Atp Pune: Anderson vince la guerra dei tie break, sconfitto Karlovic

Nella finale più alta di sempre (414 centimetri in due), trionfa alla lunga il n.6 del ranking. Niente da fare per Karlovic, comunque uno dei finalisti più "anziani" della storia

Anderson campione, vinta la guerra dei tie-break. Sconfitto Ivo Karlovic con un triplo 7-6 dopo due ore e quarantasette minuti. Quarta vittoria su cinque incontri con il croato e sesto titolo ATP per il sudafricano.

Nella finale più alta di sempre (414 centimetri in due), trionfa alla lunga il n.6 del ranking, in un match con punteggio probabilmente in parte scontato, ma nel quale il gigante croato è riuscito a tenere duro riuscendo a sopperire alla netta inferiorità dal punto di vista tecnico con la battuta, che ha spesso impedito all’avversario di sfruttare le occasioni da lui stesso concesse. Succede per due volte nel primo set, ma Anderson riesce a spuntarla grazie ai rischi che Karlovic si è dovuto assumere forzando anche la seconda in momenti fondamentali come sul 2-3 e sul 4-6 nel tie-break, commettendo così due doppi falli e regalando il set a un Anderson a cui probabilmente tutto ciò non pareva vero.

Quando sul 4-4 Anderson conquista con due passanti splendidi 3 palle break, la sensazione è che il match non possa arrivare al terzo set, ma Karlovic le annulla tutte e guadagna il tie-break, dove grazie a un dritto lungo e un doppio fallo di Anderson riesce a tenere viva la speranza, la stessa che lo spinge ad annullare due championship point sul 5-6 15-40.
Quando poi al tie-break del terzo sul 2-1 per il croato arriva il mini-break con un punto molto discusso per una correzione su un suo rovescio, sembra allora che il sudafricano abbia definitivamente sprecato tutte le possibilità per laurearsi campione del torneo.
E lo sembra ancora di più sul 5-2 per il croato. Ma Anderson è un giocatore incredibile.
Forse non sarà uno di quelli di cui guardi i replay nel tempo libero per rifarti gli occhi, ma sicuramente è uno di quelli che dopo 8 palle break sprecate, dopo una chiamata molto dubbia a suo sfavore in un momento fondamentale, in un match snervante a suon di ace, prossimo alla sconfitta, rimette in piedi il match e lo chiude con 5 punti di fila, e come, se non con un ace?
Un Ivo Karlovic visibilmente emozionato, prossimo ai 40 anni, il più vecchio finalista dal 1977 dopo Rosewall (43 anni), abbandona così la speranza di essere il più anziano vincitore di una finale ATP, ma si consolerà con la nuova posizione al 69° gradino del ranking.
Il sudafricano invece comincia la stagione riprendendo quanto di buono fatto nella scorsa, con le due finali Slam e il titolo a Vienna, dimostrando anche oggi grandi nervi proprio come a Wimbledon contro Federer e nella maratona di 11 ore con Isner. Occhio al sudafricano in ottica Melbourne.

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