche situazioni interessanti dove le due alternavano le diverse fasi. Non era una gara a chi “sparava” di più, ma i 53 vincenti della giapponese contro i 52 della ceca, soprattutto perché confrontati con una ventina di gratuiti in meno per entrambe, dimostrano ancor di più la bontà della partita.

Osaka avrà gli incubi, probabilmente, pensando a quel match point che non ha giocato come il resto della sua partita. Se fin lì era andata senza paura, in spinta, lì ha deciso di tenere un po’ il servizio. Non un colpo di inizio gioco come gli altri, probabilmente nella sua testa voleva crearsi il punto per chiudere facilmente, ma Pliskova ha rovinato i piani entrando nel mini-braccio di ferro e rigiocando con più spinta e determinazione sulla diagonale di rovescio portando all’errore la giapponese. Sul 6-5 40-40 Osaka ha avuto comunque la chance per un secondo match point ma ha avuto un indecisione prima di colpire di dritto e perdendo l’attimo giusto la palla si è fermata sotto al nastro. Sulla palla break, con anche un po’ di frustrazione, dopo essere andata a tutta sul primo colpo e aver trovato l’incrocio delle righe ha cambiato lato trovando però il corridoio.

Nel tie-break, il secondo della partita, Osaka era meno lucida e troppo frettolosa, a volte, se non proprio completamente fallosa. Ha recuperato un minibreak di ritardo ma sul 2-3 ha esagerato ancora col dritto dopo un lungo scambio sulla diagonale di rovescio. Pliskova, a quel punto, ha fatto come a Melbourne un anno fa: ha cancellato ogni segno di esultanza e frustrazione ed è diventata molto camaleontica nelle sue intenzioni, ma soprattutto estremamente più solida ed efficace nelle proprie intenzioni. Osaka era tornata a muoverla in maniera importante sul 2-3, salendo 0-40 e cercando l’ultimo assalto, ma un paio di risposte non buone seguite da tanti servizi coraggiosi della ceca l’hanno ricacciata indietro provocando il nuovo break che ha segnato definitivamente la partita. Sul 5-2 c’è stato il tempo per vedere una Osaka che rientrava da 40-15 e cercava la via per tenere viva la sua serata, ma il nastro (soprattutto) le ha detto “no” sulla seconda palla break e alla fine Karolina ha potuto mettere la firma su una grandissima vittoria.

Terza finale per lei a Brisbane, la seconda consecutiva, e conferma soprattutto il numero 2 del mondo contro una Osaka che inizierà la difesa del titolo dell’Australian Open come numero 3.

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