Next Gen Atp Finals: Inarrestabile Sinner, finale contro de Minaur!

Il fenomenale diciottenne azzurro, wild card del torneo, batte anche Kecmanovic e vola in finale, dove affronterà l'australiano testa di serie numero 1

Anche oggi Alex De Minaur ha sfoggiato la sua esperienza, il suo gioco di gambe e di testa che lo hanno portato a vincere i primi due set con estrema facilità in soli 35 minuti. La sensazione era che la fine per l’americano fosse imminente, se non fosse stato per il terzo set, con un totale cambio di rotta e 4-0 a favore di Tiafoe, che ha cominciato a giocare con più attenzione forzando lo scambio solo quando possibile, unico modo per non far scivolare via tutta la partita. L’australiano centra la seconda finale di fila qui a Milano dopo quella l’anno scorso con Tsitsipas, mentre l’americano (anche lui alla seconda partecipazione) dovrà accontentarsi della finale valida per il terzo posto con Kecmanovic, sconfitto da Sinner.

Una prova incredibile. Di nervi, di grinta, di talento, di tutto quello che serviva per rimontare una partita che sembrava essersi messa in salita. Ma non possiamo meravigliarci di questo. L’altoatesino si distingue per questa sua capacità a dir poco incredibile di fiutare il momento cruciale, in cui non si può sbagliare. E lui, in questi casi, non sbaglia mai. Kecmanovic nel primo set è partito fortissimo, aprendosi il campo con dritto e servizio e limitando Sinner a un gioco decisamente passivo. Ma Jannik ha continuato per la sua strada, senza scomporsi, fiducioso in un calo dell’avversario, probabilmente con più tranquillità rispetto al match di ieri contro Humbert.

Il match è girato probabilmente su quel game recuperato dallo 0-40 sull’1-0 dopo aver brekkato l’avversario a inizio terzo set. Da lì è stata un’altra storia.

Il nostro ragazzo è salito e il serbo (probabilmente come previsto) è sceso. Parlano i dati: cinque killer point giocati oggi e quattro conquistati da Jannik, di cui due su break point.

Grave, non poco l’unico killer point fallito sul 3-1 40-40: il terzo match point. Ma non si scompone minimamente: cambio campo, servizio e game assolutamente devastante. Una pietra, i tre match point non sono mai esistiti nella testa di Sinner, ma la finale sì, quella esiste e la ricorderà a lungo. Sicurezza, mezzi tecnici, umiltà, già. Non possiamo avere dubbi su quanto il ragazzo sia centrato sui suoi obbiettivi, ma allo stesso riesce a prendersi tutto ciò che arriva per trarne vantaggio in esperienza. Domani è dura, è durissima. Ma non importa. Paradossalmente sta andando tutto fin troppo bene, tanto da non auspicarsi una sconfitta del nostro talento in finale, ma abbastanza da non essere minimamente delusi in caso di una sconfitta. Sia chiaro, l’attesa sarà morbosa perché si tratta di un confronto con un giocatore next-gen ma già top 20, ostico, in grado di far giocare sempre un colpo in più, con cui Jannik dovrà sudare ogni singolo punto.

Un banco di prova importante ma che non spaventa. Jannik sarà pronto a prendersi ciò che arriverà, nel bene ma soprattutto nel male. Domani sarà una bolgia, tutta per Jannik Sinner. Il ragazzo glaciale ma che ha già infiammato Milano, l’Italia e, chissà, anche molti altri.

 

 

 

 

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