Questo al Foro Italico è il torneo WTA 1000 numero 30 della carriera di Iga Swiatek, che ha ottenuto a Roma la sedicesima semifinale in un evento di questo livello. E dopo alcuni segnali non tanto positivi per lei ieri è scesa in campo e ha chiuso in poco più di un’ora contro Madison Keys ripetendo lo stesso identico punteggio ottenuto nella semifinale di Madrid una decina di giorni fa. 6-1 6-3.
Tra le pieghe del punteggio ci sarebbe abbastanza da raccontare per far capire che quel punteggio non rispecchia alla perfezione quanto visto soprattutto nel secondo set, ma ancora una volta la polacca ha dato il meglio di sé nell’aspetto mentale reagendo a quei frammenti di partita in cui la potenza di Keys stava avendo la meglio e lei perdeva il controllo del suo dritto. Madison, soprattutto nel secondo set quando Iga aveva un po’ di calo con la prima, ha potuto entrare un po’ più nello scambio e otteneva sette palle break complessive ma non ha praticamente potuto giocarne neanche una. Swiatek, soprattutto sul 3-1, ha continuato a servire molto bene e la statunitense non ha saputo cominciare lo scambio su alcuna di queste.
In totale, la polacca ha fronteggiato 10 palle break salvandole tutte per la miglior prestazione in carriera in questi momenti sotto pressione, facendo anche meglio dell’8/8 contro Ekaterina Alexandrova al terzo turno del WTA 1000 di Doha lo scorso febbraio. La sua bravura, in generale, è stata quella di ridurre al minimo il dispendio di energie. Qualcosa che capita spesso, con lei, che nel primo set traeva il massimo al servizio con l’85% di prime palle in campo e che trovava grande facilità nell’avere in mano lo scambio con la profondità del palleggio e con le tante occasioni dove forzava errori alla numero 18 del seeding. Il secondo parziale ha avuto un’altra piega da subito, perché già sullo 0-0 Swiatek ha salvato (bene) due chance di break in un game dove non aveva la prima di servizio. Le sue seconde, però, oggi erano quasi tutte con grande sostanza perché erano spinte bene, con tanto kick, ai limiti delle righe. Madison sentiva di avere più presa su di lei perché il dritto della polacca era più altalenante, ma non ha mai potuto fare quel passo in più.
Il break decisivo nel secondo parziale è arrivato sul 2-1, dove Iga è rientrata molto bene dal 30-0 e raccolto il 3-1 con il doppio fallo della statunitense sul 30-40, ma per confermare quel vantaggio ci sono voluti 14 punti, i primi 10 giocati senza la prima palla a eccezione di quella sul 30-15 che l’ha vista perdere completamente il controllo dello schiaffo al volo a campo aperto. Le tante seconde son state giocate tutte bene, perché portavano Keys a indietreggiare anziché entrare col dritto e attaccare, ma era una fase per lei dove faceva un po’ fatica. La testa, però, ha voluto dire tutto: sulle palle break, quattro, ha servito benissimo tanto che Madison non ha veri rimpianti se non forse su una palla al corpo ma gestibile e dove invece ha avuto il rovescio in ritardo. All’ennesima parità ha saputo giocare il dritto lungolinea che ha fatto indietreggiare Keys e col rovescio incrociato l’ha fatta correre non riuscendo a difendere, chiudendo poi sempre col rovescio.
I game di Madison erano abbastanza rapidi, anche perché riusciva a spingere molto meglio, e con una Swiatek un po’ spentasi e più passiva nel palleggio, che si scomponeva un po’ troppo e subiva il palleggio sulla diagonale di dritto, il match poteva essere abbastanza vicino a riaprirsi, tanto che di nuovo sul 4-2 la polacca ha concesso una chance di controbreak, salvata ancora molto bene col servizio e la profondità trovata da fondo campo. Il miracolo difensivo fatto sulla palla game e la chiusura col recupero sotto rete sono stati la spinta in più di cui aveva tanto bisogno. Non è riuscita a prepararsi lo scenario per attaccare sul 5-2, ma sul 5-3 ha tirato fuori il miglior game della partita con anche il primo ace, sul 15-0, che l’hanno spinta fino al traguardo.
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