US Open: Alcaraz non sbaglia, ai quarti sfiderà Lehecka

“All’inizio ero teso, non ci sono state palle break nonostante le percentuali basse con la prima. Non ho avuto tante opportunità ma sono stato bravo a sfruttarle e, dopo il primo set, ho preso il ritmo. Il mio tennis si adatta all’energia di New York”. Confermando la straordinaria concentrazione esibita nei turni precedenti, Carlos Alcaraz ha liquidato in tre set e poco più di due ore Arthur Rinderknech qualificandosi per i quarti di finale degli US Open (per la quarta volta in cinque apparizioni a Flushing Meadows). Un percorso netto quello del fenomeno spagnolo, che gli ha permesso di approdare tra i primi otto dello slam newyorkese senza lasciare un solo set per strada.

Superato senza troppe complicazioni il fastidio al ginocchio che precauzionalmente lo aveva visto richiedere l’intervento del fisioterapista nel match con Luciano Darderi, Carlitos non ha avuto difficoltà a superare per la quarta volta in altrettanti confronti diretti un Arthur arrivato per la prima volta all’età di trent’anni a giocarsi un ottavo slam. Temporaneamente allenato dal connazionale Lucas Pouille (in attesa che l’ex numero 10 del mondo possa tornare in campo una volta recuperato l’infortunio al tendine d’Achille), il francese ha avuto il merito di sfruttare lo spicchio di tabellone lasciato spalancato dalla prematura eliminazione del campione dell’edizione 2021 (Daniil Medvedev), prima di arrendersi all’inevitabile.

Sceso finalmente in campo nell’orario diurno a lui più congeniale, il cinque volte campione slam ha impiegato un quarto d’ora per infiammare l’Arthur Ashe Stadium quando (regalando la prima di perla di giornata) ha chiuso il quarto game con un incredibile no-look sotto rete da consegnare direttamente agli highlights (2 a 2). Non ha comunque sfigurato il transalpino, laureatosi in economia alla Texas A&M University e formatosi in parte anche tennisticamente negli anni del college. Confermando solidità con il colpo di inizio gioco, pesantezza di palla ed una buona capacità di chiudere il punto a rete quando necessario, chiamato a servire per primo nel set d’apertura Rinderknech ha difeso agevolmente i propri turni. Senza l’ombra di una chance in risposta e con un solo game terminato ai vantaggi (il terzo), è sopraggiunto così il tie-break. Dove il talento di Alcaraz è emerso in uno spettacolare passante incrociato stretto di dritto (3 a 2), al cospetto di un numero 82 del mondo incapace (nel momento decisivo) di tenere il passo: 7-6 (3).

Le prime palle break sono arrivate nel sesto gioco del secondo set quando, dopo aver esploso un vincente di dritto dal centro del campo (0-30), Carlitos ha letto in anticipo un drop shot tutt’altro che perfetto del francese, andando a segno con la contro smorzata (0-40): Rinderknech si è difeso una volta (15-40), salvo arrendersi successivamente alla doppia accelerazione di dritto (prima a destra, poi a sinistra) dello spagnolo che, con uno smash definitivo, ha per la prima volta strappato il servizio all’avversario (4 a 2). Dopo un’ora e mezza di tennis senza errori, un piccolo calo di tensione dell’ex numero uno del mondo ha consegnato al francese (fino a quel momento mai pericoloso in risposta) due chance, non consecutive, di contro break: bravo Carlitos a rimediare prima con un vincente di dritto, poi con un gran servizio esterno (5-2). Fischiato dal pubblico nell’ottavo game per aver messo in rete la battuta da sotto, Arthur non ha avuto altre chance di rientrare, finendo per cedere anche il secondo set: 6-3.

Mentre dagli spalti dello stadio da tennis più grande del mondo (inaugurato nel 1997 ed intitolato al primo afroamericano capace nel 1968 di vincere gli US Open) piovevano applausi per sottolineare le spettacolari esecuzioni di un Alcaraz ormai in totale controllo, Rinderknech ha cercato di restare aggrappato al match annullando palla break nel game d’apertura della terza partita. Una resistenza piegata però nel nono game, quando con un altro passante incrociato di dritto Carlitos è salito 0-40, andando a segno alla seconda occasione quando Arthur ha commesso un errore in manovra (5-4). Presentatosi a servire per chiudere i conti, l’allievo di Juan Carlos Ferrero è andato a match point con l’ennesimo vincente di dritto (40-15), prima di far calare il sipario sull’incontro quando la risposta di rovescio del francese non ha superato la rete: 7-6 (3) 6-3 6-4 in 2 ore e 12 minuti.

Nella parte di tabellone rimasta orfana di Ben Shelton (costretto al ritiro nel terzo turno a causa di un infortunio alla spalla sinistra), ai quarti di finale il ventiduenne murciano affronterà Jiri Lehecka, vittorioso per 7-6 (4) 6-4 2-6 6-2 su Adrian Mannarino in 3 ore e 14 minuti. In un incontro sostanzialmente mai in discussione, nonostante il passaggio a vuoto del terzo set, il ceco classe 2001 che aveva iniziato la stagione conquistando l’ATP 250 di Brisbane (secondo titolo in carriera) si è procurato il match point con un’ottima volée prima di siglare, con il diciassettesimo ace della sua partita, un parziale di sei giochi che ha posto fine alle ostilità. Nei precedenti con il numero 21 del mondo Carlitos è avanti 2 a 1, avendo vinto entrambi i confronti diretti giocati sull’erba del Queen’s (tra cui l’emozionante finale di quest’anno che aveva visto Jiri lottare alla pari per due set prima di crollare nel terzo). Ma nell’unico confronto giocato sul cemento (in febbraio, a Doha) a prevalere dopo aver recuperato un break di svantaggio nel set decisivo era stato Lehecka. Una situazione da tenere a mente, per quanto difficilmente in grado di impensierire troppo il fuoriclasse spagnolo. A patto di continuare a non concedersi distrazioni e restare focalizzato sull’obiettivo: conquistare New York e riprendersi contemporaneamente la leadership mondiale. Un’impresa già centrata in passato (nel 2022, a soli 19 anni) ed ora nuovamente possibile. Jannik Sinner permettendo.

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