di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
26 Mag 2014 15:46 - Roland Garros
Roland Garros: Vinci e Lorenzi, i secondi set sono fatali
di Gianluca Atlante
TENNIS – ROLAND GARROS – DA PARIGI, IL NOSTRO INVIATO GIANLUCA ATLANTE – Roberta Vinci parte bene, ma nel 2o parziale si fa male e, complice un’interruzione per pioggia, cede alla francese Parmentier: 36 63 62. Niente da fare neppure per Paolo Lorenzi, sconfitto 63 75 62 da Bautista Agut. L’azzurro ha servito sul 5-3 nel secondo.
VINCI, OLTRE IL DANNO LA BEFFA – Quello che un attimo prima sembra tutto facile, addirittura scontato, un attimo dopo svanisce nel nulla. Il tempo di una pioggerellina, fastidiosa e, al tempo stesso “galeotta”. Al punto dal cambiare fisionomia al match. Al punto dal portarti all’Inferno in un amen. Tutto questo ed altro ancora, è successo a Roberta Vinci, testa di serie numero 17 di questo Roland Garros. Sul campo numero 7, proprio sotto il Philippe Chatrier e la sala stampa, la tarantina sembrava aver vita facile contro la wild card di casa, Pauline Parmentier. Nonostante la pioggia e il tifo sfrenato del popolo del Bois de Boulogne. Poi, di colpo, quando il gioco è stato interrotto per la seconda volta (la prima sul 3-1 nel primo set per l’azzurra) sul 6-3 3-1 per la nostra Roberta, il match ha preso un’altra direzione, quella francese. Dall’1-3 al 6-3. In men che non si dica, la numero sette di Francia, ha messo insieme cinque giochi, portando il match in parità. L’illusione del primo gioco del terzo set, poi, ha fatto il resto. La Parmentier, dal canto suo, non ha mollato di un centimetro, continuando a martellare agli angoli la nostra tennista, lontana, anche troppo, dalla linea di fondocampo e orfana di quel tocco che, sino al 6/3 3-1, aveva creato non pochi problemi alla transalpina. Poi, a complicare i piani alla Vinci, ci si è messa la coscia sinistra, fasciata abbondantemente dalla fisioterapista di turno. Il resto è storia di una sconfitta che fa male, molto male. Al punto dal provocare quel pizzico di rabbia, trasformato in amarezza, con tanto di lacrime nascoste dall’asciugamano griffato. Fa male perdere così. Dopo aver dominato il match. Fa male perdere contro una giocatrice alla quale, nei quattro precedenti confronti, si erano lasciate le briciole. Però, purtroppo, accade. E’ successo oggi, intorno alle 17 di un pomeriggio uggioso, ad intermittenza, fastidioso quanto basta per rovesciare il match della Vinci e costringerla alla resa.
In conferenza stampa delusione e preoccupazione sono evidenti. “Giocare in queste condizioni, farsi male, in uno dei tornei più importanti, non è proprio il massimo,” taglia corto l’azzurra. “Ora sto male, farò degli accertamenti, ma la situazione non è semplice. Mi sono fatta male nel secondo set, quando eravamo sul 4-3. Ho sentito dolore dopo un servizio e, da quel momento in poi, la situazione è pian piano peggiorata”. Colpa della pioggia? Di quella seconda interruzione? “Non lo so, forse sì. Magari se fossimo rientrate negli spogliatoi, invece di di restare in campo, non accadeva nulla. La verità è che sono preoccupata, anche perché ho il doppio e mi dispiacerebbe da morire non poterlo giocare. Adesso, però, non posso dire se ce la farò oppure no. Ho qualche giorno di tempo, farò degli accertamenti, poi prenderemo una decisione.”
LORENZI, PECCATO PER QUEL 2o SET – Tanta fatica per nulla. Tre turni di qualificazione, per veder tramontare le speranze in quello sciagurato secondo set. Quando, dopo una sorta di mini tappa pirenaica del Tour de France, tanto per restare in tema, il prode Lorenzi era riuscito a mettere lo spagnolo Bautista Agut, numero 27 del tabellone di questo Roland Garros, con le spalle al muro e con la prospettiva, per lui, di dover ricominciare da capo dopo il 6/3 iniziale. E, invece, il sipario per il buon Paolo è calato ancor prima che la parte fosse terminata. Sul più bello, sul 5-3 e servizio nel secondo set. Lo spagnolo, tanto per gradire, metteva insieme quattro giochi consecutivi, spegnendo sul nascere le velleità di Lorenzi che, a quel punto, sotto due set a zero, non aveva più la forza per mettersi lì a provare di rimettere in piedi un match ormai compromesso. Peccato per quel secondo set. Per quello ottavo gioco dove il gioco del tennista senese era cresciuto molto. Chissà, magari sulla situazione di un set pari, il match poteva davvero prendere un’altra piega. Peccato, perchè dopo tre turni di qualificazione, sarebbe stato bello, per Lorenzi, dare un seguito a quanto era stato fatto prima. Il cliente di oggi, al di là del seeding, era di quelli difficile da domare, ma in mattina il coach di Lorenzi, Galoppini, ci aveva confidato che le speranze, per fare partita pari, c’erano tutte. Così è stato, nel secondo set, il più bello dei tre. Giocato decisamente meglio da Lorenzi, ma non al punto dal portarlo a rimettere l’incontro su binari paralleli. Il 6/3 7/5 6/2 fa ancora più male, forse, di quanto è accaduto in realtà sul campo, con un Bautista Agut che, nel momento in cui è riuscito ad “azzannare” di nuovo la preda Lorenzi, non l’ha più mollata.
L’amarezza per quel secondo set che, forse, avrebbe potuto cambiare il corso del match, è un qualcosa con la quale convivere fino a sera. Lo dice apertamente, Paolo Lorenzi: “In effetti – ha spiegato in sede di conferenza stampa il senese – magari il match poteva girare in un altro modo, o magari no. Resta il rammarico di aver fatto tanto e non essere riusciti a chiudere per allungare l’incontro. Per provare a vincere il primo match in un torneo dello Slam.” Con Matosevic, unico giocatore insieme a lui tra i primi cento, a non aver ancora brindato a questo traguardo, c’è anche una scommessa in atto: “Sì, è vero, ma l’aver comunque superato le quali è motivo di grande soddisfazione. Peccato, lo ripeto, per quel secondo set, ma ho fatto di tutto per portarlo a casa, purtroppo non riuscendoci.”