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23 Mag 2016 05:00 - Roland Garros
Roland Garros – Cronaca di una domenica di pioggia (e sfogo di un cronista deluso)
di Redazione
TENNIS – Dal nostro inviato a Parigi PIERO VASSALLO. Inizio di torneo “monco” per il Roland Garros: la pioggia falsa il programma della giornata e mette a nudo tutti i difetti dello Slam parigino.
Piovve, e piovve sempre, e fortissimamente piovve. La prima giornata del Roland Garros è passata così, tra una pioggerella e un acquazzone, mentre in campo si concludevano soltanto 10 match dei 32 in programma. Su twitter l’account – geniale – Wimbledon Roof (tetto di Wimbledon) ha pizzicato il torneo francese, che ha risposto per le rime: «voi avete il tetto ma noi abbiamo le migliori baguettes del mondo”.
Ora, le baguettes saranno pure buone – ma pur sempre baguettes, avessi detto una lasagna – ma il buon “tetto di Wimbledon” ha toccato un nervo scoperto: il Roland Garros è un torneo con delle lacune importanti. Non è possibile che un torneo del Grand Slam non abbia alcuna copertura, a differenza degli altri tre che costruiscono tetti a destra e manca; non è possibile che un torneo del Grand Slam non sia dotato di un impianto di illuminazione in modo da garantire lo svolgimento di una sessione notturna, cosa che ormai è prevista persino nei Challenger; non è possibile che un torneo del Grand Slam si svolga in uno spazio così piccolo, tanto piccolo da starci veramente stretti.
Sì, ci sono dei progetti di ampliamento, che però cozzano con le proteste delle associazioni ambientaliste assolutamente contrarie a qualsiasi lavoro che vada a toccare le Serre d’Auteil. E allora quali altre soluzioni, vi chiederete? E me lo chiedo anch’io, ma di risposte non ne trovo e forse non mi sforzo neanche di cercarle, non oggi. Perché questo non è un pezzo di denuncia contro qualcosa o qualcuno, questo è più semplicemente uno sfogo. Un breve sfogo di chi sperava di godersi una giornata di tennis e ha passato la metà del tempo a sbadigliare in sala stampa. E fidatevi gustarsi una baguette non cancella affatto l’amaro in bocca.
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