WTA Finals: Osaka sotto ritmo, Stephens coglie una vittoria importantissima

A Singapore Naomi Osaka non è mai riuscita ad accendersi contro Sloane Stephens. Per la statunitense una vittoria che potrebbe essere fondamentale nel proprio cammino alle WTA Finals.

[6] S. Stephens b. [3] N. Osaka 7-5 4-6 6-1

In un girone che si annuncia molto combattuto, Sloane Stephens vince il ballo delle debuttanti alle WTA Finals contro Naomi Osaka per un successo che può avere un peso specifico molto importante. La statunitense, infatti, si porta immediatamente in testa a un girone dove può giocarsi una carta importante nell’ottica della qualificazione alle semifinali: il confronto con Angelique Kerber che per dinamiche di gioco l’ha sempre vista dominare.

La giapponese questa sera, all’esordio assoluto in questo torneo e in un’atmosfera molto particolare, non è mai riuscita ad uscire dalla ragnatela di scambi, di palle intelligenti, dal ritmo quasi soporifero della sua avversaria. Nessuna delle due prendeva veri rischi nello scambio, ma la numero 3 del seeding raramente poteva avere punti facili. I punti erano molto articolati, ma la giapponese sembrava più alla ricerca di un colpo piazzato e senza grande velleità.

La partita poteva essere forse diversa, ma nei giorni scorsi i rumors dellasala stampa non davano una Osaka molto pimpante. Dopo il problema alla schiena di Pechino, qualche giorno di pausa tra Hong Kong e Tokyo prima di riprendere la preparazione ma nonostante qualche rassicurazione da parte di Sascha Bajin sulle sue condizioni rimaneva un punto interrogativo. Niente di serio da impedirle di giocare, ma una condizione generale non perfetta a cui magari si aggiunge un po’ di tensione per un esordio in un torneo dove è la superstar vera e propria. Quaranta tra giornalisti e fotografi giapponesi accreditati, una buona metà dello stadio a tinte nipponiche.

I primi due set sono stati molto lenti, rispecchiando in parte questo andamento alle volte piuttosto rallentato. E Stephens era quella che più ne giovava, sfruttando la sua grande copertura del campo. 7-5 per la statunitense, 6-4 per Osaka, e l’orologio che segnava un’ora e tre-quarti, tantissimo per gli standard della campionessa dello US Open 2018 che dal 2016 a oggi ha giocato pochissime partite oltre le due ore. In un primo parziale molto altalenante, con alcuni game in cui Naomi si accendeva e contrastava con forza la sua avversaria e altri dove non riusciva a giocare. Molto bene i due game successivi al primo break subito, molto bene i due game successivi al secondo break subito, male il frangente da 2-1 a 2-3 e molto fallosa negli ultimi 2.

Non era una bella partita ma rientrava nell’idea di gioco di Stephens, tra le migliori nel circuito per la rapidità e la capacità nella copertura del campo. Oltre a quello, i suoi colpi finivano spesso molto profondi, o con una potenza tale da far indietreggiare l’avversaria e impedirle di spingere. Per questo, malgrado gli appena 4 vincenti contro 13 errori gratuiti, la giocatrice di Plantation ha meritato il set e con un po’ più di fortuna avrebbe anche potuto evitare il terzo. Osaka non cambiava passo e continuavano a esserci tanti errori, ma lei non riusciva a far male in risposta. C’era qualcosa di più da parte della numero 4 del mondo, ma nulla che potesse darle continuità di gioco. Pur avendo preso un break di vantaggio, sul 5-3 non ha saputo chiudere e solo “grazie” a due doppi falli della sua avversaria sul 5-4.

L’inizio del terzo set è stato cruciale. Una Stephens maggiormente propositiva andava subito avanti di un break ma con una bella reazione Osaka si portava avanti 0-40. Sul 30-40 Stephens aveva servito lungo una seconda di servizio che Marija Cicak, nonostante sia riconosciuta come una dei migliori arbitri in circolazione, ha chiamato buona. Malgrado l’importanza del punto, la giapponese non ha chiamato la verifica, sbagliando: la palla era fuori, sarebbe stato contro-break. Questa spaccatura non è la vera causa della sua sconfitta, ma ha accentuato quella sensazione di fastidio generale che Osaka stava mostrando fin dall’inizio, perdendo la pazienza in alcuni scambi e andando sempre più in affanno.

Stephens, sempre molto tranquilla anche malgrado delle difficoltà di troppo al servizio, ha condotto in porto una vittoria fondamentale e meritata. Per lei la strada si fa in discesa, visto come veniva presentato questo incontro alla vigilia. Osaka, invece, dovrà provare a voltare pagina il più velocemente possibile. Il Round Robin le da questa chance, ma le avversarie (Kerber soprattutto) non sono delle più facili da affrontare.

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