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Roland Garros: Zverev si salva, ai quarti contro Thiem, Djokovic supera agile Verdasco

[20] N. Djokovic b. [30] F. Verdasco 6-3 6-4 6-2 (Simone Milioti)

Una partita solida per Novak Djokovic che in tre set senza rischiare praticamente mai ha archiviato la pratica Fernando Verdasco in ottavi in quasi due ore e mezza. Lo spagnolo, recente castigatore di Dimitrov al terzo turno, nulla ho potuto contro Nole ed è sembrato condizionato fisicamente dalla prima settimana di Slam parigino.

Il tennista serbo torna così in quarti di finale in uno Slam, ne ha saltati due diciamo, da Wimbledon 2017 quando non ha giocato poi lo Us Open e quando non è andato oltre gli ottavi a Melbourne vedendo sconfitto sorprendentemente da Chung. Torna quindi in quarti di finale dove comunque non ottiene una vittoria dai quarti dello Us Open 2016. Insomma Novak è sulla via della ripresa e l’eventuale vittoria contro Cecchinato, questo serbo parte certamente favorito, lo porterebbe a giocarsi una semi Slam che manca dal settembre 2016.

Il match in sé è sempre stato in totale controllo del serbo che è stato costante e regolare. Verdasco ha chiamato in causa il fisioterapista per farsi fasciare il piede sinistro, probabilmente qualche vescica che non gli ha permesso di esprimersi al meglio. Un break al primo set al quarto gioco, un’altro decisivo al settimo gioco del secondo set (dopo che nelle prime fasi i due si erano scambiati un break e contro-break) e infine il doppio break di tranquillità arrivati al primo e quinto gioco nel terzo han permesso a Djokovic di approdare in quarti di finale.

[7] D. Thiem b. [19] K. Nishikori 6-2 6-0 5-7 6-4 (eddi)

È stata una partita che non ha tradito le attese, anche se i primi due set potrebbero far pensare al solito Nishikori di quest’ultimi tempi, preda di inspiegabili amnesie. Ma stavolta le sue colpe sono molto limitate, il fatto è che Thiem è entrato in “modalità Nadal” intendendo per questo le incredibile prestazioni fatte registrare contro lo spagnolo a Roma nel 2017 e a Madrid quest’anno. In buona sostanza all’austriaco è riuscita qualsiasi cosa gli venisse in mente per almeno un’ora e quando Nishikori ha alzato il suo livello di gioco, recuperando almeno un servizio decoroso, la partita è diventata anche molto bella. Ma, ancora, non è solo nel cattivo rendimento del servizio del giapponese che va cercata la spiegazione di quella prima ora di gioco, quanto alla spettacolare efficacia del rovescio probabilmente più bello del circuito, che quando funziona così è veramente uno spasso. Thiem ha anche migliorato considerevolmente il rendimento al servizio e l’85% di punti con la prima, con un ribattitore come Kei, è lì a dimostrarlo. Inutile quindi raccontare dettagliatamente i primi due set, una sorta di one man show, e deve andare a maggior gloria di Nishikori l’aver appunto interrotto la grandinata. Nishikori ha cominciato il terzo set aggrappandosi al servizio e riducendo ulteriormente il numero di errori, non particolarmente alto neanche nei due primi set. Thiem è un pochino calato e la partita si è riequilibrata. Fino al punto da far venire forse qualche dubbio all’austriaco, che nel momento più bello ha stavolta subito il pressing di Nishikori che è riuscito a trasformare la sua unica palla break dell’intero match, che era pure il set point che ha portato la partita al quarto. Qui, ancora Nishikori ha migliorato il proprio rendimento, tant’è che farà solo due errori gratuiti, il secondo sul match point, ma Thiem è riuscito ad effettuare il break decisivo con una terribile bordata di dritto su una secondo neanche troppo timida di Nishikori. La prodezza, di pura potenza, ha fatto comprensibilmente imbufalire Nishi e a farne le spese è stata la racchetta.
Gli ultimi due game sul servizio di Thiem non sono stati certo giocati proforma e Nishikori ha davvero lottato fino all’ultimo punto, ma forse è giusto così, perché se mai Thiem dovesse riuscire a mantenere questo livello sarà difficile non vederlo in finale domenica prossima. Nishikori dev’essere contento del suo torneo, i progressi continuano e forse il fatto che ora arrivi la mini stagione in erba non l’aiuterà. Ma sul cemento di agosto dovrebbe essere pronto e chissà se non abbiamo ritrovato un protagonista.
Per Thiem siamo invece al momento decisivo. Il quarto di finale contro il titubante Zverev è il match forse più atteso dal momento del sorteggio. Dovesse perderlo forse l’austriaco finirebbe col rassegnarsi ad una carriera bella ma non splendida. Vincerlo gli garantirebbe almeno altri 4 giorni di speranza.

[2] A. Zverev b. K. Khachanov 4-6 7-6(4) 2-6 6-3 6-3 (Cristina Pozzoli)

