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17 Nov 2025 10:50 - Interviste
Vagnozzi e Cahill: “Vogliamo che Sinner sia il migliore per i prossimi 10 anni”. E sul servizio…
di Redazione
“È stato un match molto emozionante e combattuto. Abbiamo visto Jannik combattere sempre, con una buona attitudine, ci ha sempre creduto, anche nel secondo set. Siamo davvero molto contenti della sua performance”. A dirlo, nella conferenza stampa post partita, il coach di Sinner, Simone Vagnozzi, con accanto l’altro allenatore Darren Cahiil, che ha sottoscritto ogni parola. “Credo che ci sia ancora qualcosa su cui lavorare, anche dopo questa vittoria, la partita mostra qualcosa che possiamo cercare di fare meglio, ma siamo felici di questo finale di stagione e carichi per l’inizio della prossima”.
E rivela che per il servizio “abbiamo una nuova tattica. Non vi diremo quale – sorride -, ma il nostro obiettivo per la prossima stagione è essere molto aggressivi. Penso che Jannik sia stato consistente tutto l’anno e ogni anno è migliorato, nella varietà, nella sicurezza, siamo contenti di come sta funzionando ora sul servizio, penso che siamo sulla buona strada e siamo molto motivati di continuare così. Vincere in casa questo tipo di match è bellissimo. e il fatto che si sia buttato per terra dimostra quanto fosse felice”. E sul futuro sottolinea che “sono un allenatore a cui piace costruire e non gestire e anche quest’anno cercheremo di mettere cose buone, di dare a Jannik più opportunità possibili perché sia il miglior giocatore nei prossimi 10 anni”.
Studiando i tre più grandi – Federer, Nadal e Djokovic – per fare un ulteriore e progressivo passo avanti. Darren Cahill, racconta il dietro le quinte dello show che ha confermato l’azzurro ‘maestro’ alle Finals. “Cerchiamo di imparare dai migliori, Rafa, Novak e Roger, e di implementare quanto più possibile da loro per dare al Jannik gli strumenti per mettere più pressione possibile sugli avversari” ha spiegato il tecnico australiano. Il fondamentale su cui Sinner è cresciuto tanto è il servizio: “Nel tennis hai il controllo su un solo colpo, ed è il servizio – spiega -. Sinner e Simone Vagnozzi hanno fatto un lavoro incredibile nelle ultime quattro o cinque settimane per riorganizzarlo e trovare quel ritmo e quella cadenza che gli hanno permesso di alzare la percentuale di prime”.
L’analisi si sofferma proprio sulla battuta: “Non è solo una questione di percentuale di prime. Se ci interessasse davvero solo quella, gli faremmo rallentare la velocità per metterne di più. Invece Jannik ha aumentato i chilometri orari, tira più vicino alle righe e ottiene molti più punti gratuiti” ha spiegato Cahill. In un tennis veloce come quello giocato da Sinner e Carlos Alcaraz, che non concedono tempo per respirare agli avversari, il servizio fa metà del lavoro. “Sebbene Jannik risponda già molto bene, sentiamo che ha ancora margini di miglioramento in quell’area. Questa è la cosa davvero interessante ed entusiasmante nel lavorare con qualcuno forte come lui: ci sono parti del suo gioco che possono ancora crescere molto. E vogliamo che giochi il suo miglior tennis a 28, 29, 30 anni.
Speriamo di impostare ora il piano che gli permetta di farlo tra qualche anno”.
Il duro indoor resta la superficie migliore per Sinner, quella su cui ha vinto 31 partite di fila nel circuito ATP. “Credo che ci sia ancora una grande varietà tra le superfici. A Torino era medio-veloce, piuttosto rapida. La differenza tra Indian Wells e, per esempio, Cincinnati è enorme. Indian Wells è un campo molto lento. Cincinnati è uno dei campi in cemento più veloci del tour. Credo che la varietà sia giusta. Forse si potrebbero rendere le palle un po’ più rapide. Ne abbiamo parlato: sarebbe utile che i tornei usassero una palla più uniforme, specialmente tra la stagione sulla terra e quella sul cemento americano”. E sul gioco di Sinner pochi dubbi: “Credo che si adatti bene a tutte le superfici, lente, veloci o medie. Ovviamente la terra sarà un grande obiettivo per noi l’anno prossimo, per continuare a migliorare il suo tennis su quella superficie. Continueremo a lavorarci”.