ATP Finals Londra: Nadal supera anche Murray! Spagnolo ad un passo dalla semifinale

TENNIS – di Federico Parodi

LONDRA. Rafael Nadal, con una delle sue migliori prestazioni in stagione, batte 6-4 6-1 un pessimo Andy Murray ed è il primo a qualificarsi per le semifinali delle Atp World Tour Finals nel girone Ilie Nastase.

Se ne parlava da giorni. Che Murray avremmo visto a Londra? Distratto, poco incline alla lotta e preoccupato di preservarsi in vista della finale di Coppa Davis che la sua Gran Bretagna giocherà in casa del Belgio tra circa una decina di giorni oppure la sua versione concentrata e combattiva che ammiriamo ogniqualvolta gioca un torneo in patria? L’esordio con Ferrer lasciava propendere per la seconda delle ipotesi, anche se l’avversario non rappresentava un test probante per lo scozzese. La prestazione odierna, invece, qualche dubbio lo lascia, senza comunque togliere i meriti al Nadal di questo incoraggiante finale di stagione.

D’accordo, due indizi non fanno una prova. Però il Nadal che si è presentato all’edizione 2015 delle Atp Finals è un altro giocatore rispetto a quello triste e abulico che abbiamo visto nel corso di tutto l’anno. Ha riacquistato solidità e, soprattutto, profondità nei colpi. Certo non può essere ancora al meglio, ma l’impressione è che nel 2016 lo rivedremo molto competitivo, sulla terra rossa e non solo. I progressi si erano già intravisti da Pechino in avanti. Ora che ha battuto nell’arco di tre giorni il numero 4 e il numero 2 del mondo e sulla superficie storicamente meno congeniale al suo gioco, l’agnellino impaurito che ha passeggiato per i court negli ultimi mesi sembra si stia lentamente trasformando in un felino dagli artigli pungenti. Ricorda per certi versi il Federer 2013, anche lui in quell’annus horribilis protagonista di un finale in crescendo in funzione di un ritorno a grandi livelli dopo la pausa invernale.

Il primo set è caratterizzato da un andamento lento e da qualche errore di troppo, con i due giocatori che, persi i rispettivi servizi di apertura, si studiano per larghi tratti. La sensazione è che Murray abbia le capacità per fare la partita ma che, soprattutto con il dritto, fatichi a incidere, venendo spesso aggredito da un Nadal molto reattivo nel sfruttare i tentennamenti dell’avversario per andarsi a prendere il punto a rete o con il suo dritto inside out. Lo scozzese peraltro, oltre ai consueti monologhi, vere e proprie lezioni gratuite in mondovisione sugli aggettivi negativi del vocabolario inglese, palesa un certo nervosismo nei confronti del giudice di sedia, reo di abbuonare allo spagnolo secondi extra tra un punto e l’altro, e si fa immortalare durante un cambio campo intento a tagliarsi una ciocca di capelli (che sia lei la colpevole della scarsa qualità del suo tennis odierno?). Le percentuali al servizio sono sotto al 50% per entrambi i giocatori, ma l’unico ad approfittarne è il maiorchino. Murray salva cinque palle break tra il sesto e l’ottavo gioco, prima di perdere il servizio, addirittura a zero, e il set nel decimo gioco.

Murray a questo punto avrà voglia di lottare? Le statistiche di questo Master parlano chiaro: chi perde il primo set, non si sa se per strategia, stanchezza o svogliatezza, dà l’impressione di tirare i remi in barca ed è quello che accade anche allo scozzese, che si prende anche qualche fischio del suo pubblico. Cede ancora a zero la battuta nel secondo gioco e da lì è un piagnisteo continuo, interrotto da qualche sporadico barlume di classe qua e là. È un parziale senza storia. L’agonia di Murray si conclude dopo un’ora e trentadue minuti. 29 errori gratuiti a fronte di soli 15 vincenti e 43% di prime palle in campo sono i poco edificanti numeri dello scozzese a fine match: il padrone di casa esce mestamente dall’O2 Arena con chissà quali pensieri nella testa. Quelli di Rafa Nadal sono, invece, soltanto positivi: dopo due vittorie così il maiorchino si candida a essere uno dei favoriti per la vittoria del torneo? Di certo l’ex numero uno del mondo è arrivato a Londra con una motivazione e una freschezza diversa da quella di molti giocatori che lo precedono in classifica. Forse non basterà quando incrocerà Djokovic o Federer, ma intanto lo spagnolo è in semifinale contro ogni pronostico.

 

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