Stats! A febbraio Federer risorge, avanzano i "secondi" e Lorenzi sorprende

di GIANCARLO DI LEVA – Se gennaio era stato il mese di Wawrinka, capace di spezzare il dominio dei “soliti noti” nei tornei del Grande Slam, febbraio, che è il mese più ricco di tornei (12), verrà ricordato per la ”resurrezione” di Roger Federer che la maggior parte degli addetti ai lavori (compreso il sottoscritto) vedeva destinato malinconicamente ad un aristocratico ma inesorabile declino e che invece è stato capace di stupirci ancora una volta tornando ad esprimersi con continuità sui livelli a lui più congeniali, adottando (o riadottando), sulla spinta del suo nuovo coach Stefan Edberg, il tennis classico d’attacco d’inizio carriera.

Federer ha vinto per la 6° volta (su 8 finali disputate) in 11 partecipazioni l’ATP 500 di Dubai,superando in particolare il n.2 e il n.6 del mondo (Djokovic in semifinale e Berdych in finale), con i quali aveva perso gli ultimi 5 scontri complessivamente disputati dal 2012. In entrambe le occasioni ha vinto in rimonta dopo aver perso il 1° parziale, dimostrando una confortante freschezza atletica e una ritrovata sicurezza nei momenti chiave confermata dalle statistiche del torneo in particolare per quanto riguarda lle palle break trasformate nel corso del torneo (52% rispetto al 36% degli ultimi 14 mesi).

Lo svizzero in realtà dalla fine della scorsa stagione aveva inanellato una serie di buoni risultati (dalla finale di Basilea persa contro Del Potro alle semifinali di Parigi Bercy e del Master di Londra perse rispettivamente contro Djokovic e Nadal cui si sono aggiunte quest’anno la finale persa inopinatamente a Brisbane contro Hewitt e la prestigiosa semifinale agli Australian Open persa nettamente contro Nadal (6/7 3/6 3/6). Mancava l’acuto che è arrivato ieri in modo convincente contro avversari che negli ultimi tempi erano risultati ostacoli insuperabili.

Federer vince così il 78° torneo in carriera (in 115 finali) diventando in solitaria il 3° al mondo dietro l’inarrivabile Connors (109) e Ivan Lendl (94).
Il bilancio dello svizzero dall’inizio dell’anno è migliore di quello dello scorso anno: 14W/2L (nel 2013 10W/3L).
Roger conquista peraltro un ennesimo record: 14 stagioni (2001-2014) con almeno una vittoria nel circuito maggiore (uguagliato Lendl -1980/1993).

A parte l’exploit di Federer a Dubai, febbraio ci ha riservato altri interessanti spunti:

– il ritorno alla vittoria di Berdych: il ceco il cui ultimo successo risaliva a Stoccolma 2012, si è imposto nellATP 500 di Rotterdam (l’ultima vittoria in un 500 risaliva addirittura a Pechino 2011). Grazie anche alla finale raggiunta ieri a Dubai, Berdych risalirà al 5° posto in classifica uguagliando il suo best ranking con la concreta possibilità di attaccare nei tornei sul cemento americano la quarta piazza occupata da Ferrer che losopravanza di soli 270 punti.

Le prestazioni di qualità fornite dalle più promettenti tra le “seconde linee”, che speriamo possano nel prossimo futuro essere con più convinzione in grado di impensierire i big:

Cilic ha inanellato una striscia di 3 finali consecutive sfociate nei successi a Zagabria e a Delray Beach cui si è aggiunta la finale di Rotterdam persa contro Berdych, ma dopo aver battuto due top ten (Tsonga e Murray). In virtù di questi risultati Cilic, che non vinceva un torneo da un anno (Zagabria 2013) è risalito al n.26 del ranking (era 37 alla fine del 2013);

Gulbis ha vinto a Marsiglia giocando splendidamente per tutta la settimana e raccogliendo gli scalpi di Gasquet (n.9) in semifinale e di Tsonga (n.10) in finale, dopodiché è giunto nei quarti ad Acapulco cedendo in volata a Dimitrov (4/6 7/6 7/5) da lui battuto due settimane prima a Rotterdam, che poi avrebbe vinto il torneo. Anche Gulbis ha fatto un significativo balzo in avanti in classifica conquistando il suo best ranking (18 il 24 febbraio);

– Dimitrov, il più giovane tra i predestinati ad entrare tra i top ten (22 anni), confermandosi gran combattente, conquista l’ATP 500 di Acapulco, vincendo gli ultimi 3 incontri al set decisivo (contro Gulbis, Murray e Anderson) e portando a casa 5 tie-break su 5. Per Dimitrov trattasi del 2° successo in carriera dopo il torneo di Stoccolma dello scorso anno: anche per il bulgaro best ranking al n.16 (era 23 alla fine del 2013);

– tra le “nomination” del mese inseriamo anche il nostro Fabio Fognini, vincitore a Vin De Mar (finale con L.Mayer) e finalista a Buenos Aires (sconfitto da Ferrer), anche se la resa incondizionata contro Dolgopolov la settimana scorsa a Rio De Janeiro (6/1 6/1 in 67 minuti) ci ha ricordato recenti precedenti abbastanza sconcertanti. Anche Fabio comunque avanza in classifica raggiungendo il suo best ranking (14).

L’ultima citazione degna di nota per noi italiani riguarda Paolo Lorenzi che a 32 anni ottiene il miglior risultato della sua carriera approdando in quel di San Paolo del Brasile alla sua prima finale nel circuito maggiore dove ha comunque venduto cara la pelle (4/6 6/3 6/4) contro l’argentino Delbonis, che ha ottenuto la prima vittoria nel circuito raggiungendo il suo best ranking al n 44. Lorenzi diventa così il 29° italiano a giocare una finale ATP.

E chiudiamo con l’aggiornamento della classifica per nazioni (basata sulla somma delle posizioni nel ranking dei primi 5 tennisti per nazione):

 

 

2012

 

2013

 

2014

 

 

pos.

Nazione

punti

Nazione

punti

Nazione

punti

diff.14/12

diff.14/13

1

SPAGNA

79

SPAGNA

63

SPAGNA

74

-5

11

2

FRANCIA

101

FRANCIA

95

FRANCIA

95

-6

0

3

USA

173

ARGENTINA

199

ARGENTINA

182

-56

-17

4

GERMANIA

209

GERMANIA

202

GERMANIA

238

29

36

5

ARGENTINA

238

RUSSIA

261

RUSSIA

270

-77

9

6

ITALIA

304

REP.CECA

289

REP.CECA

294

-112

5

7

RUSSIA

338

USA

337

USA

317

144

-20

8

SERBIA

380

ITALIA

373

ITALIA

374

70

1

9

REP.CECA

401

AUSTRALIA

376

AUSTRALIA

391

-97

15

10

BELGIO

403

SERBIA

455

SERBIA

439

59

-16

La Spagna si conferma la squadra più forte davanti alla Francia. L’Italia che è tornata ad avere, dopo 4 mesi, 4 giocatori nei primi 100 (Fognini, Seppi, Volandri e Lorenzi) occupa l’8° posizione. Gli Usa registrano l’ennesimo record storico negativo: solo 4 tennisti nei primi 100 (pensate che nel 1982 erano 45!!)

E adesso prepariamoci con trepidante attesa a vivere la campagna di marzo sul cemento americano che dovrà innanzitutto darci importanti indicazioni sulle possibilità di Djokovic di attaccare il trono di Nadal che dall’inizio dell’anno ha allungato significativamente le distanze sul principale rivale (da 770 a 3815 punti).

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