Quale forma ha l’acqua? In verità l’acqua prende la forma che le viene data, perché si sostiene che non ne abbia davvero una tutta sua. Proprio come un liquido, incapace di acquisire una sola forma, il tennis di Jannik Sinner fluisce, si adegua a ogni foggia o situazione. Scorre inesorabile ignorando gli ostacoli e procede […]
03 Giu 2014 15:21 - Roland Garros
Roland Garros: Bouchard, una stella consacrata a Parigi
di Diego Barbiani
TENNIS – Di Diego Barbiani
PARIGI. Eugenie Bouchard bissa la semifinale raggiunta all’Australian Open arrivando al penultimo atto anche del Roland Garros. Grandissima vittoria della canadese, che ha superato 7-6(4) 2-6 7-5 Carla Suarez Navarro. In semifinale spazio dunque alla super-sfida tra lei e Maria Sharapova, vincitrice oggi per 1-6 7-5 6-1 su Garbine Muguruza.
Dopo lo straordinario risultato di Melbourne una nuova semifinale in un Major accresce ancora di più il valore di questa giocatrice, che ad appena vent’anni si sta dimostrando di una maturità spaventosa. Sono tanti invece i rimpianti per la spagnola, che ad un certo punto sembrava con la partita in mano ed invece è riuscita a bruciare tutto quanto di buono avesse creato per due ore di gioco. Se poi si pensa a come sia riuscita a buttare al vento un primo set dove conduceva 5-2 e servizio l’incubo assume dimensioni ancora più vasti.
Bouchard ha vinto perché più coraggiosa, più tenace, più capace di gestire i momenti di difficoltà, con un carattere da fare invidia a giocatrici ben più navigate nel circuito. Una di queste è proprio Suarez Navarro, a cui è bastata una stagione sulla terra fin qui straordinaria per accedere alla sua prima semifinale in uno Slam. Lei che possiede una tecnica sublime dal lato del rovescio ma che ancora una volta deve lasciare spazio ad un’altra, una tennista destinata ad un futuro ben più roseo del suo sotto tanti punti di vista. Lei invece sarà lì seduta nello spogliatoio e ripenserà dove ha buttato al vento una chance forse irripetibile.
La spagnola ha avuto la partita in pugno, la canadese l’ha vinta. Il tennis crudele ed intrigante racchiuso in cinque minuti di irrazionalità, quando nel terzo set la spagnola con un parziale di quattro giochi consecutivi sembrava avesse ingranato due marce in più della canadese e si era issata sul 4-1. Bouchard era sostanzialmente ferma, con le gambe che non rispondevano più come prima e per arrivare sulla palla doveva muoversi solo con il busto, scomposta alle volte in avanti, alle volte in laterale.
Non si trattava di problemi fisici ma solo una fase di stanchezza dopo un primo set micidiale, in cui ha investito un capitale enorme delle sue energie fisiche per riprendere una situazione estremamente compromessa. Suarez Navarro giostrava gli scambi a piacere, chiudendo in un angolo l’avversaria e chiudendo il punto nel lato opposto.
D’un tratto un parziale di tredici punti a zero ha portato Bouchard sul 4-4 0-15. Improvviso, quasi inspiegabile. La spagnola ha pensato troppo, la canadese troppo poco. Il risultato? L’inerzia del match era nuovamente cambiata: con tanto coraggio Bouchard era tornata prepotentemente in partita, attaccando e spingendo come a fine del primo parziale; Suarez Navarro, timorosa, aveva perso concentrazione ed era entrata nel vortice dei pensieri. Sul 5-5 è arrivato il secondo break in favore della giovane nord-americana, con un dritto a metà campo comodo non chiuso dalla spagnola e puntualmente punita. Quando è stato il momento di chiudere ha avuto qualche tentennamento, ma la sua avversaria tatticamente sembrava in totale affanno, cercando troppo la diagonale rovescio-rovescio (il colpo più efficace della canadese in quel frangente) con l’ultimo che è morto poco sotto il nastro.
Grande gioia ed un pizzico di commozione per Bouchard, che continua la sua corsa a Parigi ed è ormai ad un passo dall’entrare in top-10. Il problema, per lei, è che questo ha le sembianze di Maria Sharapova.