Alexander Zverev scala un’altra montagna e mette a segno la terza rimonta consecutiva contro Karen Khachanov nell’ottavo di finale che vede di fronte i due giocatori più giovani rimasti nel torneo, 21 anni il tedesco e 22 il russo. Ancora una volta Sascha si è complicato notevolmente la vita lasciandosi sfuggire più volte l’occasione di mettere le mani sul match e rischiando di perderlo nel quarto. Ma se questa doveva essere un’altra prova che fosse in grado di reggere mentalmente la pressione dei match sui cinque set, l’ha superata alla grande dando ancora il meglio di se stesso proprio nel set decisivo e raggiungendo per la prima volta i quarti di finale, miglior risultato in carriera in uno Slam.
Il primo parziale comincia in modo anomalo per due grandi servitori come loro che si scambiano la battuta nei primi due game. Gli scambi sono brevi, la palla viaggia ad una velocità notevole e nessuno dei due intende giocare in difesa dando vita a un braccio di ferro continuo. Khachanov è più potente ma trova meno angoli mentre Zverev è più preciso, cerca subito la direzione ad uscire per muovere il russo che quando colpisce in movimento è meno efficace. Ripreso il controllo del servizio, il parziale procede con poche emozioni fino al nono game. Zverev esibisce tutto il suo repertorio con il rovescio, utilizzando il lungo linea che se non è vincente, gli apre il campo per sferrare l’incrociato o colpire con la smorzata a sorpresa, e si procura due palle break. Che bellezza quel rovescio: sul lato sinistro il tedesco raggiunge la perfezione quando impatta in anticipo (e riesce a farlo anche in corsa appoggiandosi con tutto il corpo sulla palla) e lascia andare le braccia ad avvolgersi intorno al collo. Lo stesso non succede con il dritto ed è con un erroraccio con questo colpo che brucia la seconda occasione di strappare il servizio a Khachanov (che sulla prima aveva piazzato un ace) e che poi si salva. Il dritto tradisce ancora Sascha nel decimo game e si trova a fronteggiare due palle break che sono anche due set point per Khachanov. Parte un lunghissimo scambio, il primo della partita, e lo vince Zverev dopo una grande difesa. Ne parte un altro e si interrompe per una chiamata “out” del giudice di linea su un rovescio incrociato di Khachanov, corretta dal giudice di sedia che fa rigiocare il punto. Zverev si innervosisce ma può servire ancora la prima e la piazza vincente. Il momento però è favorevole a Khachanov che lo percepisce e si fa subito aggressivo prima sfondando da fondo e poi andando prendersi il set a rete.
Si riparte con i servizi a comandare, punti diretti o quasi da ambo le parti. Nel quinto game Zverev inizia a cambiare marcia. Khachanov gli offre un po’ troppe palle da giocare con il rovescio, e qualcuna anche un po’ troppo comoda, che gli permettono di velocizzare il gioco inchiodando il russo nell’angolo sinistro e di procurarsi due palle break. Al momento di trasformarle però il tedesco si fa prendere un po’ troppo dai giochetti, sbaglia due colpi in avanzamento e Khachanov si salva. Segue un parziale di dodici punti a zero in favore di Zverev che tiene il ritmo altissimo, toglie al russo ogni possibilità di incidere con il dritto buttandolo fuori dal campo e sale 5-3 garantendosi la possibilità di servire per il set. Al momento di farlo però Sascha cambia tattica, smette di costruire gioco e decide di inventarsi qualcosa di diverso ma non va bene per niente. Arrivano tre errori consecutivi senza alcun senso, la rimonta affidandosi ancora al suo colpo migliore, tre set point falliti (di cui uno clamoroso con uno smash a rimbalzo scagliato in rete) e un’altra palla break annullata prima di cedere il servizio. Inevitabile il tie-break che si gioca in risposta, segnato da un doppio fallo di Khachanov all’ottavo punto che permette a Zverev di sfruttare i due servizi che ha a disposizione per chiudere 7-4.
Il terzo set, il sedicesimo per Zverev dall’inizio del torneo, gli chiede il conto delle energie spese. Il break nel terzo game è un colpo durissimo e le due palle del contro break fallite subito dopo sono il colpo di grazia. Zverev crolla e cede 6-2.
Per la terza volta consecutiva Zverev si trova sull’orlo del baratro e uscirne stavolta non sembra per niente facile. I suoi colpi sono meno incisivi, Khachanov si sposta bene riuscendo a giocare un gran numero di dritti e riesce a comandare il gioco fino a procurarsi due palle break consecutive nel quinto game. Si dice che la fortuna aiuta gli audaci e che nulla accade per caso. Parte lo scambio durante il quale un nastro tedesco costringe Khachanov a precipitarsi a rete permettendo a Zverev di passarlo. Il segnale lo risveglia, inizia a crederci, annulla anche la seconda palla break e da il via alla rimonta. Punto dopo punto il tedesco alza il ritmo tornando ad insistere sul rovescio del russo e riuscendo a strappargli il servizio nel sesto game. Ma c’è ancora da soffrire. Nel game successivo il nastro questa volta non gli sorride, ferma la sua smorzata e Khachanov si ritrova due palle del contro break. Non può chiedere di meglio sulla prima trovandosi la palla comoda sul dritto ma la butta in rete. E sulla seconda succede lo stesso ma questa volta è il nastro (ancora lui!) a trascinarla fuori. Con il terzo dritto lungo si concede a Zverev che non fallisce più e salva il servizio andato poi prendersi il set.
Ormai il quinto set è d’obbligo per Sascha che trova le energie migliori dopo tre ore di gioco. Sembra uno scherzo ma non lo è. Nel primo game trova la forza di tirare da lontano il quindicesimo meraviglioso rovescio lungo linea vincente che vale palla break trasformata con un’atro rovescio lungo linea, questa volta una rasoiata in slice che trafigge Khachanov a rete. Resta poco per la cronaca. Zverev è solido, sul suo servizio non si gioca e il 6-3 è matematico ma per togliersi ogni timore, chiude strappando ancora il servizio al russo nel finale.

Ottavi di finale

M. Cecchinato vs [8] D. Goffin
[20] N. Djokovic b. [30] F. Verdasco 6-3 6-4 6-2
[7] D. Thiem b. [19] K. Nishikori 6-2 6-0 5-7 6-4
[2] A. Zverev b. K. Khachanov 4-6 7-6(4) 2-6 6-3 6-3

 

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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