di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Un anno fa Karolina Muchova raggiungeva una splendida semifinale allo US Open, risultato che di fatto le garantiva la qualificazione alle WTA Finals, ma proprio in quel match contro Coco Gauff cominciarono i suoi fastidi al polso culminati un paio di settimane più tardi nell’inizio dell’ennesimo calvario della sua carriera.
Giocatrice tanto talentuosa quanto fragile, subiva un nuovo pesante problema fisico e solo dopo quattro mesi di trattamenti ha capito che non poteva più evitare il destino peggiore finendo sotto i ferri per un intervento al polso che l’ha tenuta fuori altri sei. Nemmeno stavolta, però, la lunga assenza dai campi ha rovinato il suo spirito e in campo è sempre la solita spettacolare giocatrice votata all’attacco e alla finezza. Tornata sull’Arthur Ashe per un ‘prime time’ serale di grande valore contro Naomi Osaka, la ceca ha giocato una partita quasi perfetta per imporsi 6-3 7-6(5) tra dritti vincenti e discese a rete coraggiose ma molto ben eseguite.
L’unico momento negativo stava quasi per compromettere il secondo parziale e, forse, l’intero andamento della partita, ma un po’ la fortuna e un po’ la bravura alla fine le hanno dato una mano e ha evitato guai peggiori. Osaka aveva forse cominciato meglio, impattando la palla con pesantezza e rapidità, ma prima il dritto la tradiva sulla chance di break e poi si faceva riprendere da 0-30 sul 3-2. Nel settimo game, una Muchova completamente in spinta ha messo insieme un punto più bello dell’altro dal 30-15 per strapparle la battuta e da lì per un quarto d’ora buono Naomi è stata in balia del momento. Aveva accusato il colpo, il braccio era un po’ più lento e gli errori fioccavano con sempre più frequenza fino al 6-3 1-0 e 15-40. Qui i primi dritti convincenti le ridavano la parità e il secondo set ha vissuto in questo equilibrio senza veri sussulti nel punteggio per entrambe fino al 4-4 15-15. Una prima voleè sbagliata subito dopo il servizio e un altro serve&volley eseguito male davano a Osaka due chance di break, realizzate con uno scambio giocato di potenza e margine avanzando nel campo.
Quello che sembrava un set chiuso si è invece incredibilmente riaperto dal 5-4 40-0 Osaka, con la giapponese che ha giocato malissimo i tre set point e ha buttato in corridoio il dritto sulla palla del controbreak. Muchova, salvatasi, ripassava avanti nel punteggio e nel tie-break ritornava in partita con un doppio fallo della sua avversaria sul 4-2. Il passante del 6-4 è stato da standing ovation e, sul secondo match point, un nuovo dritto mal eseguito da Naomi le ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo pur meritando il risultato ottenuto.
Osaka, rimasta impietrita dopo l’ultimo colpo e in generale ripensando immobile a rete a cosa erano stati gli ultimi minuti per lei ha lasciato il campo con enorme tristezza addosso. C’era la speranza per lei di fare molto più di un secondo turno in questo Slam, il suo preferito in assoluto e a diversi mesi ormai dal suo rientro in campo. Nelle ultime settimane aveva parlato di difficoltà a mantenere un livello costante nell’arco della partita stessa e oggi è parsa ancora abbastanza distante da dove vorrebbe essere. Aveva dato ottimi imput nei primi sei game, ma poi la pressione e la tensione l’hanno fagocitata. Pur essendosi ripresa ha poi vanificato tutto perdendo completamente il filo e tornando a colpire la palla senza controllo, sempre nei momenti più importanti. La sola potenza, contro un’avversaria dall’enorme qualità, non è bastato.
Tra gli altri risultati, Jessica Pegula vince il secondo derby in questo suo US Open. Se al primo turno si era imposta contro Shelby Rogers, che era all’ultimo torneo della carriera, ora la numero 6 del tabellone ha battuto Sofia Kenin col punteggio di 7-6(4) 7-5 continuando la sua risalita nel ranking stagionale.