Finale a senso unico a Parigi Bercy, con un Alexander Zverev assolutamente dominante come poche volte lo è stato in vita sua, ma in giornate come questa il tedesco sembra veramente ingiocabile. Il neo numero due del mondo ha vinto il suo secondo 1000 stagionale, dopo Roma (tranne Sinner, nessuno meglio di lui nel 2024) ha spazzato via Ugo Humbert, idolo di casa ma assolutamente incapace oggi dare il benchè minimo fastidio a Sasha. Punteggio finale 6-2 6-2, risultato che dimostra la netta superiorità del numero due del mondo, autore comunque di un torneo eccezionale, in ogni fase della partita.
Zverev è sembrato centrato come raramente lo è stato in carriera, anche se la differenza tra i due, sia di potenza sia di forza sia di esperienza, oggi è sembrata veramente palese. Di fronte al tedesco insomma c’era un avversario che per una volta ha pagato la tensione più di lui e non c’era un top player alla Sinner o alla Djokovic, il che ha reso Sasha certamente più rilassato e più libero di poter esprimere il proprio gioco, che quando non è oppresso dalla tensione e dalla paura di sbagliare o altro è sempre uno dei più efficaci.
Lo sa benissimo Zverev, che per competere nel 2025 con Sinner e Alcaraz deve fare uno step sotto questo punto di vista, e chissà che non lo faccia. Poco da dire sulla partita, un assolo del tedesco. Nel primo set l’equilibrio è durato fino all’1-1, poi il break di Zverev ha spezzato la partita in due, con Humbert spazzato via dalla potenza e dalla precisione del fratello di Misha, con un 6-2 senza storia. Ancora meno equilibrio nel secondo parziale, con Zverev salito fino a 4-0, per poi chiudere con un altro 6-2. Una statistica che fa capire la superiorità odierna del tedesco, per lui il 91% di punti con la prima. Assolutamente devastante. Per Sasha è il settimo Masters 1000 della carriera (ottavo posto all time alla pari con Michael Chang). Ad oggi, con buona pace di Alcaraz, l’avversario più temibile per Sinner alle Finals di Torino è lui, non solo perché le ha vinte due volte ma perché in una superfice superveloce come l’indoor, al contrario dello spagnolo, sembra trovarsi più che bene.
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