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Barty Party al Roland Garros: l’australiana è campionessa Slam, sarà numero 2 al mondo

[8] A. Barty b. M. Vondrousova 6-1 6-3

Ashleigh Barty, colei che rientrava nel circuito femminile tre anni fa dalla sua avventura nel cricket australiano, è oggi la prima campionessa Slam in singolare per il suo paese da Samantha Stosur nel 2011.

Un percorso incredibile, nel senso letterale del termine, e a renderlo ancora più irreale il fatto che sia arrivata a vincere il Roland Garros, il terreno per lei peggiore. Una finale non equilibrata, spettacolare solo a tratti e solo quando ormai il divario tra le due si era già scavato. Purtroppo per lei, Marketa Vondrousova ha sofferto tantissimo la sua prima volta in assoluto sul campo centrale di uno Slam. Nella sua giovanissima carriera non aveva mai messo piede su un ambiente così e fin dal momento dell’ingresso in campo il suo volto era l’immagine della tensione.

In quei momenti si cerca la concentrazione, invece lei continuava a non sembrare carica come le ultime volte, spostandosi frettolosamente la borsa da un lato all’altro, da una spalla all’altra, come se le fosse un peso da sopportare al meglio che poteva. E i primi game sono stati la logica conseguenza, con lei che non riusciva a prendere il campo mentre Barty gestiva molto meglio l’uscita dai blocchi.

All’australiana, da questo punto di vista, ha fatto molto bene l’aver già giocato finali di alto livello in passato. Solo a livello di singolare è scesa in campo nel 2017 a Wuhan, perdendo contro Caroline Garcia, e poi quest anno a Miami, in un Premier Mandatory. I grandi stadi, per lei che ha spesso giocato sulla Rod Laver Arena, non sono neanche un problema visto come si stava disimpegnando anche quest anno tra Sydney e Melbourne. Vondrousova, che ha passato quasi tutto il primo set cercando più che altro di colpire, senza fare veramente il suo gioco, ha subito malissimo l’impatto con uno stadio così grande e con gli occhi di tutti addosso per la prima vera volta nel suo torneo.

Si è sbloccata soltanto nel secondo set, dopo una serie di game ai vantaggi, e ha cominciato a fare vedere quello che sa fare. Ma il treno era già andato. 6-1 2-0 Barty, in grande controllo dell’incontro, con Vondrousova che cercava soprattutto di mantenersi in scia meglio che poteva. In quel momento, si può dire, è veramente cominciata la finale. Una partita purtroppo insufficiente per il livello di un torneo così importante. La ceca ha avuto qualche chance di rientrare, sul 2-3, ma Barty si è comportata molto bene al servizio. “Ash” da quel punto di vista è stata impeccabile, solida, meritando ampiamente il titolo più grande fin qui della sua carriera e diventando come Stosur campionessa Slam sia in singolare che in doppio.

Alla fine, Vondrousova non è riuscita a tenere il turno di battuta che le avrebbe dato il 4-5 perdendolo da 40-15 e condannandosi alla fine della sua finale. La terza sconfitta in questo 2019 all’ultimo atto, e forse paradossalmente quella che può vivere sapendo che non pregiudica nulla del suo futuro per tutta una serie di circostanze negative verificatesi alla sua prima volta di fronte a un ambiente per lei tutto sconosciuto. Barty, che da lunedì sarà numero 2 del mondo a soli 136 punti da Naomi Osaka, ha mostrato ancora una volta grande qualità umana nel riconoscere l’onore delle armi a un’avversaria che stava seduta sulla propria panchina, quasi sconsolata per la brutta giornata vissuta in campo, dicendo che fondamentalmente la partita di oggi per lei non vuol dire granché se non che lei sarà protagonista più volte in scenari così. Crescerà, Marketa, e magari troverà il modo per cancellare questa giornata. Adesso, però, la scena è tutta per Ashleigh.

Diego Barbiani

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