di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Dopo l’esordio disastroso di mercoledì contro il Canada il timore di una mancata reazione dell’Italia era più che fondato. Veniva da chiedere “allora ragazzi, che volete fare?” Essere una squadra infatti è questo: saper risorgere come collettivo o rimanere annientati individualmente. Al Pacino in “Ogni maledetta domenica” conclude con queste parole il suo monologo motivazionale chiedendo alla squadra di rialzarsi, non di vincere per forza, ma di riconquistare il prestigio perduto battendosi con responsabilità e consapevolezza. Accade spesso di aver bisogno di supporto, nella vita come nello sport. Motivare e motivarsi sono azioni quotidiane, in cui tutti ci impegniamo per dipanare l’ingarbugliato bandolo della matassa che ci intrappola, tutti affannati nella estenuante ricerca dell’entusiasmo sopito con cui tornare a esprimere il proprio potenziale. Non era facile né banale, eppure i nostri giovani tennisti sono riusciti a risollevarsi e, pur soffrendo, hanno risalito la china battendo il Cile. Il debutto in singolare per Matteo Arnaldi si presentava davvero duro. Insicuro e contratto a inizio match, il giovane sanremese è rientrato in partita acquistando controllo e regalando ai tifosi un incontro pieno di emozioni fino alla vittoria finale. Poi è stata la volta di Sonego. Che dire di Sonny? Dopo un’irriconoscibile prestazione contro il perfetto sconosciuto canadese Galarneau, Lorenzo è tornato a vestire i panni dell’uomo Davis e ha superato in rimonta Jarry annullando quattro match point al cileno. Ma la straordinaria partita del mattatore Sonego non ci bastava. “In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro […] perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.” Agli azzurri manca ancora un centimetro, una vittoria. Era decisivo il punto del doppio che Volandri affida ai due Lorenzo, Sonego e Musetti, contro la coppia Tabilo – Barrios. La scelta è sorprendente ma si rivelerà, dopo tre set sofferti, vincente. Gli azzurri sono ancora in pista e la vittoria contro il Cile è riuscita a mettere da parte anche le accese polemiche della vigilia, sugli assenti e sui non convocati. Adesso più che mai invece occorre restare concentrati, non pensare a combine antisportive ma continuare a tifare come ha fatto l’infortunato Berrettini che ieri sedeva in panchina per sostenere i compagni. Non esistono altre soluzioni o opzioni in questa competizione se non puntare al più grande valore che questi atleti possiedono: il compagno di squadra che hanno accanto con cui lottare per ogni punto. Questa è una squadra, questa è la Davis.