[8] P. Kvitova b. V. Cepede Royg 3-6 6-1 7-5
Parigi, e il Roland Garros in particolare, non ha ancora stretto amicizia con Petra Kvitova. E viene da chiedersi se le cose potranno mai cambiare, a questo punto. Eppure la ceca è riuscita ancora una volta a lasciare un segno e a completare la rimonta su un’ottima Veronica Cepede Royg per arrivare al secondo turno del Roland Garros 2018 e continuare una serie di vittorie che oggi tocca quota 12 consecutive.
Nonostante un percorso di avvicinamento incoraggiante, i successi in Fed Cup, i due titoli tra Praga e Madrid, la ceca ha subito avuto a che fare con una di quelle giornate parigine che tanto le danno fastidio, dove la terra umida, il clima non particolarmente primaverile e un cielo coperto hanno spesso caratterizzato le sue prestazioni più complicate. In più, dall’altra parte della rete c’era un’avversaria, una delle poche giocatrici in top-100 che può dire di essere “nata” su questa superficie, che sulla terra rossa può esprimere il massimo del suo potenziale.
Numero 87 del mondo, proprio su questi campi lo scorso anno ottenne un exploit molto importante per la sua nazione arrivando fino al quarto turno e a quella palla break sul 4-4 al terzo contro Karolina Pliskova che avrebbe potuto portarla addirittura più avanti in tabellone. Oggi ha dimostrato ancora tanta solidità da fondo campo, aggiungendo un mix di alta intensità e bel gioco che l’hanno portata a un soffio dal cogliere una delle vittorie più belle della carriera. Nel primo set c’erano tanti errori per Kvitova (16 non forzati) ma la maggior parte era causato dall’alto livello complessivo della sua avversaria, rapida negli spostamenti e solida, molto solida, pronta sempre a rigiocare la palla che arrivava, a girare gli scambi, a esprimersi al meglio. Un doppio fallo di Kvitova confezionava il break che avrebbe poi portato al meritato 6-3 per Cepede Royg.
Nel secondo set è arrivata la scossa di Kvitova, che ha dato tutto nei primi 5 game per costruirsi un vantaggio tale da ipotecare il parziale e cominciare un terzo set senza aver speso troppe energie. Come da copione, la frazione decisiva è stata una lotta serratissima tra le due, molto ben giocata soprattutto da Cepede Royg che stava cercando, punto dopo punto, di concretizzare quanto seminato fin lì. Sul 5-5, però, lo scatto decisivo è stato della numero 8 del seeding con un rovescio vincente sulla palla break, seguito poi da un grandissimo punto ottenuto sul 6-5 30-30 che ha portato al match point, subito realizzato.
Una gran battaglia portata a casa dalla ceca, alla quindicesima partita stagionale decisa al terzo set (13 le vittorie). Se guardiamo alle percentuali, il 41,96% dei successi è stato ottenuto in partite al terzo set, addirittura il 45,61% è maturato su campi in terra battuta, quello che dovrebbe essere il terreno peggiore. E continuerà a esserlo, perché Parigi sarà sempre un luogo ostile per il suo miglior tennis, ma questa ragazza ha un carattere sconfinato.
K. Siniakova b. [PR] V. Azarenka 7-5 7-5
Come a Roma, anche a Parigi Victoria Azarenka deve subito salutare il torneo. Come a Roma, a sbarrarle la strada ci ha pensato una delle tenniste più giovani del tabellone. Lì c’era Naomi Osaka, classe 1997, qui Katerina Siniakova, classe 1996 e prodotto di quella scuola ceca che riesce sempre a proporre personaggi interessanti.
Siniakova forse non raggiungerà i livelli di top-10, ma è una giocatrice tosta quando è in forma e lo si è visto negli ultimi 2 anni per le finali WTA raggiunte sempre in coppia da Bastad 2016 a oggi e con scalpi eccellenti in ogni percorso, concentrati soprattutto dal torneo di Shenzhen di inizio 2017 dove ha battuto Simona Halep e Johanna Konta (le prime vittorie contro top-10 in carriera), poi Caroline Wozniacki in finale Bastad, dove si era imposta anche contro Anastasija Sevastova e Caroline Garcia, sempre da sfavorita. A inizio 2018 lo scalpo di Maria Sharapova, ora quello di Victoria Azarenka.
Le manca continuità, frutto anche di un carattere dove è molto difficile celare le proprie emozioni, ma avrebbe tutto per diventare una giocatrice da prime 20 anche considerata l’abitudine a giocare i tornei in doppio che le danno maggiore sicurezza rispetto alle avversarie quando è nei pressi della rete. Oggi ha approfittato di un’Azarenka ancora lontana dalla miglior condizione, che non faceva male con le accelerazioni e dava modo alla sua avversaria di essere sempre nello scambio. Tanti errori inusuali e un crollo nel momento chiave del primo set, con un break a zero subito quando era indietro 5-6.
Nel secondo set ha cercato di alzare il ritmo, di essere più incisiva, ma non c’era modo di avere marce più alte. È in queste settimane che “Vika” sta facendo i conti con una realtà dura: essere costretta a giocare solo quando qualcuno (un giudice) lo permette non può portare a risultati eccellenti. L’augurio è che possa tornare a essere tennista a tempo pieno, ma questo potrà essere solo dopo Wimbledon.
[2] C. Wozniacki b. D. Collins 7-6(2) 6-1
Un set lungo quasi un’ora e poi una “comoda” passeggiata verso la linea del traguardo. Può riassumersi così il primo impegno di Caroline Wozniacki nel Roland Garros 2018, torneo molto importante per lei perché vede ormai molto vicino il ritorno al numero 1 del mondo, distante appena due settimane (sempre che, ad esempio, Halep non raggiunga almeno le semifinali: a quel punto bisognerà vedere quanta strada farà la danese).
La zona di tabellone della numero 2 del seeding è abbastanza tranquilla. Forse l’impegno più difficile nella strada verso la seconda settimana era proprio all’esordio contro Danielle Collins. L’americana rappresentava uno spauracchio per un paio di ragioni: il match d’esordio, che può sempre rilevarsi complicato se non si entra in campo pronti; la scarsa abitudine di Wozniacki alla terra contro un’avversaria che dalle retrovie aveva trovato qualche bella vittoria di recente e che a marzo aveva battuto diverse top-20 (ma su cemento).
Wozniacki ha passato il test nel migliore dei modi, sapendo soffrire nel primo set e poi prendere il largo nel secondo creando quella forbice necessaria per chiudere in tutta calma. Adesso Georgina Garcia Perez, qualificata spagnola al primo tabellone Slam che oggi ha avuto qualche problema fisico sul finire del match contro Dalila Jakupovic. Al terzo turno una tra Alizé Cornet e Pauline Parmentier. Poteva andare peggio.
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