[8] A. Barty b. A. Anisimova 6-7(4) 6-3 6-3
Difficile raccontare per filo e per segno l’ora e 53 minuti che hanno portato Ashleigh Barty a raggiungere un traguardo semplicemente irreale, soprattutto perché ottenuto sulla terra battuta, terreno dove lei dovrebbe andare in difficoltà. L’australiana è riuscita nell’impresa di portare a termine una partita con tantissime variabili che hanno influenzato l’andamento molto irregolare contro Amanda Anisimova, che sul 7-6 3-0 nel secondo set ha cominciato a perdere controllo della situazione, probabilmente immaginando in quel momento che a 17 anni era ad appena tre game da una altrettanto clamorosa finale Slam.
Chiunque tra le due vedeva l’obiettivo finale come qualcosa di impossibile all’inizio del torneo, sarebbero state tante quelle più avvantaggiate sulla carta, ma poi c’è stato un percorso che ha raccontato tutt’altro. Barty ha avuto anche la fortuna di non pescare sulla sua strada alcuna avversaria tra Naomi Osaka, Serena Williams e Simona Halep, per fare tre nomi, ma prima di questo torneo approcciava lo Slam sul rosso senza vittorie contro top-25 sulla terra battuta. È la sua superficie peggiore, eppure è in finale. Eppure, nella sfida contro la giovanissima statunitense, è passata più volte dall’incubo al paradiso e ritorno.
Era avanti 5-0 e 15-40 nel primo set, è stata a 3 game dal perdere la partita, si è ripresa ed è andata comunque indietro di un break al terzo set prima di andare sul 5-2 e 0-40 e poi quasi veniva ripresa dopo essere stata 40-0 sul 5-3. È successo di tutto, con Anisimova che inizialmente un po’ per la tensione e un po’ per le condizioni del tempo non riusciva a giocare come voleva, poi quando ha salvato i due set point si è fatta coraggio, si è scossa e ha cominciato a giocare con più facilità, incontrando una Barty dall’altro lato della rete che non è stata prontissima inizialmente a capire il cambio di marcia e si è trovata a perdere la battuta anche sul 5-3. A quel punto è stata lotta serrata fino alla fine del tie-break, dove la qualità del gioco della statunitense ha avuto la meglio di un’australiana molto più bloccata mentalmente, che ha pagato carissimo il set incredibilmente perso e non ha più vinto un punto (17 consecutivi per Anisimova) fino a trovarsi sullo 0-3. Lì quando tutto sembrava abbastanza indirizzato, alla giovanissima statunitense sono venuti i primi pensieri. Per molti potrebbe anche essere tutto regolare, naturale, ma in quel momento era forse l’ultima cosa che voleva vivere.
Barty si è ripresa, è riuscita a portare la partita sul suo piano e alla fine ha dilagato vincendo 4 game di fila dal 2-3 senza che la sua avversaria riuscisse ad accorgersene. Nel terzo, malgrado un turno di battuta ceduto sull’1-1, ha preso poi nuovamente in mano la situazione e ha portato l’avversaria a essere molto scoraggiata. Quando tutto sembrava ormai finito, sul 5-2 e 0-40, Anisimova ha avuto un’ultima grande reazione, rimanendo in vita e dandosi un’ultima chance. Nuovamente sotto 40-0, ha giocato molto bene tutti e tre i nuovi match point contro, ma sull’ultimo Barty ha effettuato un grande recupero su una palla corta giocata molto bene e che è terminato quasi nei pressi della linea di fondo, scavalcando la statunitense che non è riuscita a giocare il dritto conclusivo fermatosi a metà rete.
L’urlo finale di Barty è stato il simbolo di una tensione probabilmente ingovernabile per lunghi tratti della partita. Eppure ce l’ha fatta e domani avrà la clamorosa chance di giocare per un titolo Slam, e lo farà consapevole di diventare almeno numero 3 del mondo, numero 2 vincendo il trofeo. Ad attenderla ora un’altra teenager: Marketa Vondrousova.
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