ATP Queen’s: Kyrgios regola Lopez, Djokovic fa 800 (vittorie)

All'ATP del Queen's Djiokovic vince la partita numero 800 contro Mannarino. Solida prestazione di Kyrgios, in semifinale anche Cilic e Chardy.

Prendono piede le fasi finali del Queen’s e a riscaldare l’atmosfera ci pensa il braccio di ferro tra battitori che ci propina il primo quarto di giornata. Sam Querrey contro Marin Cilic è una di quelle partite che devono subire uno scossone per sbloccarsi da una o dall’altra parte. E visto che nel corso dei primi dodici game nessuno è stato in grado di trovare il break (il croato ha avuto l’unica chance che poteva valere anche il set nel decimo gioco, ma è stato placato da un ace; nonostante questo c’è da dire che ha giocato sicuramente meglio, dominando di dritto e di rovescio quelle poche volte che poteva mettere i piedi dentro al campo) questo scossone equivale al tiebreak. Querrey è il primo a scappare via, ma dal 2-0 in suo favore il parziale dei punti dice 7-1 per Cilic, che, dopo aver trovato il minibreak non ha praticamente mai fatto rientrare l’avversario. Ha sicuramente da riflettere Sam, che certamente non può sperare di vincere un set o, addirittura un match, senza mai arrivare a palla break e giocando solo con la prima (di fatto, in totale, ha vinto il 37% di punti con la seconda. Troppo, troppo poco!). L’ex campione degli US Open, forte del vantaggio, mette il pilota automatico e sale totalmente in cattedra indovinando un paio di risposte, martellando col dritto e trovando profondità e potenza in risposta, cosa che mette spalle al muro Querrey, costretto a cedere non uno, bensì due break di fila, precipitando in un lampo 0-4. È quindi una formalità chiudere i conti per il finalista della scorsa edizione, al 98esimo quarto in carriera e probabilmente, ad oggi, l’unico rivale di Roger Federer sull’erba.
Old School vs New School, non solo dal punto di vista anagrafico. Quella che va in scena sul Centrale, tra Nick Kyrgios e Feliciano Lopez, è una lotta temporale tra due stili, due mentalità, due modi di approcciare alla partita completamente opposti: l’australiano inizia come meglio sa, facendo del servizio la sua punta di diamante e sciorinando la bellezza di 13 aces; è anche il primo (e l’unico) a salire a palla break nel primo set, ma viene contenuto dallo spagnolo che, dal canto suo, è un vero e proprio mostro sotto rete e mostra al suo più giovane rivale una mano invidiabile, oltre che una certa preparazione in battuta: la traiettoria arcuata esterna è stata motivo di molti grattacapi per Nick e ha levato più volte Lopez dai guai, contribuendo a portare anche lui in doppia cifra di aces (11). È il tiebreak dei passanti a decidere il parziale: con uno l’australiano porta a casa il minibreak e con un altro, sul punto successivo, allunga la scia. Si garantisce tre set point consecutivi e a poco serve la reazione dello spagnolo, che ne annulla due, perché il tabellone dice un set a zero Kyrgios. Non ci sta il giocatore di Toledo, che qui è campione in carica, a mollare il trono e si aggrappa con le unghie e con i denti ai propri turni, cercando di insidiare in risposta. Gli riesce all’ottavo gioco, quando sale 40-15 e Kyrgios inizia a scuotere la testa, facendo presagire il classico buco di concentrazione; cosa che non succede, anzi, annulla le due palle break, anche con un po’ di fortuna, poi con una soluzione al volo che ha del magico e il solito ace sigilla il gioco. Feliciano respira aria di break anche nel dodicesimo gioco, in cui va prima 0-30 grazie ad una sontuosa risposta e poi ha un set point ai vantaggi, ma ci pensano ancora le prima di Nick a sbarrargli la strada e ad indicare la via del secondo tiebreak. Il primo punto è anche lo scambio più lungo dell’incontro e vale il minibreak sponda australiana, prontamente restituito subito dopo grazie all’ennesima discesa a rete di Lopez, che però si fa sfuggire di nuovo la situazione e allora il solito ingiocabile Kyrgios chiude con l’arma che più gli piace: ace e semifinale. E con questa vittoria si toglie anche lo sfizio di condurre negli H2H, precedentemente in parità ed ora sul 3-2.

Sotto gli occhi di Mahut, Adrian Mannarino prova a mettere in difficoltà Novak Djokovic e riesce a strappargli la battuta nel terzo gioco, complice anche una falsa partenza di quest’ultimo, molto falloso e incapace di leggere il mancino ad uscire del francese, che non poche volte è riuscito, così, ad aprirsi il campo e chiudere il punto. A lungo andare emergono tutti i limiti di Mannarino, che nel lunghissimo ottavo gioco sbaglia l’impossibile, ma un Nole ancora non centratissimo gli dà la possibilità di allungare 5-3. Possibilità buttata letteralmente alle ortiche, con una palla corta che muore ancora prima di lasciare la racchetta. Viene punito col controbreak, vero infuso di tranquillità per l’ex numero uno del mondo: sale 6-5 e sfrutta tutte le ingenuità del suo avversario che, al momento di servire per il tiebreak, spegne in rete altre due smorzate inguardabili e regala il parziale al serbo, che si rivolge al suo angolo poggiando l’indice alla tempia, alla Wawrinka, ad indicare quella concentrazione che gli è un po’ mancata rispetto alla brillante prova di ieri contro Dimitrov. Nel secondo set Mannarino comincia a scendere fisicamente e Nole detta legge: dall’1-1 conquista cinque giochi di fila che lo proiettano nei “last four” del torneo. Successo storico per Djokovic: è il numero 800 e lui è il decimo dell’Era Open a tagliare questo traguardo.

Ci pensa Jeremy Chardy, sempre più lanciato sul verde e che sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza, a spegnere i sogni di gloria di Tiafoe, in una partita vivacissima e ricca di occasioni da entrambi i lati. Il francese inizia forte conquistando il break nel primo gioco di entrambi set e sarà necessario per mettere una pezza sul risultato. Ciononostante molte sono state le chance di rientrare dell’americano, poco lucido in alcune circostante, così come diverse volte il finalista di s-Hertogenbosch poteva agguantare il doppio colpo. Alla fine sarà proprio lui a sfidare Nole, non confermando in toto la solidità in battuta, ma dimostrandosi agile a fronteggiare i momenti di difficoltà. Non da bocciare completamente la prestazione di Tiafoe, che, certo, ha molto da crescere e da imparare e oggi sicuramente la differenza di esperienza ha influenzato, però il talento e il tempo sono tutti dalla sua parte e probabilmente si sentirà molto spesso parlare di lui, anche a livello di Major.

Quarti di finale

[1] M. Cilic b. [5] S. Querrey 7-6(3) 6-2
N. Kyrgios b. F. Lopez 7-6(5) 7-6(3)
J. Chardy b. F. Tiafoe 6-4 6-4
N. Djokovic b. A. Mannarino 7-5 6-1

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