Cocconi, i campi da tennis come missione: “La nostra passione”

Quando il tennis diventa una missione, è la passione a dominare su ogni altra possibile considerazione si ritenga opportuno fare. La passione che va oltre ogni difficoltà. La passione che impone di operare sempre al meglio delle proprie possibilità. La passione che non ha un logo che la possa esprimere, ma è come una stella cometa da seguire. Sempre.

La ditta Cocconi costruisce campi da tennis. Detto in termini tecnici, pavimentazioni sportive in resina. In pratica, dà forma a un futuro possibile del tennis, forse il più immediato dati i cambiamenti che si sono succeduti, e che rendono oggi l’Italia uno dei paesi più attrezzati per il tennis su cemento. Al punto da avere come guida un giovane numero uno, Jannik Sinner, vincitore degli ultimi tre Slam giocati sul “duro”, che proprio su queste superfici si rivela quasi imbattibile. Cocconi, Claudio il nome del titolare, è su piazza da oltre 40 anni, e la piazza si sta allargando a vista d’occhio. Prima era l’Emilia, dove la ditta è nata, a Novellara, pochi chilometri da Reggio. Poi l’Italia, con chiamate sempre più numerose da circoli e associazioni che oggi compongono una mappa sempre più ampia, e vanno da Trento a Lecce passando per Milano, Bologna, Firenze fino a Ragusa in Sicilia. E oggi l’Europa con l’avvento partito dal mercato svizzero.

Non una ditta produttrice di materiali, ma in grado di applicare alla perfezione, e nel rispetto delle intenzioni della clientela, quelli del migliori ditte nazionali, Mapei e Casali in primo luogo. «Ci siamo fatti conoscere ovunque, noi siamo quelli che stanno vicini al cliente, che danno i giusti consigli, rispettano i tempi di consegna e si fanno trovare pronti quando c’è bisogno di noi», spiega Claudio Cocconi, con evidente orgoglio. Ne approfittiamo per tastare il polso a una fascia di mercato di straordinaria rilevanza per il tennis moderno, ponendogli alcune domande.

         Sembra che gli italiani siano diventati un popolo di tennisti da cemento. Non solo Sinner, ma tutto il gruppo appare sempre più a proprio agio sulle superfici dure e veloci

«Gli atleti e i loro team hanno seguito evidentemente la strada giusta. Il tennis moderno impone di saperci fare prima di tutto sul cemento. Da un punto di vista commerciale è stato utile il progetto “campi veloci” che la federazione ha avviato anni fa per agevolare con crediti a basso tasso di interesse la trasformazione di campi in terra rossa con campi in resina».

         La differenza tra il cemento di oggi e quello di una volta?

«I primi erano di cemento verniciato, quindi velocissimi ed estremamente duri. Oggi si ha una serie di manti sintetici con pacchetti ben precisi da applicare su cemento e asfalto che permettono con diversi spessori di avere un grado di elasticità e velocità di gioco differenti. La nostra azienda fornisce e posa manti sintetici composti da resine poliuretaniche e acriliche in diversi spessori come prevedono i sistemi più diffusi in Italia, Supersoft, Pavisint, Premium, Polysport e Mapecoat TNS System».

         Perché Jannik Sinner è così forte sul cemento?

«Credo che la prima risposta da dare sia a suo modo la più semplice. È un fenomeno! Di sicuro, poi, l’abitudine a giocare sulle superfici veloci, e in Alto Adige per via delle condizioni climatiche ve ne sono molte, ha contribuito a velocizzare la sua ascesa».

         Quali sono i vantaggi economici di realizzazione e gestione di un campo in cemento rispetto alla terra rossa?

         «Inizialmente non ci sono perché un campo in terra costa meno… È il “dopo” che rende ottimale la scelta di un campo in cemento. La terra ha bisogno di continua manutenzione giornaliera, innaffiare rullare e pulire le righe, tirare lo spazzolone, quindi pagare una persona fissa che faccia tutto ciò, oltre ai costi dell’acqua e a quelli per difendersi dall’umidità dovuta all’evaporazione con il riscaldamento acceso. Tutte voci che si azzerano con i manti sintetici, con evidenti benefici economici. E direi anche fisici… Perché sul cemento si gioca in un ambiente asciutto e privo di terra, cosa che evita di respirare polvere giocando».

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