di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Vittoria molto importante e anche un po’ più complicata rispetto a quella che era la situazione a un certo punto della gara per Zheng Qinwen, con la cinese che ha battuto per la prima volta in carriera Elena Rybakina nella seconda partita del gruppo viola alle WTA Finals di Riyad.
Con il risultato finale di 7-6(4) 3-6 6-1 la finalista dell’Australian Open e medaglia d’oro alle Olimpiadi torna pienamente in corsa per la qualificazione alle semifinali, mentre per la kazaka ora c’è solo da sperare: il set vinto non la toglie matematicamente dai giochi, ma ci sarà bisogno per lei che Jasmine Paolini possa fare una vera impresa contro Aryna Sabalenka per avere ancora qualche possibilità nell’ultima giornata dove affronterà proprio la numero 1 del mondo.
Un match vinto oggi dalla cinese per ko tecnico contro una rivale che non ha ancora nelle gambe la tenuta per la lunga distanza malgrado poi non abbiamo né faticato tanto con gli scambi nè si sono avvicinate alle tre ore. Semplicemente con due partite appena negli ultimi quattro mesi, Rybakina è sembrata già molto distante da una condizione sufficiente per poter affrontare queste WTA Finals nella prima partita contro Jasmine Paolini e oggi, pur dando l’impressione di qualche passo avanti ha dovuto comunque arrendersi in un terzo set scivolato via molto facilmente una volta perso il primo game al servizio sul 2-1 per la sua avversaria.
In generale, però, Zheng ha meritato. Ha vinto la giocatrice nel complesso migliore, con il gap atletico emerso sempre più verso fine gara e qualche scambio in più tra le due, inevitabilmente più stanche e quindi con una palla più “affrontabile”. Perché questo è il grande tema fin qui: il campo molto veloce, abbastanza anomalo per il tour femminile perché ha drasticamente ridotto la lunghezza degli scambi e non per colpi molto aggressivi delle giocatrici ma perché se praticamente tutte hanno nel loro istinto un tennis giocato sempre coi piedi nei pressi della linea di fondo qui serve per forza indietreggiare per generare per esempio angoli, o se si riesce a far partire lo scambio i palleggi come oggi nel primo set sono stati perlopiù centrali. Già vedere 10 ace da parte di Iga Swiatek ieri, o quanto la polacca e Barbora Krejcikova avessero faticato nel loro primo set a superare i sei colpi a punto, doveva essere significativo. Oggi Rybakina ha dovuto chiedere tanto alla prima palla di servizio, ha saputo salvarsi sull’1-4 per agganciare la parità, ma nella fase finale di set come contro Jasmine Paolini è crollata nelle prime fasi del tie-break per perderlo 7-4.
La notizia un po’ positiva per lei oggi è stata la reazione del secondo parziale. Come ieri per Swiatek, anche lei assente per un paio di mesi nell’ultimo periodo e apparsa in ritardo di condizione, c’è stata più che altro una reazione di orgoglio per recuperare in questo caso solo un break di ritardo, ma dal 3-2 30-0 Elena si è scossa e Zheng è calata in modo significativo nel livello. Nel set decisivo però, una volta partita avanti col servizio, ha ritrovato pazienza e attenzione, prendendo sempre più il comando anche coi colpi da fondo campo dilagando fino al 6-1.
Mercoledì, dunque, la sfida contro Paolini che potrebbe anche essere uno spareggio vero e proprio per le semifinali data la sfida quasi impossibile per Jasmine contro Sabalenka.