Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
04 Giu 2014 19:51 - Roland Garros
Roland Garros: la dura legge di Nadal risveglia Ferrer
di Davide Bencini
TENNIS – ROLAND GARROS – DI DAVIDE BENCINI – David Ferrer fa perdere al n.1 del mondo il primo set del suo torneo ma, una volta raggiunto, viene umiliato, uscendo mentalmente dal match: 46 64 60 61 per l’otto volte campione di Parigi. Il quale, partito teso e falloso, una volta tranquillizzatosi è tornato la solita macchina inscalfibile.
E’ durata un set e mezzo la speranza di David Ferrer di tentare quel miracolo che dal 2009 tutti sognano a Parigi. Più o meno fino a quelle 3 palle del controbreak nel secondo set, sprecate con due dritti lunghi e uno in rete, contro un Nadal che fino a quel momento aveva giocato corto e in modo falloso e spesso poco lucido, e che in poche occasioni aveva dato l’impressione di poter mulinare il suo mortifero dritto.
Il buon David per un set aveva rasentato la perfezione, portando a casa i punti più lottati, giocando aggressivo e approfittando delle palle a metà campo che gli arrivavano da un Rafa fin lì abbastanza irriconoscibile. Dopo di che è bastato un “bu-bu-settete” di Nadal, qualche dritto giocato finalmente come Dio comanda del maiorchino e Ferru è andato in barca, perdendo bussola, gioco, colpi e tutto il resto. E’ rimasto attaccato al secondo set, poi il crollo.
E’ stato come vedere tante repliche dei match di Nadal sul rosso, nei quali i suoi avversari facevano il set della vita per poi calare e venire risucchiati dalla marea che saliva, saliva inesorabile e liingoiava, riducendoli a dei Ramirez Hidalgo qualunque. E’ stata la solita solfa dove se il primo set lo vince Rafa sai già che l’altro non ha speranze, e dove se il primo parziale va all’avversario, sai comunque che conta meno di niente.
Da quel secondo set il parziale fino a fine match dirà 13 giochi a 1 per Nadal, con David incapace di tenere un singolo turno di servizio. Inutile sottolineare che, certo, Rafa dal secondo set sia migliorato nel suo gioco, fino a diventare, nel terzo parziale, quel muro che tutti conoscono, capace di riprendere qualsiasi palla nemmeno avesse in mano una rete da pesca al posto della racchetta.
La sensazione però è anche che Ferrer, dopo quel set perso per 6-4, sia completamente uscito dal campo, quasi consapevole, sebbene fosse a quel punto ancora un set pari, di avere davanti il solito film già visto tante volte, e solo interrotto con una inspiegabile parentesi a Montecarlo. La faccia di David era, ogni volta che andava a servire, quella del “eccoci, ci risiamo”… E giù almeno tre non forzati senza colpo ferire. Punti giocati alla disperata e palle che tornavano indietro come se fossero dei boomerang.
Tutto finiva per essere la conferma di una differenza palese tra i due che può essere equilibrata solo quando Ferru gioca a mille e Nadal sbaglia qualcosa, cosa che oggi è avvenuta, come tante volte, solo per un’ora. Sentenza di quello che divide, per quanto si voglia bene a un lavoratore come Ferrer, un campione da un ottimo giocatore. E sensazioni che spiegano per quale motivo il buon David, a 32 anni, riesce a stare sopra e regolare coloro che lo seguono in classifica mentre con i vari Rafa, Nole, Federer e Murray continua a prendere sonore razzolate. Come tanti prima di lui, è caduto nel tranello dove il suo gioco può essere vincente solo se spinto al massimo per lungo tempo: e farlo 3 su 5, contro Nadal per giunta, è pressoché impossibile, specie se non possiedi un colpo decisivo.
La dura legge che anche oggi Rafa ha fatto valere è quella di una lotta nella quale, appena lui alza il suo livello di gioco, in concomitanza del calo dell’avversario la partita finisce matematicamente nelle sue mani, dato che la velocità di crociera di un Ferrer non più perfetto non può contrastare un Rafa anche solo al 70-80%.
Basta una spallata, 5 minuti nei quali Nadal ti fa perdere la consapevolezza di quello che hai fatto fino a poco prima, e l’avversario viene risucchiato in quella sensazione di impotenza e di inevitabilità che tutti tranne uno finora hanno assaporato su questi campi.
L’impressione, dopo tanti match da challenger, è che comunque Nadal ci sia e malgrado un set di rodaggio nella partita di oggi, sia bello pronto per addentare l’ennesimo Roland Garros. Vedremo se qualcuno riuscirà a resistere per più di un’ora.
Ma in fondo è una domanda che ci siamo fatti tante volte in passato…