ATP Monaco: Zverev-Chung, semifinale di lusso

All'ATP di Monaco toccherà al solo Hyeon Chung difendere l'internazionalità di un torneo che per il resto parla solo tedesco.

dal nostro inviato

Hyeon Chung, nella riedizione del quarto di finale dello scorso anno sempre qui a Monaco, impiega meno di un’ora e mezza per liberarsi del sempre rognoso Klizan. Interessante notare come un anno fa all’allora semisconosciuto Chung servirono 3 set per battere lo slovacco, mentre oggi ha risolto la pratica con un perentorio 6-3 6-4. I continui progressi dell’asiatico sono d’altra parte evidenti, per cui non sorprende troppo la vittoria. Partita come da copione: il sudcoreano macina chilometri su chilometri per tutto il match, rimandando di là tutto quello che arriva e obbligando alla fine il mancino di Bratislava all’errore. Se nel primo set le colpe dello slovacco sono maggiori (bassa percentuale di prime e molti errori gratuiti), nel secondo sono evidenti i meriti di Hyeon, che ha risposto bene e servito benissimo, vincendo quasi la totalità dei punti al servizio.

Sarà interessante vedere come Chung affronterà domani la testa di serie numero 1 e attuale detentore Sascha Zverev, che ha battuto – scherzo del destino, anche lui in una riedizione del quarto di finale dello scorso anno – il connazionale Struff. Uno Struff che non si può dire abbia giocato male, ma ha palesato delle difficoltà enormi ogni qualvolta ha dovuto servire la seconda; difficoltà che già dal campo erano evidenti, ma che numeri alla mano ancora più impietose di quanto visto: su 23 seconde, ben 19 volte ha perso il punto (quasi l’85%). Nota positiva il pubblico (oggi sì, finalmente numeroso), che non è sembrato schierarsi particolarmente, ed anzi ha dato in più di una circostanza l’impressione di preferire il ventottenne di Warstein al numero 3 del mondo. Ma prendiamola con il beneficio del dubbio: è insito nell’animo umano prendere le parti dei più deboli, ancor di più nel momento in cui sono in visibile difficoltà. Il pubblico come detto ha provato spesso e volentieri ad incitare Struff, applaudendo con maggiore passione ai suoi vincenti e palesando il suo disappunto nel caso di una volée sbagliata o un passante largo. Dal canto suo Sasha non ha dovuto faticare troppo, il gioco di Struff, poco vario, si sposa bene col suo, e gli è dunque bastato aggredire lo scambio sulla seconda di servizio del connazionale per assicurarsi i break necessari. Allo scoccare dell’ora di gioco, con una risposta di Sasha tra le gambe di Struff viene ratificato il 6-3 6-2 finale.

Pubblico invece rigorosamente e orgogliosamente di parte quello che ha accompagnato la sfida tra Philipp Kohlschreiber, nato e cresciuto ad Augsburg, a mezz’ora da qui, e Roberto Bautista Agut, l’anno scorso semifinalista qui a Monaco. I due già s’erano sfidati 3 volte e lo spagnolo conduceva 2-1 prima di oggi, ma si è dovuto arrendere di fronte alla maggiore caparbietà del suo rivale. Philipp lo ha detto anche in conferenza stampa, il torneo di Monaco è per lui il torneo di casa, e se c’è da alzare l’asticella e fare quello step in più, state sicuri che lui qui sicuramente lo farà. Poi – ci ha tenuto a precisare – non tutto dipende ovviamente solo dal suo gioco, perchè c’è pur sempre un avversario di fronte con cui fare i conti. Non è stato il caso però di Bautista Agut, che dopo aver preso il break al primissimo gioco non è stato più in grado di recuperarlo, nonostante il suo gioco sia cresciuto durante l’arco del primo set. Ma il tedesco ha saputo calcolare bene quando spingere di più e quando controllare, come dimostra soprattutto la seconda parte di gara. Il bavarese mette subito a segno il break anche nel secondo set, ma è costretto poi a subire il rientro di Bautista Agut, che forse vedendo spuntare il sole dietro le nuvole prende fiducia ed inizia nuovamente a giocare meglio. Lo spagnolo si prende effettivamente più rischi a metà del secondo set (sbagliando ovviamente anche di più, ma è il prezzo da pagare), e grazie ad una serie di dritti lungolinea recupera il break di svantaggio. Soddisfazione però effimera: Kohlschreiber nel game successivo, sole o non sole, piazza due risposte tremende che indirizzano il game, e a conti fatti anche il match. Un liberatorio “Komm jetzt!” di Philipp e uno scroscio di applausi a 360° sanciscono il break del 4-3 e di lì a poco il definitivo e ampiamente meritato 6-4.

La parte bassa del tabellone si è chiusa con il match tra l’ungherese Fucsovics e l’ultimo tedesco rimasto, Marterer (ieri giustiziere a sorpresa, ma non troppo, dell’argentino Schwartzmann). Anche qui sono bastati due set al tedesco di turno per chiudere la pratica ed approdare in semifinale. Troppo falloso Fucsovics, che raramente è stato in grado di impensierire Maxi Marterer. Il ventiduenne di Nürenberg senza dover strafare approda dunque alla sua prima semifinale ATP, un traguardo che non ha esitato a definire “importantissimo, anche se sarà un po’ strano giocare contro un amico come Philipp” (i due non si sono mai incontrati sinora).

Quarti di finale

[1] A. Zverev b. J.-L. Struff 6-3 6-2
[4] H. Chung b. [Q] M. Klizan 6-3 6-4
M. Marterer b. M. Fucsovics 6-3 6-4
[6] P. Kohlschreiber b. [2] R. Bautista Agut 6-4 6-4

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