TENNIS – di Samuele Delpozzi
Francesca Schiavone era reduce da sette sconfitte consecutive al primo turno negli Slam, e quale posto migliore del Roland Garros per interrompere la serie? La storia d’amore con la capitale francese, iniziata nel lontano 2001 con i primi quarti di finale della carriera, non vuole proprio saperne di finire, e chissà che la vittoria odierna sulla cinese Qiang Wang non convinca la nostra a giocare per almeno un’altra stagione.
Un primo turno che sarebbe stato una formalità per la Schiavone dei tempi d’oro – l’asiatica, numero 107 mondiale, è la tipica orientale dal tennis piatto e lineare, molto più adatto ai campi veloci – ma non per l’attuale versione ai minimi storici di fiducia. Tutte le difficoltà vengono confermate dall’avvio da incubo della milanese, subito sotto 3-0 con doppio break di ritardo ed incapace di trovare il campo con i suoi famosi “topponi”. Costantemente in balia delle botte nemiche, Francesca non riesce neppure ad approfittare del primo passaggio a vuoto della Wang, arenatasi in una palude di 10 punti persi consecutivamente: l’azzurra ha la possibilità d’aggancio sia sul 2-3 che sul 3-4, ma finisce per perdere il set con un ulteriore break, 3-6.
Uno dei game chiave del match arriva sull’1-0 del secondo, con la Schiavone al servizio per consolidare il piccolo vantaggio appena acquisito: annullate tre palle break con altrettanti vincenti, la campionessa del 2010 finalmente si scioglie un po’, iniziando a sciorinare tutto il suo repertorio di rotazioni complesse, attacchi in controtempo e smorzate fulminanti. Il set è dominato in lungo e in largo dalla nostra, fatta eccezione per il break subito sul 5-2 e prontamente restituito per il 6-3 definitivo.
La vera battaglia è però nel terzo, dove entrambe hanno numerose occasioni per “uccidere” l’incontro: Francesca è la prima a cedere il servizio sull’1-1, quindi manca l’immediato pareggio con tre errori consecutivi di diritto da palla break a favore, esplodendo in un urlo di frustrazione – “Le partite le regalo io!!!” – che risuona per l’intero Bois de Boulogne. A questo punto si teme che l’italiana possa cedere mentalmente, indietro 15-30 anche sull’1-3, ma proprio sull’orlo del baratro dà fondo alle ultime riserve di cuore ed esperienza: arriva il controbreak del 3-3, e, pochi game più tardi, chiude al primo match point con un gran rovescio lungolinea.
Finisce 3-6 6-3 6-4 in 2 ore e 9 minuti di battaglia, l’ennesima della lunghissima carriera della milanese, ormai trentacinquenne. Ora l’attende un secondo turno di prestigio contro un’altra veterana pluridecorata, Svetlana Kuznetsova, campionessa al Roland Garros nel 2009.
Le due hanno spesso dato vita a duelli appassionanti – 9-5 il bilancio a favore della russa – tra cui il match più lungo dell’Era Open a livello Slam: a Melbourne 2011 la Schiavone s’impose 16-14 al terzo dopo quasi 5 ore di lotta ed emozioni a grappoli, salvando complessivamente 6 match point. Uno degli incontri più belli di sempre, a detta di molti.
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