Roland Garros. A Bolelli il derby con Arnaboldi: «Con Ferrer dovrò essere aggressivo»

 

TENNIS – ROLAND GARROS  – Dall’inviato a Parigi GIANLUCA ATLANTE – Bolelli batte Arnaboldi 64 64 62, vincendo il derby del primo turno a Parigi e si conquista un campo e una sfida importante contro David Ferrer giovedì. A ventotto anni e tanti problemi, Simone si prepara per tornare nei primi 100.

 

Parigi – Ventotto anni non sono tanti. O, quantomeno, non lo sono per riprovarci. Per tentare di dare un bel calcio nel sedere, e in maniera definitiva, alla sfortuna e guardare a quello che verrà, nell’immediato ed in chiave futura, con l’ottica di chi sa che i mezzi, a disposizione, possono permette, al personaggio del nostro racconto, di tenere aperti gli occhi ad una nuova vita tennistica.
 
Tutto questo per dire che, nel derby tutto nostro dei qualificati a questo Roland Garros 2014, Simone Bolelli ha dato un seguito a quanto di buono fatto nell’ultimo periodo. O, almeno, da quando al suo angolo c’è un certo Umberto Rianna. “Simone ha potenzialità notevoli, deve soltanto trovare continuità nel suo gioco.
 
Siamo sulla strada giusta, le cose basta volerle, cercarle con convinzione e, soprattutto, applicazione”. Quella con Arnaboldi, poteva essere una partita insidiosa. Da una parte chi sa di meritare molto, ma molto di più, dell’attuale 150esimo posto della classifica mondiale e, dall’altra, chi per la prima volta, ha bussato alla porta del main draw di uno Slam. Diciamo subito che il tre set a zero rifilato dal bolognese al giocatore di Cantù, è quanto di più scontato ci si sia.
 
Sul campo numero otto, quando è stato il momento di accellerare, di chiudere il punto, il “Bole” ha fatto pesare quell’esperienza e quel pizzico di pesantezza in più nella palla, che ha finito per fare la differenza. Morale della favola, il 6/4 6/4 6/2, maturato in due ore e altrettanti minuti di contesa, ha finito per essere il comun denominatore di un match a senso unico che, restando ancorati a ciò che Rianna ci ha confidato durante il match tra Starace e Tursunov, è quello che Bolelli deve fare adesso.
 
Vincere le partite che deve vincere, farlo dimostrando continuità e progressione nel suo gioco e nel suo stare in campo, provando, poi, a cercare uno step ulteriore che, nel caso specifico, è rappresentato da David Ferrer, prossimo avversario qui nel catino del Bois de Boulogne. Crediamo e sogniamo che possa essere un’altra storia. Staremo a vedere cosa ci dirà, poi, il campo.
 
 
LE DICHIARAZIONI DI BOLELLI E ARNABOLDI
 
I due volti del derby. Arnaboldi prima, Bolelli dopo. Entrambi nella sala interviste numero 4, un vero e proprio salottino, accogliente quanto basta per carpire ogni piccolo segreto. «Spero che non sia l’ultima volta in uno Slam», ci dice il tennista di Cantù. «Torno in Italia molto soddisfatto e credo che la partita contro Zeballos, nel secondo turno di qualificazioni, possa essere stata quella della svolta. Anche perché, ora, ho un obiettivo davanti. Quello di entrare tra i primi cento. So che posso farcela e questo Slam ha finito per regalarmi delle ulteriori convinzioni».. Il nuovo team, un coach, uno psicologo ed un preparatore atletico, per cercare, a 26 anni, di meritarsi la fiducia di una famiglia che, di sacrifici, ne ha fatti a iosa. Prima la Spagna, sette lunghi anni, poi un momento di transizione, adesso la convinzione che si possa fare qualcosa di buono. «Oggi c’è un obiettivo da raggiungere. Una meta che abbiamo fissato, che abbiamo ben in mente. Non è poco, non è più come prima dove giocavo, ma senza qualcosa di importante in mente».
Il pensiero di Arnaboldi, un attimo dopo quello di Bolelli: «Sto bene (e si tocca, giustamente), anche perché in quest’ultimo periodo ho giocato tante partite, quelle che mi servono. Obiettivi? No, per carità, la classifica non la guardo. Preferisco concentrarmi sul mio gioco, sulla mia condizione, sul mio stare in campo. Ero oltre trecento, oggi sono 150. Guardo al presente», afferma Bolelli, «cercando di migliorare sempre qualcosa, giorno dopo giorno. Magari il mio gioco in difesa, che non è ancora il massimo». Intanto, però, c’è la nuova racchetta che aiuta molto. «Non mi sarei mai immaginato di poter cambiare, ma nel riprovare con quella vecchia, subito dopo l’operazione, avevo dolore al polso. Piano piano mi sono deciso e adesso mi trovo bene, a meraviglia. Diciamo, però, che è un po’ tutta la situazione che è cambiata». Arnaboldi e Bolelli, i due volti di un derby che ha promosso il bolognese al secondo turno. Alla sfida con Ferrer: «Da affrontare in maniera aggressiva, cercando di entrare il più possibile, sia con il dritto che con il rovescio».
 
 

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