US Open, Shapovalov spaventa Sinner: l’azzurro rimonta e sale agli ottavi

“Partita durissima. Ci conosciamo da tanto tempo. Sapevo che avrei dovuto giocare ad un livello molto alto per vincere. Lui è partito fortissimo. Sono dovuto restare lì mentalmente”. Con una reazione da campione Jannik Sinner si è conquistato l’approdo agli ottavi di finale degli US Open. In una giornata non brillante, il numero uno del mondo ha avuto la capacità di gestire le difficoltà che Denis Shapovalov gli ha presentato, trovando punto dopo punto la chiave per disinnescare il vasto arsenale di soluzioni tecniche in dotazione del canadese. Un match che in maniera esemplare ha spiegato perché l’altoatesino è il leader del circuito e perché l’ex numero dieci del mondo, nonostante una carriera che ad oggi non ha rispettato le premesse, continui a valere il prezzo del biglietto. Un solo precedente tra i due, vinto da Shapovalov al quinto set nel primo turno dell’edizione 2021 degli Australian Open. All’epoca il classe 1999 ruotava intorno dalla top ten, mentre Jan non era ancora entrato fra i primi trenta del mondo. Due strade che hanno intrapreso percorsi diversi, perché alla progressione costante dell’azzurro ha fatto da contraltare l’incapacità del canadese (nato a Tel Aviv da madre ucraina e padre russo) di mantenere le aspettative, se non in rarissimi sprazzi di luce. Quel tennis abbagliante mostrato per esempio quest’anno a Dallas e Los Cabos.

Nel secondo match di giornata andato in scena sull’Arthur Ashe, Sinner ha vinto il sorteggio scegliendo di iniziale il suo terzo turno dalla risposta. Sorpreso in uscita dal servizio, nel quarto gioco è stato Jannik il primo a concedere chance (30-40): con una risposta profondissima il canadese si è costruito la possibilità di girarsi sul dritto mancino ed esplodere così l’inside in che gli è valso il break (3 a 1). In difficoltà nel gestire le variazioni ed i cambi di ritmo di Denis, il campione in carica dello slam newyorkese ha faticato a trovare le giuste contromisure. Fino al nono game quando, presentatosi sul 5-3 a servire per il set, Shapo è incappato in un doppio fallo (0-15); sul 15-30 il canadese ha poi eseguito una palla corta che ha dato il là ad un punto spettacolare concluso da Jannik con un chirurgico pallonetto (15-40): costretto a difendere la palla break con una seconda dopo la chiamata del falco per un fallo di piede, Denis ha visto il suo dritto infrangersi sul nastro, prima di spegnersi in corridoio (4 a 5). Shapovalov ha avuto comunque il grande merito di lasciarsi alle spalle l’occasione persa e, dopo aver salvato una palla del potenziale sorpasso nell’undicesimo gioco, in quello successivo si è andato a prendere il set. Sul 6-5 (30-30) Denis ha messo a segno un bel vincente di dritto dopo un’ottima risposta nelle stringhe dell’altoatesino (30-40) che poi, per non essere aggredito sulla seconda di servizio, ha commesso un letale doppio fallo che ha consegnato la prima partita nelle mani del canadese: 7-5.

Dopo oltre ottanta minuti di sofferenza, il numero uno del mondo ha messo per la prima volta la testa avanti nel settimo gioco della seconda frazione (aperto da un doppio fallo del canadese) in cui, approfittando delle poche prime messe in campo da Shapovalov (nessuna nel game – appena il 43% nella seconda partita), è riuscito a strappargli la battuta a zero. Un preziosissimo break, nell’unico passaggio a vuoto, nel solo turno di servizio con chance in risposta di tutto il parziale, che è valso al leader del circuito maschile il pareggio nel conto dei set: 6-4. Non è però arrivato, almeno inizialmente, l’atteso cambio di marcia. Affossando in rete il rovescio in salto nel secondo gioco della terza partita, Jan è tornato a concedere chance sul proprio turno (15-40), finendo per cedere il servizio alla seconda occasione dopo un evitabile errore in manovra con il dritto. Un regalo subito scartato dal canadese, che ha confermato il break tenendo a zero la battuta (3 a 0). Dopo aver rischiato di affondare (salvando poco prima una palla dello 0-4), in un interminabile quinto game (tra l’altro anche brevemente interrotto ai vantaggi quanto il quattro volte campione slam è stato costretto a cambiarsi le scarpe per una stringa rotta), Sinner è riuscito a trovare il contro break. Sotto il peso delle troppe occasioni mancate, stavolta Shapovalov non ha trovato la forza di reagire, cedendo nuovamente la battuta con tre doppi falli che sono valsi all’azzurro il quarto game consecutivo ed il conseguente sorpasso (4 a 3). Diventati poi sei quando con due rovesci (il primo vincente lungolinea, il secondo incrociato) Jannik si è andato di forza a prendere il terzo set: 6-3.

La partita è definitivamente girata, perché Denis ha faticato sempre di più a reggere il ritmo e nel secondo gioco della quarta partita con due errori di dritto ha nuovamente ceduto la battuta. Sinner ha confermato il break a zero, allungando la striscia a nove game consecutivi. A due punti dalla sconfitta (sul 3-5, 30-30), con un sussulto d’orgoglio il canadese si è conquistato una palla del contro break. Sinner l’ha annullata con il servizio, quindi con l’inside out di dritto, ha fatto calare il sipario sul match dopo 3 ore e 12 minuti: 5-7 6-4 6-3 6-3. Agli ottavi il numero uno del mondo affronterà Alexander Bublik o Tommy Paul. Il russo di cittadinanza kazaka (contro cui Jan conduce 4 a 2 nei precedenti) è stato l’ultimo giocatore (escludendo il ritiro nella finale di Cincinnati) a batterlo sul campo quest’anno sull’erba di Halle, nonché l’unico diverso da Carlos Alcaraz a riuscirci in stagione. Una sola volta in cinque occasioni lo statunitense ha invece avuto ragione dell’azzurro, anche se resta nella memoria il primo set della semifinale giocata quest’anno a Roma quando (prima di subirne la rimonta), il classe 1997 originario del New Jersey aveva messo alle corde il numero uno del mondo, tanto da indurre la mamma di quest’ultimo a lasciare il Centrale per andare a passeggiare sul lungotevere Federico Fellini. Un turno da non sottovalutare, a prescindere dall’avversario. Sempre con la consapevolezza, comunque ribadita anche oggi, che quando il leader del circuito ATP scende in campo il risultato dipende essenzialmente da lui. A meno che, a determinare l’incertezza più assoluta, dall’altra parte della rete non ci sia quel ventiduenne spagnolo con cui ha condiviso le ultime due finali slam.

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