ATP Finals: è l’ora dei “Maestri”. Berrettini con Federer e Djokovic

Dopo 41 anni, un italiano alle Finals. Gruppo Agassi con Nadal, Medvedev, Tsitsipas e Zverev. Gruppo Borg: Djokovic, Federer, Thiem, Berrettini

Anno 2019, quarantuno anni dopo celebriamo la partecipazione di un italiano nel torneo finale che consacra e mette di fronte i migliori otto giocatori della stagione.
Tra i giganti c’è anche Matteo Berrettini, tra i soliti ci sono i Fenomeni che rispondono al nome di Djokovic, Nadal e Federer. La location è ancora Londra, alla sua penultima parata prima che irrompa Torino dal 2021, un anno dopo la prima stagione di quello che sarà il successore di Chris Kermode alla guida dell’ATP, Andrea Gaudenzi. L’Italia s’è desta, i giovani sono pronti, chi parte favorito? Chi la possibile sorpresa?
Fisicamente il torneo reggerà o sarà preda di ritiri come le WTA Finals?

I GRUPPI

Gruppo Andre Agassi

Rafael Nadal

Daniil Medvedev

Stefanos Tsitsipas

Alexander Zverev

 

Gruppo Bjorn Borg

Novak Djokovic

Roger Federer

Dominic Thiem

Matteo Berrettini

 

I PROTAGONISTI

Novak Djokovic: In assoluto il favorito. Lo scorso anno arrivò in finale e perse sorprendentemente da uno Zverev tirato a lucido che prima di lui batté Roger Federer in semifinale. Anche quest’anno due Slam per Nole che forse sta giocando meno brillantemente rispetto alla sua migliore versione ma il punto è che ha un margine di sicurezza troppo più elevato rispetto agli altri, contando su fondamentali più solidi e una ritrovata forma fisica. Il problema alla spalla che aveva condizionato le sue prestazioni agli US Open sembra essere definitivamente superato anche senza operazione. Rivuole il suo numero 1.

Rafael Nadal: Sembrava dovesse arrivare nelle migliori condizioni possibili (e di sempre) ad un torneo che manca al suo infinito palmares. Invece Rafa proprio prima delle Finals ha subito un infortunio ai muscoli addominali che, sebbene non sia grave, può condizionarne sicurezza e prestazioni, specie contro avversari subito così impegnativi. Probabilmente lo spagnolo non avrebbe partecipato a questo ultimo scampolo di stagione se in gioco non ci fosse stata la prima posizione mondiale che si è ripreso proprio ieri e vuole -possibilmente- confermare a fine anno. Farà di tutto per esserci allenandosi a Londra ma la sua presenza rimane comunque dubbia, così come il suo stato di forma.

Roger Federer: All’ottima stagione di Federer sono mancate le ciliegine sulla torta. Una, soprattutto: quella svanita sull’8-7 40-15 nella finale di Wimbledon contro Djokovic. Con quella, sarebbe una stagione straordinaria per un trentottenne che non sembra voler mollare il tennis e continuare a divertirsi sul campo. Più costante che vittorioso Federer, che però si presenta a Londra in buona forma dopo la decima vittoria nella sua Basilea e il riposo invece di Bercy. Questo però è sempre uno dei tornei che punta da inizio anno e indoor, due set su tre, è sempre pericoloso. Specie se il campo non è troppo lento.

Daniil Medvedev: Djokovic a parte, è il giocatore dell’anno. Perché a questo livello già dal 2019 non se lo aspettava nessuno. Un po’ inganna quel suo modo personale di colpire la palla ma i fondamentali del russo sono equilibratissimi, mentalmente molto difficile da battere: se ha il tifo contro, come Flushing Meadows ha dimostrato, diventa poi una belva. Grande personalità, tra i sicuri favoriti di queste Finals. Unica incognita: sembra essere arrivato con le pile scariche ma potrebbe sorprenderci ancora.

Stefanos Tsitsipas: Dopo aver vinto le Next Gen ATP Finals lo scorso anno, il greco ha attaccato la stagione battendo Federer in Australia e issandosi fino alla semifinale, battuto da Nadal. Poi è iniziato qualche alto e basso: soprattutto dopo la bellissima ed epica lotta contro Wawrinka in cinque set al Roland Garros, che gli ha lasciato un po’ di scorie fisiche e non solo. L’erba si è rivelata nemica ma l’autunno sembra aver ridato un po’ di smalto ad un’altra grande personalità dal tennis un po’ diverso rispetto ai suoi coetanei. Difficile arrivi alla vittoria ma anche tostissimo da battere.

Dominic Thiem: Ormai una costante in top ten, la vera novità di Thiem quest’anno sono le prestazioni sul veloce: non l’erba di Wimbledon che è ancora parecchio ostile per lui ma la vittoria a Indian Wells, Pechino, Vienna proiettano l’austriaco verso un ruolo da protagonista nelle Finals nelle quali non ha mai avuto una vera chance.

Alexander Zverev: Una stagione che pareva totalmente fallimentare per Zverev che infatti si è qualificato proprio durante l’ultima settimana disponibile: vicissitudini di vario genere -soprattutto personale- quest’anno per Sascha, in rotta polemica e penale con il suo management, qualche problema di cuore e familiare. La Laver Cup però gli ha restituito quello smalto necessario per un autunno solido. Gli servirà per difendere quei 1500 punti da campione uscente.

Matteo Berrettini: sembra un sogno, invece è tutto vero, Berrettini sarà tra gli otto maestri di Londra. Una stagione inaspettata per chi certo ha sempre avuto ambizioni chiare ma che sono andate oltre le aspettative razionali. Un’ascesa fisica, mentale e tennistica. La semifinale raggiunta a New York, oltre a risultati costanti su tutte le superfici ha regalato questa soddisfazione a Matteo che si troverà a 23 anni, dopo quattro decenni dall’ultimo italiano, a fare un’esperienza preziosissima. Cercherà di essere il primo italiano a vincere una partita alle Finals. È probabile che fisicamente sia un po’ scarico ma non importa; come dice lui stesso e come dice anche Vincenzo Santopadre, il suo coach: Matteo non perde mai, al massimo impara. E l’ha sempre dimostrato.

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