WTA Nanchang: Peng completa l’opera e vede la top-20

Un anno fa era 265 al mondo, ora è tornata nei pressi della top-20: Shuai Peng completa la sua settimana trionfale a Nanchang.

Un titolo che, ora possiamo dirlo, poteva soltanto perderlo. Shuai Peng, numero 2 del seeding, si è aggiudicata il WTA International di Nanchang, torneo da 280 punti WTA nella regione cinese dello Jianxi. Il campo di partecipazione era piuttosto indebolito, vista la presenza in concomitanza di tornei europei e del via, da lunedì, della stagione sul cemento nordamericano, ma la trentunenne cinese ha approfittato dell’occasione d’oro per fare passi avanti da gigante in termini di classifica: da numero 23 a numero 18 nella Race, al momento dunque qualificata per il Master di Zhuhai, ma soprattutto da numero 32 a numero 23 nella classifica.

Questo risultato garantisce la quasi certezza di una testa di serie allo US Open, lei che fu semifinalista nel 2014, ma soprattutto visti i pochissimi punti in scadenza entro fine anno, c’è la enorme chance di rientrare tra le prime 20 del mondo e chiudere in maniera definitiva il cerchio iniziato tristemente nel 2015, quando dei dolori alla schiena si sono rivelati essere un infortunio spinale piuttosto importante che richiedeva un lunghissimo stop. Difficile pensare al rientro al top, un po’ per l’età e un po’ perché era stata una giocatrice che aveva avuto l’impennata del rendimento grazie a quel prestigioso traguardo di Flushing Meadows, ma prima di allora era sempre stata una giocatrice da seconda/terza fascia, con 7 finali perse.

Poi, a fine 2016, il successo nella sua città Natale, Tianjin, che ha segnato il primo importante tassello del suo rientro. Ora un 2017 di primissimo livello, con la ciliegina oggi del secondo titolo WTA, sempre in Cina. 6-3 6-2 il punteggio finale a Nao Hibino, giapponese, al termine di una finale mai in discussione, interpretata perfettamente facendo valere il grado di super favorita. Alla fine, si può dire, la sfida dove ha più sofferto è stata quella del primo turno contro un’altra giapponese, Kurumi Nara, durata quasi 3 ore. Da lì in avanti, solo un gran dominio. E ora, anche per lei, l’attenzione si sposterà tutta sul nord-america.

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