Atp Valencia: Murray annulla ancora 5 match point a Robredo e trionfa dopo un'emozionante battaglia

TENNIS – VALENCIA – SALVATORE DE SIMONE. Andy Murray batteTommy Robredo in una finale dopo aver annullato cinque match point, esattemente come era accaduto a Shenzhen, con il punteggio finale di 3-6, 7-6(7), 7-6(8) in una delle partite più emozionanti dell’anno. Vittoria fondamentale del britannico in ottica Atp Finals. Sconfitta amarissima per il trentaduenne spagnolo.

 

Andy Murray e Tommy Robredo si erano sfidati appena un mese fa a Shenzhen in una finale rocambolesca che aveva visto alla fine vincitore il britannico, il quale aveva salvato cinque match point nel secondo set per dilagare poi nel terzo. Più o meno anche nella finale appena conclusa del torneo Atp di Valencia si è assistito allo stesso copione. Stesso numero di match point salvati per lo scozzese, che ha nuovamente superato lo spagnolo al terzo set; la partita però è stata ancora più emozionante rispetto a quella del torneo cinese, dato che Murray ha avuto bisogno del tie-break nel parziale decisivo per avere la meglio sul povero iberico, che ha subito una sconfitta ancora più crudele, dato che si è consumata davanti al pubblico di casa e dopo essere stato in vantaggio di un break nel terzo set. I due contendenti hanno disputato un match intensissimo, molto tirato dal punto di vista agonistico e piuttosto spettacolare, con continui capovolgimenti di fronte, dando vita a una delle finali più emozionanti della stagione.

Nel primo set è Robredo ad avere il pallino del gioco; Murray si dimostra sciupone, sprecando sei palle break mentre l’avversario, da perfetto cecchino, sfrutta tutte e due le occasioni per strappare la battuta e incamera il primo parziale.

Nel secondo parziale il britannico rompe per la prima volta il servizio allo spagnolo e riesce a mantenere tranquillamente la propria battuta per qualche game; ma, dopo aver mancato tre occasioni per aumentare il vantaggio, si fa recuperare dall’avversario, il quale non si fa sfuggire l’occasione e porta il set al tie-break. Da qui la partita diventa davvero epica; non ci sono solo scambi lunghi ed estenuanti, come d’altronde ci si aspetta da due regolaristi, ma anche vincenti e colpi bellissimi, come il prodigioso passante di puro polso di Robredo, che lascia di sasso un incredulo Murray; subito dopo l’iberico, sul primo match point, è davvero sfortunato, perché un nastro manda fuori il suo diritto; nel secondo invece è un ace dello scozzese a togliere la soddisfazione della vittoria all’iberico. Il britannico, ritrovata la fiducia, riesce poi ad aggiudicarsi il tie-break e porta il match al terzo set.

Robredo però non si perde d’animo come era accaduto un mese prima a Shenzhen e lotta anche nel parziale decisivo, andando per giunta in vantaggio di un break che però non riesce a mantenere regalando subito dopo la battuta a Murray. Tutti e due poi servono  bene e di nuovo si arriva al tie-break, che può considerarsi una summa di tutto quello che è successo durante il match: minibreak da parte di entrambi, altri match point a favore di Robredo annullati da un Murray strepitoso (soprattutto in un recupero portentoso in difesa su un diritto di risposta angolato dello spagnolo), che alla fine con un vincente di rovescio si aggiudica set e match.

Vittoria importantissima per il britannico, che supera nella race sia Berdych che Nishikori e potrà affrontare più serenamente Parigi-Bercy in vista delle agognate Atp Finals di Londra, ormai a un passo. Non poteva essere più sudato il suo 31° titolo in carriera, dato che ha trovato di fronte ancora una volta un buonissimo Robredo. Quest’ultimo avrebbe meritato anche lui di vincere il torneo, soprattutto dopo aver perso la finale qualche settimana prima a Shenzhen. Ma si sa, il tennis a volte può essere davvero crudele e il fatto che a 32 anni sia riuscito ad entrare nuovamente nella top 20 probabilmente non consolerà l’ammirevole giocatore spagnolo, che prima di abbracciare Murray a rete dopo la fine della battaglia gli ha mostrato scherzosamente i due diti medi.Un gesto umano e comprensibile che lo stesso Murray non ha potuto non salutare con un bell’abbraccio. La degna fine di una grande finale.

 

 

 

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