[1] N. Osaka b. A. K. Schmiedlova 0-6 7-6(4) 6-1
Stava per avere del clamoroso il risultato che stava maturando sul Philippe Chatrier di Parigi dove Naomi Osaka, bi-campionessa negli ultimi due Slam, è stata inizialmente costretta a subire un pesantissimo 6-0 e poi è arrivata a due punti dalla sconfitta contro Anna Karolina Schmiedlova.
Si è salvata proprio all’ultimissimo istante, malgrado una giornata per lunghi tratti veramente pessima, dove neppure lei riusciva a trovare il bandolo della matassa, il modo per uscire da un intricato match d’esordio nel secondo Slam stagionale. Il campo era molto pesante quando è iniziata la partita e i primissimi game sono stati molto brutti, con una Schmiedlova che senza fare grandi cose raccoglieva gratuiti su gratuiti di una giapponese stranamente sconnessa.
Ha sempre raccontato, Naomi, di quanto le piaccia l’atmosfera di un torneo Slam. Avverte delle motivazioni extra fin da quando nel 2016, da 210 del mondo, si qualificò al suo primo Australian Open e raggiunse il terzo turno. Oggi, per la prima volta in un torneo di questo peso da numero 1 del mondo, si stava incartando in uno spettacolo difficilmente immaginabile. 19 gratuiti su 24 punti vinti da Schmiedlova nel primo set, alcuni veramente grossolani dove mancava il campo in maniera netta, altri momenti dove invece ricordava la giornata molto negativa che ebbe Maria Sharapova lo scorso anno contro Garbine Muguruza, quando uscì dal campo centrale del Roland Garros racimolando 3 game. Quel giorno la spagnola fu perfetta, ma dall’altra parte della rete c’era una russa che non riusciva a muoversi nel pantano di un terreno estremamente pesante e i suoi colpi, per quanto provasse, o si piantavano sul terreno perdendo efficacia, o non li controllava.
Oggi la situazione è sembrata abbastanza simile, almeno per i primi 30-40 minuti di gioco. Osaka non riusciva a leggere alcuna traiettoria molto arrotata della sua avversaria, che nel palleggio non le dava neanche angolo ma rigiocava sempre una palla centrale. Tante volte bastava questo, senza particolare decisione, per raccogliere il punto. Altre invece è stata brava nel disegnare traiettorie strane come quel dritto agganciato in allungo in risposta sul 4-0 30-30 che, sospinto dal vento non banale è finito sulla riga anche un po’ scivolosa per le gocce di pioggia che cadevano ed è schizzata via, con Osaka a quel punto molto infastidita dalla situazione e che sulla palla break ha deciso di andare a tutta anche con la seconda, arrivando al doppio fallo.
Si era messa in una situazione molto scomoda e più passavano i più e più sembrava non uscirne. A un certo punto, perso il game di vantaggio a inizio del secondo set anche a causa di una prima di servizio che non la stava aiutando come doveva, Osaka è prima scivolata sotto 0-30 sul 3-3, poi è stata nuovamente brekkata sul 4-4. Al servizio per il match Schmiedlova ha subito il primo rientro della giapponese che però era ancora molto sconnessa con quello che è normalmente il suo gioco. Continuava a voler spingere a tutta su palle che non poteva farlo, o lo faceva male come sul dritto volato ben oltre la linea di fondo campo sul 30-40. Di nuovo spalle al muro, la numero 1 del mondo ha avuto un piccolo regalo con un rovescio tatticamente sbagliato dalla slovacca sul 30-15 e poi è andata in pressione costante e malgrado si sia trovata in tutto 5 volte a due punti dalla sconfitta ha ritrovato la parità partendo da un ottimo dritto lungolinea, forse il primo vero punto “alla Osaka” della partita.
Nel tie-break, giocando anche sulle difficoltà di un’avversaria a quel punto un po’ più contratta, Osaka è riuscita a salire 5-2, chiudendo poi il tie-break 7-4. Il terzo set, malgrado si presentasse ancora in equilibrio visti i primi errori della giapponese, si è risolto con un netto 6-1 partito anche da un break preso sull’1-1 grazie a un ottimo passante di dritto in risposta a uno schiaffo al volo. Da lì Osaka si è effettivamente involata, migliorando e di molto la qualità del proprio gioco che comunque oggi non può essere considerato in maniera positiva. Si salva, quello sì, la voglia di reagire nel momento di massima difficoltà, soprattutto considerato quello che è sempre stato il suo “rapporto” coi momenti di difficoltà, quando magari si faceva travolgere dal momento. Oggi è rimasta lì, malgrado un livello in generale piuttosto lontano dalla miglior forma. Come per Serena Williams ieri, non è adesso che serve essere al 100%. L’importante è venire a capo dell’incontro al meglio possibile, come è stato ieri per la statunitense e oggi per la giapponese.
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